30.12.13

Tengo tutto


Arriva la fine anche di quest'anno e come sempre si prova, un po' per gioco e un po' seriamente, a fare una somma delle cose buone e di quelle cattive per vedere come è andata. Chiedeva una mia amica (una amica amica) in un social network tra il serio e il faceto: "Il 2013 lo buttiamo tutto o qualcosa teniamo?". Istintivamente viene da rispondere "tengo le cose belle e butto quelle cattive", ed effettivamente io di getto ho risposto circa così dicendo che tengo i sorrise ricevuti e le belle facce incontrate. Poi però riflettendoci un attimo su, e non sarebbe male se lo facessi più spesso prima di aprire bocca o battere sulla tastiera (proposito per il 2014? Nooooo), mi è venuto in mente quello che disse Anna Magnani a chi al trucco, prima di una scena, cercava di coprire le sue rughe: "Non togliermene neppure una. Le ho pagate tutte care". Ecco, sono convinto che gli anni dobbiamo conservarceli tutti, siano stati più o meno belli, perchè sono i mattoni con i quali abbiamo faticosamente costruito la nostra vita, abbiamo messo su quello che siamo. Certo le cose brutte, i dolori, vorremmo dimenticarli e buttarli via, magari come gesto scaramantico per non rincontrarli più, ma anche quei dolori hanno fatto di noi quello che siamo, ci hanno consentito di fare o non fare alcune cose, hanno insomma costruito la strada sulla quale camminiamo. Non è stato forse quell'amore perduto a farci capire l'importanza e la necessità di coltivare con cura gli affetti, o la malattia del genitore anziano a spalancarci occhi e cuore su un mondo fino a quel momento poco, o per nulla, conosciuto? Sì, le gioie e i sorrisi sono ciò che più facilmente ci viene alla mente, che più ci piace raccontare e condividere, che ci lasciano in bocca un buon sapore, ma non avrebbero lo stesso buon sapore se non avessimo mai assaggiato l'amaro, perchè forse non sapremmo apprezzarli se non avessimo avuto la possibilità di confrontare e di imparare. Allora me lo tengo tutto questo 2013 e lo metto insieme agli altri, vado anch'io ad aggiungere un'altra "ruga" che forse mi farà meno bello (ancora meno?), ma mi da il senso di aver vissuto. Comunque buon 2014 e che sia pieno sorrisi ed abbracci!

29.12.13

Solamente idioti

Non è che una o più vaccate (mi si perdoni il francesismo, ma mi pare opportuno), solo perchè scritte su qualche social network in rete devono per forza diventare notizia o tema per analisi sociologiche. Il più delle volte si tratta semplicemente di roba scritta da chi ci tiene a far sapere al mondo di essere un perfetto idiota.

26.12.13

Curiosità della mente


A volte capita di farsi prendere dal desiderio di interpretare i pensieri di una persona, si prova con impegno a capire il suo stato d’animo, si cerca di dare una spiegazione alle espressioni, ai movimenti del corpo, allo sguardo. Allora può capitare che dietro a quel viso gentile che incornicia un sorriso delicato, ti sembri di vedere uno sguardo velato di una leggera tristezza. Improvvisamente ti assale una lieve frenesia e vorresti fare mille domande per capire il perchè di quella tristezza, una tristezza che ad una tua prima sommaria analisi non dovrebbe avere nessun motivo di esistere e che al tempo stesso vorresti poter far sparire. Eppure sei consapevole di non conoscere la persona che stai fissando, e di non poter quindi ne chiedere, ne pensare di trovare risposte che abbiano un qualche fondamento di realtà. Però quando arrivano quei momenti non riesci a fare a meno di cercare d'interpretare, di capire. Forse perché in quella persona ti sembra di scorgere qualcosa d’interessante. E’ strana la mente a volte sembra voler correre in campi sconosciuti, addentrarsi in cose misteriose, o forse semplicemente si diverte a farti credere di essere più saggio di quanto tu non sia nella realtà. Boh, non so, probabilmente sono solo considerazioni da psicologo del bar sport, da analista delle feste che dispensa saggi consigli dopo la settima fetta di panettone. A proposito: Buone Feste!

17.12.13

Vedere i colori

Ridurre tutto ad uno schema minimale, a semplificazione estrema dove esiste solo il bianco o il nero. Affermare l'esistenza di una sola verità, di un unica posizione giusta. Sta ormai dilagando questo modo di approcciare la realtà e sembra sempre più l'unico ad avere diritto di cittadinanza. Ma la realtà non è così banale e piatta, fortunatamente è ricca e complessa, e deve essere contrastata questa sciatta logica che tende a negare le mille sfaccettature della vita, per evitare prenda definitivamente il sopravvento. Perchè la vita è un caleidoscopio di colori con mille sfumature, ed il bello, ed anche il difficile, sta nel cercare di creare un'immagine quanto più possibile armoniosa, consapevoli comunque che non sarà mai perfetta. Avremo un futuro solo sapendo vedere i colori.

10.12.13

Manganellatori 2.0

Insulti, dileggio, liste di proscrizione, inviti alle forze dell'ordine a non protegger i politici, sta diventando sempre più un miscuglio di machismo e squadrismo il movimento di Grillo. Sono i nuovi manganellatori, sicuramente 2.0 ma tanto, tanto simili a quelli che potevi incrociare per strada anni fa. Allora come oggi non è mai piacevole incontrarli, perchè sai che il loro obiettivo è quello di romperti le ossa, un tempo realmente oggi virtualmente. Ma non è detto che sia meno doloroso. Quelli di una volta però avevano un pregio, sapevi dove stavano e li riconoscevi subito anche da lontano, ma soprattutto accettavano il rischio di poter essere loro a finire in strada con le ossa rotte. Quelli di oggi invece si nascondano dietro la balla della democrazia diretta, della rete, di quella rete che trasformano sempre più in una cloaca dove scaricare miserie e frustrazioni personali. Fanno pensare ad una pericolosa avanguardia di aspiranti non tanto ad una repubblica dei "social" quanto ad una "sociale". Di Salò.

9.12.13

Bello. Anche senza carta

Devo ammettere che non mi trovo ancora a mio agio a leggere libri in formato elettronico, gli ebook per capirci. Eppure sono uno che con i computer ci bazzica ormai da un bel po' di anni, che ne ha usato un po' di tutti i tipi, ci ha infilato dentro le mani e la testa, nel senso letterale del termine. Sono uno che farebbe fatica a vivere senza email, che le scriveva quando la email non esisteva ancora, e non scherzo. Ecco, nonostante questo i libri preferisco ancora leggerli su carta, perchè mi piace poter mettere le dita tra le pagine, sottolineare con la matita, fare le "orecchie" ai fogli, sentire l'odore che hanno. Non mi sono ancora abituato a non avere queste cose, e non so se mi voglio abituare. Comunque qualche ebook comincio a leggerlo e proprio oggi ne ho divorato uno, infatti me lo sono letto tutto d'un fiato in poche ore. Le pagine scorrevano veloci quasi ci fosse un vento a girarle, e forse era proprio così, perchè dentro quel libro il vento c'è. Un vento fresco e allegro, di quelli piacevoli che ti mettono di buon umore. Il libro si chiama, si lo so che si dice si intitola ma si chiama a me pare in questo caso ci stia meglio, "La castagna matta". Un libro di storie raccontante da un uomo e da un albero, che però sono la stessa cosa, cioè sono due cose diverse ma sono un tutt'uno, perchè l'uno diventa l'altro e viceversa. Insomma un misto di racconti veri, o verosimili, e fiabeschi. Sono storie lievi ma anche forti di queste parti, del nordest, quel nordest campione di produttività ma che forse non lo è più, quel nordest fatto di uomini e donne talmente concentrati su se stessi che sembrano non saper in realtà chi sono e aver dimenticato o seppellito i propri sogni e desideri. Un libro, "la castagna matta", che con un tono fiabesco, delicato, ti butta addosso anche una realtà, la tua realtà, quella che forse un po' tutti ci nascondiamo perchè non ci piace. Allora tra un sorriso, uno stormir di fronde, puoi girando pagina andare a sbattere addosso ad un di quei barbanera che ti spaventa quando lo incroci, oppure trovarti a riflettere su un amore per una persona dello stesso sesso che non pensavi, o forse si, di poter provare, scoprendo che è ugualmente amore, ugualmente bello. Poi però alla pagina dopo ti ritrovi a ridere della suora che bestemmia o del netturbino e il nero che si sfottono. Insomma "La castagna matta" scritto da Mitia Chiarin, blonk editore (clicca qui per acquistarlo), a me è piaciuto tanto, e non perchè lo ha scritto una mia amica, ma perchè leggendolo mi sono divertito, ho pensato, mi sono eccitato, sono stato bene. E questo è quello che voglio da un libro, sia fatto di carta o di bit. Di carta però è meglio.
 
P.S. devo trovare un riccio con cui fare quattro chiacchiere

6.12.13

Nelson Mandela

Oggi è uno di quei giorni in cui ci si sente più soli, con la sensazione che la speranza abbia subito un colpo dal quale non potrà riprendersi. Ci vorrà qualche giorno perchè il suo insegnamento, il suo sorriso, torni a illuminarci ed a farci comprendere che si può, anzi si deve, sperare in un domani migliore e lottare perchè lo sia. Addio e grazie Signor Mandela.

5.12.13

Improcrastinabile


Ecco un'altra questione che dopo essere stata per anni segnalata come doverosa di un attento intervento, viene ufficialmente dichiarata improcrastinabile. Da oggi è improcrastinabile la riforma della legge elettorale, ma lo è anche il riassetto del sistema idrogeologico, al pari della riforma del sistema giudiziario e la soluzione dell’emergenza carceraria, ma lo è anche la risoluzione della questione esodati, assieme a quella della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico. Naturalmente è improcrastinabile un intervento risolutivo per la questione immigrazione. Tranquilli, siamo nel bel paese dove non c’è nulla di improcrastinabile oggi che non diventi domani "procrastinabilissimo".

1.12.13

Massimo quindici righe

"Quanto lunga è?" Prima, spontanea e leggermente impaurita reazione ad un invito a leggere in internet la recensione di un bar, insomma non proprio guerra e pace. Resto perplesso, anzi preoccupato, davanti ad una reazione di questo tipo tanto più se proviene da una liceale che ritengo, evidentemente sbagliando, dovrebbe essere abituata a leggere e documentarsi. Se un testo che difficilmente si può immaginare superi le 10/15 righe istintivamente suscita timore, viene da chiedersi se e come ci si avvicini ad un testo d'approfondimento di un tema sociale o ad un'opera letteraria. Piccola desolante conferma che la capacità ricettiva non va oltre gli slogan o i micro messaggi generici? Che in una società ricca come mai prima di mezzi d'informazione l'interesse per la conoscenza basata sulla documentazione è sempre più roba di nicchia destinata a pochi strani individui? Non lo so, certo il tema meriterebbe analisi ed un lungo approfondimento, ma temo non verrebbe letto.

26.11.13

C'è speranza in Europa

A guardarsi intorno, ad ascoltare i discorsi che si fanno nei nostri paraggi, viene da pensare che il futuro riservi ben poche speranze per questo malconcio vecchio continente europeo. Sfiducia, rabbia, paura, un generale rifiuto a ragionare con una visione ampia per rifugiarsi nel localismo più piccolo, la perdita di quasi ogni capacità di pensare in modo positivo, è questo quello che si respira tra la gente. Ma non è così ovunque fortunatamente, c'è ancora chi spera e vuole avere fiducia. Spagna, Barcellona, stessa situazione economica difficile dell'Italia, eppure l'aria e le parole che si respirano sono diverse. Senti una fiducia e una positività che ti fanno venire voglia di credere nel domani, nel fatto che potrà essere migliore dell'oggi. Sì certo, Barcellona è città grande e ricca, ma anche qui trovi persone in difficoltà come l'architetto che non trovando lavoro ripiega a fare il tassista, ma mentre ti porta in giro e ti racconta di lui, e ti riempie con il racconto dei particolari architettonici meno noti della città, non senti nella voce lamento, senti speranza. Nel signore che ti parla dei mali della classe di governo, della loro incapacità, che per i costi della casa reale se ne esce con un "Borbones ladrones", senti anche però frasi come "bisogna lavorare insieme per cercare la felicità", senti dire che la cosa più bella della sua città è la capacità di amalgamare decine di etnie diverse senza alcun problema di convivenza. Lungo le strade vedi lavori di ammodernamento e crescita, vedi opere d'arte monumentali come la Sagrada Familia sulla quale si continua ad investire per il completamento nonostante la crisi. Girando, parlando, a Barcellona senti una voglia complice di tirarsi su e di non piangersi addosso, senti che c'è voglia di farcela, senti che, guardando la realtà senza illusioni ma con occhi diversi, comprendendo che non servono divisioni ma unioni, c'è speranza in Europa.

20.11.13

Parole già sentite


Rieccoci. Ancora una volta ci si ritrova con mani e piedi nel fango a tirar su cadaveri, a cercare di salvare il salvabile di quanto costruito in una vita è distrutto in pochi minuti. Oggi è la gente di Sardegna a piangere e a doversi rimboccare le maniche. A ragione in questo caso si può dire “piove sul bagnato”, una pioggia distruttiva che cade su un territorio e le sue genti già in crisi profonda. Ora arrivano copiose, quasi quanto le piogge, le dichiarazioni di vicinanza e sostegno, le promesse di interevento ed aiuto, le serie ed argomentata affermazioni sulla necessità di mettere mano subito e con efficacia al riassetto del sistema idrogeologico. Già, serve la cura del territorio, bisogna ripensare il modo di usarlo senza abusarne. Quante volte ho già sentito queste stesse parole, questi toni di voce seri e affranti, sicuramente subito dopo il nubifragio scorso. Spero, ma non troppo, di non risentirle dopo il prossimo.

7.11.13

Ridotti a figura retorica


L'aspetto più raccapricciante dell’accostamento fatto da Silvio Berlusconi tra la situazione vissuta dai suoi figli e la shoah, sta nella sempre più frequente riduzione del più grande dramma dell’umanità ad una semplice figura retorica da usare nel misero tentativo di dare spessore ad insignificanti discorsi che altrimenti vedrebbero un’unica reazione possibile, l’indifferenza.

5.11.13

Comportamenti sospetti


L’impazzimento del sistema informativo sembra ormai inarrestabile, il parlare senza aver accesso il cervello è diventato quasi un obbligo e sei meritevole di sospetto se prima di emettere giudizi provi a fermarti un attimo a riflettere. Questo non vale solo per i social network, sempre più spesso trasformati da mezzi di dialogo a più voci a cloache dove scaricare le proprie miserie e frustrazioni, ma anche per i mezzi d’informazione più classici come i quotidiani, luoghi in cui nell’immaginario collettivo i professionisti della parola ragionano e soppesano prima di riempire di caratteri le colonne di stampa. Prendiamo il caso della Ministra Cancellieri sulla quale Repubblica ha aperto una pesante campagna di delegittimazione pur non avendo, la Ministra, commesso alcun atto illegittimo. Certo ha usato parole probabilmente inopportune ma comprensibilmente dettate, come normale e giusto che sia, da un forte sentimento di affetto per un’amica in grande difficoltà. Alle parole però ha fatto seguito un comportamento rigorosamente all’interno delle prerogative del suo ufficio. Si obbietta che la Cancellieri non riservi la stessa attenzione a tutti i detenuti, ma anche escludendo i numerosi i casi di intervento per detenuti ignoti, pare aberrante questa sempre più diffusa logica regressiva, come ben ha scritto Luigi Manconi, che vuole, a fronte di uno stato incapace di garantire il rispetto dei diritti per tutti, vederli sottratti anche a chi fortunatamente riesce a beneficiarne. Si chiede Manconi: "Se non possiamo essere uguali nei diritti è meglio esserlo nei non diritti?". Per molti novelli arruffapopolo la risposta sembra essere obbligatoriamente sì. Ma non è solo la Cancellieri a godere di un simile trattamento da parte dei professionisti della penna o della tastiera. Tocca infatti anche alla Bonino la quale oggi, se pur con minor eco, viene accusata da lanotiziagiornale.it di aver calpestato la sua storia politica per bassi interessi di potere. La colpa? Non ha concesso i benefit previsti per i coniugi ad un diplomatico gay sposatosi all’estero. Irrilevante evidentemente per l'estensore dello scritto che l’Italia non riconosca il matrimonio tra persone delle stesso sesso e che un Ministro, ma non solo, sia tenuto a rispettare le leggi del suo paese, anche quando non le condivide e lotta per modificarle. Diceva oggi Massimo Bordin durante la rassegna stampa di Radio Radicale: si potrebbe anche fare un bel titolo accusando la Bonino di non permettere di fumare marijuana alla Farnesina. Ecco, visto lo stato dell’arte non mi meraviglierei se qualche star dei media seguisse questo suggerimento, d'altronde cosa c’è di più sospetto e pericoloso in questo paese delle persone serie.

23.10.13

Et voilà!

Scomparso, dissolto come per magia: un abile gioco di mani, uno svolazzo di mantello, un po' di fumo e il tema dell'amnistia è sparito dalle discussioni. Ricordate il messaggio del Presidente Napolitano? Probabilmente no, come tutti quelli che dopo averlo apprezzato e condito con dotte dichiarazioni, lo hanno velocemente riposto nel cassetto. L'amnistia si sa, è tema che non porta voti, è poco utile a chi è costantemente concentrato ad annusare i consensi elettorali. Perchè un conto è assumere, al termine di una visita in carcere, un'espressione di sincera commozione e mantenerla per tutta la conferenza stampa in cui si denunciano le indegne condizioni di vita dei detenuti, ben altra questione è prendere provvedimenti per riportare al rispetto della Costituzione, quella più bella del mondo, il sistema della giustizia di cui le carceri sono l'appendice. In fondo son ben altri i veri problemi che gli elettori chiedono di risolvere, ma poi diciamolo, chi sta in galera avrà un buon motivo per starci, a quelli onesti e ligi alle leggi di certo non succederà mai di finirci dentro...
Irrilevante e non degno di nota per tutti il fatto che a maggio dell'anno prossimo lo stato dovrà pagare centinaia di migliaia di euro, prendendoli da quelle tasche in cui tutti raccontano di non voler mettere le mani, per risarcimenti e sanzioni a seguito di migliaia (e non esagero) di ricorsi alla corte europea. Ricorsi che attendono solo di vedere come lo stato italiano ancora una volta non risolverà il problema dei trattamenti inumani e degradanti a cui costringe i detenuti. L'unica cosa importante è che funzioni la magia: un abile gioco di mani, uno svolazzo di mantello, un po' di fumo, et voilà, sparito il pericolo che alle parole corrispondano i fatti.

16.10.13

Perchè qua?

Sono le botteghe in cui ogni giorno si va a far le spese i luoghi in cui si percepisce il vero sentire comune, quello che esprime il reale livello di un popolo. Sono i luoghi in cui puoi ascoltare le persone porsi domande e spesso dispensare risposte sicure e definitive sui problemi del vivere quotidiano. Lavoro, salute, sicurezza sono i temi che vanno per la maggiore in questi giorni, ci si interroga ad esempio su quella moltitudine di esseri umani che si riversano sulle nostre coste, si commentano le morti, ci si commuove anche po' ma poi arriva la vera domanda che pesa nella mente: "perchè vengono qua, anche noi stiamo male". Ecco, fino a quando in questo paese, e non solo, non diventerà consapevolezza comune che il loro "perchè" si chiama fuga da guerra, fame e morte, difficilmente potremmo capire come il nostro "star male" sia per loro una speranza di vita, un obiettivo il cui raggiungimento nulla potrà fermare.

15.10.13

L'omaggio degli stolti

Si è convocato un esercito di stolti per fare un enorme regalo a ciò che doveva essere lasciato sprofondare nell'oblio senza degnarlo di uno sguardo. La stupidità ha preso sotto braccio il male assoluto per donargli un ultimo ributtante diritto di tribuna.

8.10.13

Corpi sul selciato

Un altro corpo dilaniato sul selciato, morto di una morte inutilmente violenta. Una morte non dignitosa per chi aveva deciso che il vivere, forse ormai troppo diverso dal proprio senso della vita, non era più dignitoso. Non è concesso in questo paese scegliere come morire, come uscire di scena quando si ritiene non più accettabile il restarci. La vita non è disponibile, dicono taluni, e sono gli stessi che vogliono disporre di come si debba percorrere l'ultimo tratto di vita, quello che dovrebbe essere il più dolce, quello che dovrebbe contenere i momenti dedicati al saluto dei propri cari, dei propri amori. Invece no, che quell'ultimo tratto sia ferocemente rapido, o disumanamente prolungato. C'è una barbara pretesa di sofferenza in chi si sente in diritto di costringere ad una amara morte per non consentire di sceglierne una dolce.

1.10.13

Valium


Non si sanno esattamente le sue condizioni di salute, di certo il quadro clinico sembra complesso, non è chiaro se il soggetto sia mentalmente disturbato perché insonne, o insonne perché mentalmente disturbato. Sicuramente gli ultimi accadimenti danno da pensare: da prima ordina a tutti i parlamentari di sua proprietà le dimissioni, finte naturalmente, dato che invece di presentarle ai presidenti delle Camere le fa consegnare a dei passacarte di partito addetti alle fotocopie. Poi, accortosi forse che più di qualcuno aveva capito trattarsi di una buffonata è passato, probabilmente dopo avere indossato una feluca ed infilato la mano sotto il panciotto, ad ordinare le dimissioni dei suoi Ministri. Anche queste finte dato che non risulta che i loro compiti, come la non marginale guida del ministero degli interni, siano stati almeno assunti ad interim dal Presidente del consiglio. Insomma il trascorrere delle giornate, non potendo purtroppo definirlo comico come meriterebbe, appare assai preoccupante, soprattutto perché invece di affidarsi ad un pool di azzeccagarbugli e pitonesse, sarebbe stato necessario riunire uno staff medico. Magari si sarebbe scoperto che bastavano 20 gocce di valium per stare meglio. Lui e noi.

26.9.13

E se provassimo?

E se provassimo per una settimana, una settimana solamente, a non riempire web tv e giornali con le vicende di Berlusconi? Se per soli sette giorni l'attenzione fosse focalizzata sulle questioni realmente determinanti per il futuro di questo paese e dei suoi cittadini. Se si scegliesse di non seguire lo strepitare di mille comari in stile baruffe chiozzotte (non se ne abbia a male Goldoni), preferendo, se pur a costo di maggior fatica, focalizzare lo scrivere e il parlare sulla necessità di approfondire, per aiutare a comprendere, i temi della cultura, del lavoro, dell'innovazione, della giustizia, dei rapporti sociali. Se si facesse questo potremmo credere di essere un paese migliore. Per una settimana, una settimana solamente.

24.9.13

Porta d'Europa

Non li vedi, non riesci nemmeno a capire dove stanno, l'isola è assolutamente tranquilla immersa nella sua bellezza fatta di un panorama che mescola la durezza della terra alla dolcezza di un mare cristallino. Sai che ci sono, ti aspetti di vederli ovunque condizionato come sei dalle cronache che ne danno un'immagine simile a quella di uno sciame di cavallette infestanti che al loro passaggio distruggono tutto. Alla fine, di sera, ne incroci alcuni, sono piccoli gruppi di tre quattro persone, uomini e donne. Anzi no, non uomini e donne perchè sono giovanissimi, ragazzi e ragazze che sfoggiano un sorriso bello come solo quello dei ragazzi può essere. Un sorriso che sa di speranza nel futuro, un sorriso in tutto identico a quello dei coetanei che gli passano affianco senza mostrare alcun fastidio. Allora non puoi non fermarti a guardarli e a pensare a quello che hanno passato questi ragazzi per rincorrere una speranza di vita migliore, alle carrette del mare sulle quali hanno trascorso giorni e notte ammassati gli uni sopra gli altri cercando solo di non morire. Pensi ai molti ragazzi che invece non ce l'hanno fatta e la cui vita è finita a pezzi proprio come e quelle carrette che ora giacciono a riva in attesa che il tempo le distrugga. Pensi a questo luogo sempre pronto ad accoglierli per il quale si fa troppo poco, a quella porta d'Europa aperta su una Europa sempre più chiusa a quei sorrisi.

12.9.13

Nessun rimpianto o quasi

Mi è tornata spesso in mente la frase della prof di lettere che all'itis diceva: "un giorno rimpiangerete la scuola". Oggi vedendo ragazzi uscire dalle scuole ci ho ripensato e, ancora una volta, mi sono detto che non rimpiango affatto i giorni della scuola. Certo, ricordo il tempo passato e le cose fatte, e quelle non fatte, in quel periodo, ricordo l'adorabile prof di lettere del biennio che mi fece amare i promessi sposi narrandoli come fosse a teatro anzichè in una grigia aula senza finestre, ricordo con simpatia il prof di tecnologia (più per il tipo che per la materia) e l'assistente di laboratorio, ricordo con molta meno simpatia il prof di elettrotecnica che invece della sua materia insegnava a giocare a scacchi, ricordo lo sguardo fulminante della prof di matematica vedendomi davanti al cancello partire per una manifestazione, ricordo i canestri "presi in prestito" dal campo esterno del Bruno (rivalità mai sopita con quelli del liceo...), ricordo l'occupazione del pastificio Santi (chissà se qualcun altro a Mestre la ricorda). Insomma molti ricordi importanti interni ed esterni al mondo della scuola, sicuramente una qualche forma di riconoscimento per la formazione ricevuta, ma rimpianti delle lunghe ore passate in classe, della rigidità e il senso di distacco spesso percepito tra studenti e alunni, della limitazioni di espressione, no, proprio no. Non so a questo punto esattamente cosa secondo la prof avremmo rimpianto, in un solo caso mi sentirei di poterle dare ragione: se si riferiva al fatto di essere giovani e con tutto il futuro davanti.

6.9.13

Un Politico

"Bisogna ascoltare i propri elettori ma poi si deve fare quello che si ritiene giusto per il proprio paese, anche a rischio di risultare impopolare. Questo è parte del mio lavoro". Più o meno letteralmente è questo ciò che ha detto oggi Obama, rendendo chiaro cosa significa essere un politico che si assume in pieno le proprie responsabilità, compresa quella di sbagliare. Chissà se i populisti, vecchi e nuovi, di casa nostra si fermeranno un attimo a rifletterci su, o se continueranno a sguazzare nella miseria culturale del: "il popolo comanda e il governo obbedisce".

29.8.13

Ingenuo

Settantesima mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, cioè per farla breve mostra di film tra i quali verrà premiato quello ritenuto migliore. Pronti, via! Ed ecco subito un'esplosione di accurati servizi sull'arrivo della tale star accolto da urla e gridolini, sul vestito o/e sul cappello dell'attempata signora sempre presente, sul party fantasmagorico in qualche palazzo veneziano. Sul resto faccio un po' più fatica a trovare approfondimenti, che poi il resto sarebbero i film con relativi interpreti ed autori, cioè quella roba che credevo dovesse costituire il tema principale per chi ha deciso di occuparsi della mostra del cinema. Certe volte mi rendo conto di essere veramente un ingenuo.

24.8.13

C'era da aspettarselo

Come era prevedibile sta dilagando la fesseria per la quale un provvedimento di amnistia ora non si può fare perchè potrebbe usufruirne Berlusconi. Poco importa, come è sempre importato poco, che questo paese abbia un sistema carcerario indegno di un paese del terzo mondo, o che fiocchino a getto continuo condanne internazionali, e relative sanzioni economiche pagate con soldi pubblici, per lo stato degradante e disumano delle nostre carceri. Tutti, tranne i Radicali che sui temi della giustizia da anni lottano con un impegno ed una serietà che solo dei miseri possono non riconoscere, dimenticano che la corte europea a gennaio ha imposto all'Italia di risolvere entro un anno i problemi del sistema carcerario. La più bella costituzione del mondo continua a restare sempre e soltanto qualcosa con cui riempirsi la bocca in pubblico, il dovere di rispettarla applicandola altro non è che un particolare di nessuna rilevanza, visto che da anni la si calpesta rendendola carta straccia. Il fatto che non sia più rimandabile per questo paese ricondurre nel solco della legalità le condizioni di vita nelle carcere, tanto per i detenuti quanto per gli operatori, non scalfisce le certezze assolute di quanti si sgolano a dire che l'amnistia non è la strada da seguire, ora. Come se prima ci fosse stato un qualche momento in cui realmente si siano adoperati per trovare soluzioni per uscire da questa inaccettabile situazione. Sinceramente, se arrivasse un provvedimento di amnistia ed indulto attraverso il quale rendere vivibili quelle discariche umane che sono le carceri e riportare nel solco della legalità costituzionale il sistemo giudiziario, anche se ne beneficiasse Berlusconi (cosa peraltro non sicura), non griderei allo scandalo ma mi rallegrarei di avere finalmente visto questo paese fare un passo nella giusta direzione.

20.8.13

Sapendo guardare

Non la guardavo da molto, forse non l'ho mai guardata, oggi però mi sono ritrovato a guardare con attenzione la città dove vivo. Ci vivo da quando sono nato e quindi dovrei conoscerla bene essendo passati un bel po' di anni, dovrei sapere a memoria ogni particolare, ma oggi non so perchè mi sono ritrovato a scoprire che non è poi così brutta come per abitudine la si racconta. Certo Mestre, che sarà bene ricordarlo è parte di Venezia (e speriamo tale resti), non può vantare palazzi nobili e famosi come quelli che poggiano i “piedi” in laguna, ma se si fa un po' di attenzione ci si accorge che possiede degli scorci niente male. Case e palazzetti di gradevole fattura ben ristrutturati che sembrano raccontare un passato da borghesia di una qualche raffinatezza, forti e cinte murarie che una storia te la raccontano anche solo passandoci vicino. Non è però solo la parte più vecchia a richiamare la mia attenzione, anche nella parte più moderna fatta di piazze e corti mi pare di notare una bellezza semplice che sa di un lavoro fatto nel tempo per dare dignità e vivibilità a quella che un tempo era vista e vissuta come dormitorio della zona industriale. Anche la natura si è ricavata il suo spazio ed il verde non mi pare poi così assente, in fondo viali alberati e parchi non è difficile trovarli, e la zona che da sulla laguna, che forse molti ignorano persino esista, propone percorsi piacevoli. Non è che improvvisamente siano sparite o non veda le brutture fatte di palazzoni che nessuna ristrutturazione potrà mai rendere gradevoli alla vista, come non sono sparite le zone di abbandono e degrado spesso coincidenti con lavori iniziati e poi abbandonati per colpa di errori e superficialità urbanistica, o che non esistano problemi di integrazione e convivenza tra persone di culture diverse. Insomma, non mancano certo i problemi in questa città, ce ne sono e tanti, per tutti per i giovani e gli anziani. Quello però che oggi sento è che questa città è in movimento ed ha al suo interno energie che se supportate possono farne un posto in cui poi non è affatto male viverci.

16.8.13

Ancora in campo

CAMBIO, CAMBIO!!

14.8.13

I problemi di Giovanardi

Sostiene il Senatore Giovanardi che il quattordicenne gay suicidatosi qualche giorno fa, rientra semplicemente nella categoria dei giovani fragili e che non si deve usare la sua omosessualità per fini politici. Sicuramente quel ragazzo era fragile, lo era esattamente come qualsiasi ragazzo di quell'età. Ci siamo passati tutti e sappiamo come l'adolescenza sia un periodo di grandi cambiamenti per i quali il più delle volte si è molto poco attrezzati. Non dovrebbe quindi essere molto difficile, tranne che per Giovanardi ovviamente, comprendere che non c'entra nulla il livello di fragilità soggettiva perché anche chi non si suicida vive la stessa condizione. Dovrebbe altresì essere di facile comprensione, tranne che per Giovanardi ovviamente, quanto complicato sia a quell’età capire e fare i conti con la propria omosessualità, quanto possa essere disperante in una società come la nostra, come quella coltivata nella mente di Giovanardi, dove nulla viene fatto perchè questa condizione non sia motivo di emarginazione e derisione. Gli adolescenti sanno essere feroci, riescono ad accanirsi senza pietà su chi ritengono, anzi sono stati educati a ritenere, diverso. Viene sinceramente da chiederselo cosa c’è dietro questo atteggiamento feroce di Giovanardi verso i ragazzi che percorrono strade diverse da quelle che lui ritiene le uniche percorribili, dietro questo bisogno di puntare il dito giudicante anche quando pure il suo Papa si pone un dubbio su questo tema. Se volessimo lasciarci andare alla psicologia da bar verrebbe da pensare che l'accanimento di Giovanardi contro ogni legge che tuteli ed aiuti la vita sociale degli omosessuali sia dettato da un problematico rapporto personale con la sessualità. Ma certamente non è così, certamente anche nel suo caso la questione e assai più complessa e non ci si deve lasciar andare a sciatte considerazione. Una cosa però me la sento di affermare: se forse è vero che quel ragazzo era fragile, come lo sono tutti i suoi coetanei, è sicuramente vero che Giovanardi è la dimostrazione di quanto arido può essere chi non riesce, e forse non è mai riuscito, a comprendere cos’è l’amore.

11.8.13

Shalabayeva, chi era costei?

Quasi nessuno se ne ricorda. Si dovevano dimettere ministri, cacciare ambasciatori, rompere rapporti diplomatici, per giorni il caso era diventato il tema principale con cui alzare lo scontro tra governo ed opposizione. Su giornali, blog, social, tutti con il macete in mano per cercare di far cadere la testa ora di quel funzionario, ora di quel ministro o ministra, il tutto naturalmente con la nobile motivazione di difendere la donna e sua figlia da un intollerabile sopruso. Poi improvvisamente più nulla, al massimo qualche riga in trentesima pagina o pochi secondi di video sgranati in cui si intravede una donna uscire da una casa. L'inaccettabile violazione dei diritti umani è scomparsa dalle discussioni esattamente con la stessa velocità di un gossip da spiaggia, la necessità di difendere la donna e sua figlia non è più un'urgenza nazionale. A nessuno più interessa conoscere, o far conoscere, se e come qualcuno se ne sta occupando, forse perchè poco appassiona un lavoro fatto con l'attenzione e la tenace pazienza che casi come questo richiedono. Chissà quando in questo paese questioni serie e gravi come quella della Shalabayeva e sua figlia, non saranno più affrontate con urla da stadio, toni scandalistici e caccia alle streghe, ma cercando di approfondire in modo rigoroso i fatti e cercando di analizzare i tempi e modi dell'agire. Chissà quando abbandoneremo i toni da sceneggiata per diventare un paese serio.

5.8.13

Vecchie usanze


La televisione non c'è, la radio è spenta, il cellulare, qui su, riceve poco e male. Niente sms, chat, mail, social vari, quel coso che costantemente tieni in mano all’improvviso ha poco più dell’utilità di un fermaporta. Allora ti ritrovi quasi costretto a parlare direttamente con le persone che hai attorno, che siedono al tuo stesso tavolo, e questa cosa, che per molti sembra essere ormai inconsueta, si scopre non è poi così spiacevole. Si scopre, o meglio si riscopre, che le parole inviate all' interlocutore senza strumenti tecnologici hanno un gran fascino e sono un meraviglioso strumento per socializzare veramente. Si ritrova il fascino e il significato degli sguardi, dei respiri, dei gesti che si fanno durante un discorso. Si ritrova il gusto, o forse la difficoltà, di trovare le parole giuste senza poter contare su correttori o vocabolari online. Dopo un breve momento di imbarazzo quasi tutti si lasciano avvolgere da questa antica usanza, qualcuno forse arriva perfino a scoprire che scambiarsi un sorriso guardandosi negli occhi è assai più bello di digitare uno smile.

22.7.13

Occhi

Hanno un' espressione dolce, a volte troppo, sono un misto tra lo spaurito e la ricerca di sostegno, assomigliano a quelli teneri dei bambini, ma senza la stessa luce, non brillano per le nuove scoperte che ogni giorno gli si parano davanti. A volte sembrano diventare feroci ma è solo un flebile tentativo di reagire alla paura, alla consapevolezza di non poter più fare da soli come un tempo. Son gli occhi dei nostri vecchi, li riconosco quando li incrocio lungo il cammino, riconosco in quelli altri occhi.

19.7.13

Saggi censori

Sempre in servizio pronti e disponibili, non si tirano mai indietro. In qualsiasi momento non si lasciano scappare l'occasione per commentare, giudicare e censurare il modo di vivere degli altri, hanno sempre chiaro in mente, e non si trattengono certo dall'esporlo, il modo giusto in cui lui, l'altro, avrebbe dovuto comportarsi. Sanno bene, loro, come si fa ad evitare quella valanga di errori che quotidianamente si commettono. Sanno bene come gli altri dovrebbero condurre la vita, soprattutto perchè loro una vita propria da vivere non ce l'hanno.

17.7.13

Mala erba

Non volevo, non credevo, sono stato frainteso, era una battuta, chiedo scusa... No, basta con questa tecnica dello sparare volgarità ed insulti sapendo che poi tanto basta chiedere scusa e tutto è risolto. Vale per tutti ma soprattutto per chi rappresenta le istituzioni: quando si parla ci si deve assumere la responsabilità di quello che si dice, ciascuno può dire tutto, ma dopo non ci si può nascondere dietro ridicole scuse o comodi alibi. si accenda il cervello prima di parlare, sempre che se ne abbia uno. Le parole sono importanti e vanno usate in modo adeguato, se non se ne è capaci allora si taccia. E la si smetta di fare sconti e spalleggiare chi pensa che per sistemare tutto siano sufficienti quattro fesserie dette con aria contrita. Si stimoli il confronto chiaro, forte, anche aspro, ma sempre e solo nel rispetto dell'altro, il resto venga trattato come mala erba.

13.7.13

Il pianista fuori posto

Regala musica, una musica con tutti i colori che forse solo il pianoforte le sa dare. Lo puoi ascoltare lungo una via, in una piazza, ai piedi di un ponte, per questo si definisce “il pianista fuori posto”. In realtà ogni posto è il suo posto, perchè qualsiasi luogo dovrebbe essere essere un posto per la musica, per farla ed ascoltarla. Nelle città dove puoi trovare ovunque cianfrusaglie senza valore da comprare, trovare qualcuno che ti regala musica è una gioa che riempie lo spirito. Qualcuno a volte vorrebbe mandarlo via, impedirgli di suonare, sono persone grige che hanno paura dei colori della musica, non si fidano di chi regala bellezza senza chiedere nulla. Se ti capita di incontrarlo lungo la tua strada, fermati, butta via la tua ossessiva fretta e rimani cinque minuti ad ascoltarlo, se vuoi lasciali qualche moneta, il tuo cuore ti ringrazierà.

4.7.13

Farfalla

Il più delle volte non si avverano, gli auspici e gli auguri che indirizziamo alle persone a cui vogliamo bene restano solo parole destinate a perdersi. Frasi che anche se ricordate hanno un po' il sapore della retorica melensa. A volte però riusciamo a vederli avverarsi i nostri auguri di felicità, successo, amore, insomma di buona vita. Accade che la speranza di vedere uscire dal bozzolo la farfalla per dispiegare le sue splendide ali si avveri. Riusciamo a vedere la gioia auspicata accendersi nel volto dei nostri amici, e quando questo accade non si può fare a meno di gioire della loro gioia.

17.6.13

In cerca del respiro

Non te ne accorgi, succede all'improvviso e ti senti accerchiato da un assedio dal quale non sai come uscire. Ti sembra di essere sopraffatto dalla tua quotidianità. Una quotidianità che magari ti piace pure,  perchè non è fatta di sola banale ripetitività ma riesce pure a gratificarti, a riempirti, a farti sentire di non sprecare il tempo. Eppure arriva un momento in cui ti sembra di non poter respirare, senti il cuore andare a mille come se volesse fuggire dal petto. Non capisci perchè, non trovi un motivo, senti solo di dover correre fuori in cerca di aria. Allora, magari, prendi e monti in macchina e vai, vai, vai, non sai dove ma sai che puoi trovare l'ossigeno di cui hai bisogno. Ed ecco che  improvvisamente  senti che il respiro riprende, il cuore rallenta nel petto, l'assedio ed ogni pericolo scompaiono. E mentre continui ad andare, leggero come ti sembra di non essere mai stato, quasi senza accorgertene, le lacrime si sciolgono e scendono fino alle labbra a far spuntare un sorriso.

12.6.13

Le ricette della politica per la scuola

Con convinzione e fervore un esponente della della Lega Nord oggi finalmente ha indicato la via per far compiere un salto di qualità al sistema scolastico di questo paese: “...perchè gli insegnanti devono essere della zona, così da poter meglio spiegare la storia del luogo, spiegare la lingua, le abitudine, le tradizioni enogastronomiche!”. In effetti pesa la mancanza nel corpo docenti del professore di polenta taragna.

11.6.13

La piazza oggi, cioè ieri, anzi domani

Gesti, frasi, riti, abitudini. La piazza della città è una realtà in cui il tempo pare immutabile, fermo o al massimo in ciclica ripetizione. Se ti fermi, guardi, ascolti, lo vedi. I ragazzi e le ragazze sembrano sempre gli stessi, divisi in gruppetti omogenei dalle differenze ben visibili ma sempre le stesse. Un gruppo fatto di “fighetti” figli di papà con la maglia giusta, l'occhiale giusto, la scarpa giusta. Un altro fatto da quelli un po' più “sfigati” ai quali di stare in piazza sembra non importare nulla, anzi quasi non vorrebbero proprio starci ma ci stanno perchè quello è comunque il posto giusto. Ci sono poi i “single” che sono in piazza da soli ma non si capisce bene, non si è mai capito, se per aspettare qualcuno che li porti dentro un gruppo o nella speranza di trovare qualcuno con cui creare un nuovo gruppo. Un gruppo che poi nuovo non è, perchè sicuramente si tratta della replica di una cosa che c'è già stata, ma dato che questo particolare non è noto ai componenti del gruppo in realtà nuovo, almeno per loro, lo è. Non mancano naturalmente gli alternativi, quelli che passano fintamente per caso per poter criticare la fauna piazzaiola, ma in realtà anche per tenersi aggiornati sulle tendenze, ovviamente per poterle criticare. Sì certo qualcosa cambia nel tempo, ciascun gruppo ha i “distintivi” tipici del periodo: ieri il walkman oggi l'iphone, ieri le marlboro, oggi sempre le marlboro. Anche i discorsi dei ragazzi sembrano, all'orecchio di chi ragazzo non lo è più, molto simili se non uguali a quelli di un tempo, e se ti fermi ad ascoltarli magari immedesimandoti e trasfigurandoti per quanto possibile, ti accorgi che anche i discorsi dei grandi sono sempre gli stessi, uguali a quelli che sentivi quando il ragazzo eri tu. Ti trovi così in uno strano gioco di ruolo ripetitivo, un gioco dove i segnaposti, le fiche, gli oggetti sono sempre gli stessi e dove giocatori, perchè ogni volta nuovi, non si accorgono, anzi non sanno, di giocare sempre lo stesso gioco. Gesti, frasi, riti, abitudini. La piazza è una realtà in cui il tempo pare immutabile, fermo o al massimo in ciclica ripetizione...

4.6.13

I cannibali sono quelli dell'isola vicina

Nasce in un istituto tecnico, uno di quelli dove un po' per tradizione e un po' per stereotipo certi temi sembrano più difficili da trattare. Ha un titolo che appare quanto di più “scorretto” e non condivisibile. Le premesse ci sono tutte perchè sia una cosa interessante. Interessante lo è veramente questo video nato da un lavoro di discussione sull'omofobia fatto tra gli studenti e i professori dell'istituto Pacinotti, un tema certamente di cui molto si chiacchiera e forse su cui poco si riflette tanto nel mondo dei “grandi” quanto in quello dei giovani. Questa volta invece la sensazione che si ha guardando il video, ed ascoltando l'illustrazione del percorso che lo ha generato, è proprio quella di una riflessione fatta dai ragazzi in modo approfondita. Traspare con forza questa riflessione dalla scelta delle frasi per rappresentare quello che è un sentire comune anche se spesso negato, un tentativo di togliere il velo a quei pensieri diffusi dai quali nasce poi la solitudine in cui vengono spinte le persone che amano in modo “diverso” da quello che l'abitudine, la narcotizzante abitudine, ci fa ritenere essere “normale”. La stessa scelta del titolo “senza i pregiudizi sarebbe un caos” testimonia con la forza di uno schiaffo una difficoltà, un bisogno, una ricerca di certezze magari sbagliate, e la frase è innegabilmente sbagliata, che consenta di inquadrare, incasellare tutto e tutti in una normalità rassicurante che allontani il dubbio, che eviti la fatica di doversi confrontare ogni giorno con chi opera scelte diverse, scelte che potrebbero rompere quel guscio protettivo in cui spesso comodamente ci rinchiudiamo. Nasce proprio dalla paura dell'altro l'omofobia, dal bisogno di catalogare come pericoloso, ed in quanto tale da combattere, ciò che non rientra nei nostri canoni ed esiste un solo modo per vincere questa paura, quello della conoscenza. Conoscere è la via che hanno scelto questi studenti per provare a capire, per accettare almeno il rischio di vedere insinuarsi un dubbio che potrebbe scardinare comode certezze, ed allora anche la frase “io sono omofobo, e non cambio idea”, l'averla pronunciata invece di custodirla ipocritamente solo dentro di se, può essere forse un passo per incrinare comode ipocrisie come quella, citata del preside del Pacinotti, di ritenere sempre che i cannibali sono quelli dell'isola vicina.


Senza i pregiudizi sarebbe un caos. from Osservatorio Lgbt on Vimeo.




Interviste Professori from Osservatorio Lgbt on Vimeo.

31.5.13

La bellezza dei vent'anni...

...è poter non dare retta a chi pretende di spiegarti l'avvenire, e poi il lavoro e poi l'amore. (e.j.)

28.5.13

Non usate quella parola


Non usatela, non usatela più, non usatela mai, neanche per sbaglio, neanche per aggettivarla negativamente. Non usate mai la parola amore o amante. Non usatele per facili titoli da prima pagina. Chi picchia, stupra, ammazza una persona, una donna, non ha nulla che possa accostarlo a quelle parole. Non ne conosce il significato, non le sa vivere. Chi picchia, stupra, ammazza una persona, una donna, è solo qualcuno che commette un atto criminale. Amare può significare solo volere il bene dell’altro, anche a sacrificio del proprio. Tutto il resto è voglia di possesso, di soprafazione, può essere molte cose ma non certo amore.

27.5.13

Lezione incompresa

Ascoltare, cercare il confronto con il diverso da te, questa è sicuramente la strada migliore, forse l'unica, per agevolare la convivenza tra le persone, per smussare gli angoli delle differenze che appartengono a ciascuno. Parrebbe una cosa semplice da comprendere, ma per molti sembra inaccettabile o meglio inattuabile. Tutti si concorda sull'importanza del confronto e del dialogo, ci si spella le mani ad applaudire chi fa dell'apertura agli altri, ai più diversi, la caratteristica della propria vita. Poi però alla prima occasione si sprofonda nella più banale e becera logica dell'appartenenza. Quella logica per la quale chi non la pensa come te è un nemico. Il funerale di Don Gallo è stato l'ennesima dimostrazione di questa miseria umana. La bellezza di una chiesa gremita di persone sedute per terra, come si fa a casa tra amici, che volevano salutare un compagno di strada, sporcata dai fischi e le urla rivolte a Bagnasco. Peccato, non per Don Gallo, ma per quanti hanno dimostrato di non aver appreso nulla della lezione di quel compagno di strada.

20.5.13

Enzo Tortora 25 anni fa


Indignazione e sdegno come se piovesse, censura, riprovazione. Un esercito di commentatori, armati di penna e tastiera, desiderosi di dimostrare quanto imparagonabile fosse la tortura giudiziaria subita da Enzo Tortora e dalla sua famiglia con la vicenda di Berlusconi. In questa moltitudine anche chi, per essere coerenti con il proprio pensiero che ha elevato a categoria sacra ed intoccabile quello dei giudici, di fronte a un vero nuovo Tortora, un uomo ricco e famoso che si scaglia contro la magistratura, non potrebbe che stare dalla parte dei giudici, e puntare, proprio come allora, il dito contro Tortora. Forse è per questo che il 18 maggio nessuno, dell'esercito di cui sopra, ha pensato di dover dedicare un vero ricordo ad Enzo Tortora a 25 anni dalla morte. Non un editoriale o un servizio televisivo, neanche una citazione tra le notizie della settimana che ogni sabato vengono riassunte da quel bravo ed amato giornalista in quella bella e amata trasmissione della democratica rai 3. Forse troppo difficile o imbarazzante, per i seri e compunti commentatori, ricordare la storia di un uomo che vistosi travolto da una montagna di fango e di calunnie costruite ad arte e gonfiate dalla voglia di avere un bel mostro da sbattere in prima pagina, decise di combattere una battaglia civile nel nome della legalità e dello stato di diritto. Un uomo che trovò la forza per andare ad una guerra che sembrava, e molti auspicavano, persa in partenza con la sola compagnia di quel piccolo e scalcinato esercito del Partito Radicale. Forse troppo difficile o imbarazzante ricordare come quella vicenda che distrusse un uomo innocente, premiò con brillanti carriere dei giudici certamente colpevoli di una immane ingiustizia.
Tortora lo urlò ai giudici: “io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi”, oggi forse quell’urlo andrebbe rivolto ai tanti che prontissimi ad usarlo per una personale guerra, hanno deciso di non raccontarlo nel venticinquesimo dalla morte.

17.5.13

Ma qual è il suo mestiere?


In campagna elettorale diceva che non era un politico ma solo un comico, l’altro giorno ad una delegazione degli operai della fincantieri di Ancona ha detto che non poteva risolvere i loro problemi perché lui è solo un ex comico (chissà allora perché li ha incontrati). A giudicare dalla bislacca sparata contro Napolitano per i controlli fatti sui commenti sul suo blog non deve essere neanche un blogger, visto che anche il più scalcinato blogger (tipo il sottoscritto) sa che si è responsabili per quello che si pubblica, commenti compresi. Ma allora qual è il mestiere di Grillo e soprattutto a che titolo interviene su qualsiasi argomento?

5.5.13

La storia di Piera e...

E' la storia di Piera...di Vittorio...di Luca...di Paolo...di Piergiorgio, che con una forza superiore a quella che il fisico gli concedeva hanno dato corpo alla lotta per vedere riconosciuto il diritto di scegliere, per conquistare per gli altri ciò che a loro era negato. Ma è anche la storia di Marta, Lucia, Luca, Alfredo, Carmelo, Angela, Federica, Giuseppe... e di tutti quei cittadini che forti del proprio vissuto, con ostinazione e convinzione, continuano giorno dopo giorno a chiedere il diritto di decidere della propria vita e della propria morte. Dei tanti che non chiedono di decidere la sorte degli altri, ma non vogliono che gli altri decidano la propria. Dei molti, e sono sempre di più, che non si stancano di ribadire, ad una classe politica barricata dietro ad un muro di ipocrisia, la volontà di avere l'ultima parola. E' la storia, anzi la battaglia, di quanti in questi giorni stanno facendo la fila per firmare la proposta di legge per l'eutanasia legale ed il testamento biologico. La battaglia non per la libertà di morire, ma per la libertà di scegliere.

Grazie Piera, Vittorio, Luca, Paolo, Piergiorgio...

28.4.13

Mostri

Quando per consuetudine o per calcolo al confronto si sostituisce lo scherno e il dileggio, quando alla parola si preferisce l'urlo ed alla fatica del ragionamento la facilità della banalizzazione, quando le differenze non sono stimoli alla crescita ma alibi per innalzare muri, quando la verità è sempre da una sola parte, quando il tuo avversario diventa il nemico, quando i diversi da te sono dei mostri da distruggere, allora diventa probabile che qualcuno si senta chiamato al dovere di armare i mostri che ha dentro di se.

24.4.13

Precedere non seguire

Sta diventando  insopportabile questa litania secondo la quale i parlamentari sono i dipendenti dei cittadini, dei semplici portavoce delle loro opinioni con l'obbligo di consultarli prima di ogni decisione e di piegarsi ai loro voleri.  Sempre più demenziale la trasformazione dei social network da strumenti di comunicazione a luoghi della verità e della saggezza popolare. In un paese paralizzato, incapace di guardare oltre il proprio ombelico e di fare programmi validi per più di ventiquattro ore, non serve continuare a cercare l'unto del signore portatore di verità buone per l'oggi che puntualmente verranno contestate domani da un nuovo messia. Il vero sforzo da fare è quello per riuscire a selezionare una classe dirigente che, come dice la parola, sia in grado di dirigere il paese mettendosi un passo avanti ai suoi cittadini, non seguirne gli umori e gli interessi particolari. Una classe politica che si assuma pienamente le responsabilità, che abbia una visione d'insieme del mondo, con il coraggio di compiere scelte guardando lontano, senza timore della piazza di oggi ma con amore per il domani del paese.

23.4.13

Acuti e ottusi

Pompose affermazioni fortemente in contrasto con analisi e visione comune dei fatti, non garantiscono  automaticamente la qualifica di più acuto osservatore o di rivoluzionario. Spesso dimostrano semplicemente di non aver capito nulla.

C'erano una volta e ci sono ancora

Ricordate quei vecchi tromboni che dopo ogni elezione trovano il modo di dire che è andata comunque bene, che c'è sempre qualcosa rispetto alla quale hanno guadagnato, o che se proprio non sanno dove attaccarsi sfoderano la fantasmagorica affermazione: "abbiamo non vinto". Quelli che anche quando in due mesi perdono il 50% dei voti affermano: "Il dato non è affatto negativo, anzi". Sì insomma, quelli come Roberto Fico del movimento 5 stelle che commenta il risultato in Friuli.

17.4.13

Parole ed azioni

Una appartiene alla terribile ed indegna categoria dei giornalisti italiani con i quali non si deve parlare, un altro è un vecchio politico ottantenne già presidente di partito, già parlamentare in quattro legislature italiane ed in una europea, già presidente di authority nazionale. Sono questi loschi figuri dunque i candidati scelti dai 5 stelle sui quali cercare un accordo con uno di quei partiti di morti. Forse non guasterebbe trovare una maggiore coerenza tra parole ed azioni.

12.4.13

E' internet bellezza!

Troll, fake, spam, mailbombing, deny of service, hacker...
è internet bellezza, internet! e tu non puoi farci niente, niente!

10.4.13

Sguardi

Stranissima e sgradevole sensazione essere squadrato in modo sospettoso mentre di sera aspetti per strada un'amica. Ormai siamo talmente abituati ad  essere diffidenti, a vedere gli altri come una minaccia, che il primo pensiero che, impauriti, rivolgiamo verso chi non conosciamo è sempre negativo. Cerciamo di riconquistare la fiducia negli altri, reimpariamo a pensare che chi cammina da solo nella notte è molto probabimente solo uno che vuole fare quattro passi. Vivremo meglio.

9.4.13

Di architetti e chirurghi

Ma tu, per ristrutturare la casa ti affideresti ad un bravissimo cardiochirurgo?  Io no, sinceramente andrei in cerca di un architetto il più possibile bravo. Allora perchè per fare il Presidente della Repubblica si sentono fare, come fosse cosa logica e saggia,  nomi di persone stimabilissime ma che di quel mestiere nulla sanno? Sembra essere diventata una cosa normale proporre per ruoli importanti ed impegnativi candidature tra le più disparate, e allora puoi sentire in piazza come alla radio far nomi di attori, cantanti, scrittori, medici, giornalisti, direttori d'orchestra...nani e ballerine. Dopo l'uno vale uno, dove uno è però più uno degli altri, siamo assaliti dall'assurdità del tutti possono fare tutto. Ma non è così. Il siamo tutti uguali, è un principio fondamentale ma nel senso che tutti dobbiamo avere stessi diritti e doveri, senza essere discriminati per quello che siamo, poi però ciascuno ha le sue peculiarità che possono portare ad eccellere in alcune cose, in alcune appunto. Non tutto è semplice o semplificabile, non tutto è alla portata di tutti, esistono attività complesse per le quali servono competenza, esperienza, legittimazione. Stiamo attenti a non banalizzare qualsiasi cosa in nome di un egualitarismo sciatto e  senza sostanza. Sono un po' preoccupato, non vorrei un giorno trovarmi ad essere operato al cuore da un bravissimo architetto.

6.4.13

Evidentemente semplice

Ci si può avventurare in fantasiose considerazioni durante segretissime assemblee, gridare all'inciucio, invocare forconi e mazze di ogni grandezza e forma, annunciare piazze rivoluzionarie (in Italia?!?!), ma la realtà è una solo ed assai semplice: se si formerà un governo PD-PDL sarà semplicemente perchè chi poteva farne nascere uno diverso ha detto no.

5.4.13

Passi da grillo

All'inizio era tutto un procedere compatti verso la trasparenza assoluta, lo streaming era più che una tecnica un precetto. Poi un passo indietro con le dirette video a singhiozzo, successivamente un passo nel più puro stile prima repubblica con riunioni a porte chiuse e regola del silenzio. Ultimo passo una riunione talmente oscura che i partecipanti neppure sanno dove si fa. A guardare come si muovono questi più che grilli sembrano gamberi.

30.3.13

Il Presidente necessario

La situazione sembra sempre più ingarbugliata e drammatica, anche se le azioni tentate per sbrogliare la matassa sembrano sempre meno serie. Ci si aggrappa al Presidente della Repubblica che però non ha pienezza di poteri perchè vicinissimo all'uscita di scena, ci si affanna quindi anche nelle trattative per individuare la persona adatta da far salire al Colle che possa, con tutte le carte a disposizione, evitare al paese di franare e chiudere una partita che potrebbe restare altrimenti bloccata. Allora come dovrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica? Beh, che dire, dovrebbe essere persona con grande rispetto della costituzione, quella scritta intendo, in grado di essere garante senza sconfinare in comportamenti non consentiti. Una persona con massimo rispetto delle istituzioni, con grande e riconosciuta autorevolezza in ambito internazionale, una persona che abbia dato prova di non agire per interessi personali ma per il bene comune e lo sviluppo sociale, che della trasparenza non si sia limitata a parlare ma l'abbia praticata. Una persona stimata nel paese, magari una donna, ad indicare anche simbolicamente un voltar pagina. Ma una persona così c'è in questo paese? Sì ci sarebbe, ma forse proprio perchè è così non verrà scelta Emma Bonino.

22.3.13

Cafonal

Si possono riassumere in poche battute le caratteristiche salienti viste sino ad ora del Sen. Vito Crimi, una certa propensione all'insulto ed al turpiloquio e la fedeltà assoluta ai padroni della ditta Casaleggio & Grillo srl. In effetti non si è visto molto altro provenire dal valente capogruppo al Senato del movimento 5 stelle. Di certo non si è vista la presentazione di una sola proposta di legge, cosa abbastanza strana per chi è arrivato al seguito di un movimento che annuncia di avere idee e proposte chiare per cambiare le cose nel paese. Forse non gli hanno detto che non vanno presentate su di un blog. In compenso in quanto a scempiaggine e volgarità non si è fatto mancare nulla, dal convocare una conferenza stampa per non rispondere a domande, sarebbe stato sufficiente fare un comunicato, al "i giornalisti mi stanno sul cazzo", che lo si può anche dire se sei in mutande sul divano di casa a guardare un tablet (stavo per scrivere tv ma si sa i 5 stelle usano solo dispositivi che hanno un mac address (sanno cos'è vero?)), ma se sei al Senato in qualità di rappresentante della nazione, cioè di tutti i cittadini e non solo di quelli della tua ditta, sarebbe meglio evitare, per arrivare allo sbeffeggiamento del Presidente della Repubblica per la sua età. Ecco, quest'ultima cosa oltre a disturbarmi per la mancanza di rispetto, mi puzza di razzismo. Sì razzismo, perché razzismo non è solo gridare sporco negro dalla tribuna di uno stadio, o  malmenare una persona semplicemente perché rom, razzismo è anche deridere una persona  per le sue caratteristiche fisiche, comprese quelle anagrafiche. Cosa ne direbbe il Senatore Crimi se venisse apostrofato come il grasso e sudaticcio capogruppo 5 stelle, se si facessero battute sul suo profilo  non proprio filiforme? Immagino non ne sarebbe lieto, penso anzi che griderebbe al complotto per sminuire la grandezza del movimento (sì, del movimento di pancia…). Allora se come amano raccontare Crimi e i suoi compagni (si può dire compagni?), i parlamentari sono dipendenti dei cittadini, essendo io un cittadino vorrei avvisare che dai mie dipendenti pretendo un minimo di educazione, un alto rispetto delle istituzione, ma soprattutto un assoluto rispetto per le persone. Nel caso in cui non sia in grado di soddisfare questi semplici prerequisiti invito il mio dipendente a cambiare lavoro.