30.12.13

Tengo tutto


Arriva la fine anche di quest'anno e come sempre si prova, un po' per gioco e un po' seriamente, a fare una somma delle cose buone e di quelle cattive per vedere come è andata. Chiedeva una mia amica (una amica amica) in un social network tra il serio e il faceto: "Il 2013 lo buttiamo tutto o qualcosa teniamo?". Istintivamente viene da rispondere "tengo le cose belle e butto quelle cattive", ed effettivamente io di getto ho risposto circa così dicendo che tengo i sorrise ricevuti e le belle facce incontrate. Poi però riflettendoci un attimo su, e non sarebbe male se lo facessi più spesso prima di aprire bocca o battere sulla tastiera (proposito per il 2014? Nooooo), mi è venuto in mente quello che disse Anna Magnani a chi al trucco, prima di una scena, cercava di coprire le sue rughe: "Non togliermene neppure una. Le ho pagate tutte care". Ecco, sono convinto che gli anni dobbiamo conservarceli tutti, siano stati più o meno belli, perchè sono i mattoni con i quali abbiamo faticosamente costruito la nostra vita, abbiamo messo su quello che siamo. Certo le cose brutte, i dolori, vorremmo dimenticarli e buttarli via, magari come gesto scaramantico per non rincontrarli più, ma anche quei dolori hanno fatto di noi quello che siamo, ci hanno consentito di fare o non fare alcune cose, hanno insomma costruito la strada sulla quale camminiamo. Non è stato forse quell'amore perduto a farci capire l'importanza e la necessità di coltivare con cura gli affetti, o la malattia del genitore anziano a spalancarci occhi e cuore su un mondo fino a quel momento poco, o per nulla, conosciuto? Sì, le gioie e i sorrisi sono ciò che più facilmente ci viene alla mente, che più ci piace raccontare e condividere, che ci lasciano in bocca un buon sapore, ma non avrebbero lo stesso buon sapore se non avessimo mai assaggiato l'amaro, perchè forse non sapremmo apprezzarli se non avessimo avuto la possibilità di confrontare e di imparare. Allora me lo tengo tutto questo 2013 e lo metto insieme agli altri, vado anch'io ad aggiungere un'altra "ruga" che forse mi farà meno bello (ancora meno?), ma mi da il senso di aver vissuto. Comunque buon 2014 e che sia pieno sorrisi ed abbracci!

29.12.13

Solamente idioti

Non è che una o più vaccate (mi si perdoni il francesismo, ma mi pare opportuno), solo perchè scritte su qualche social network in rete devono per forza diventare notizia o tema per analisi sociologiche. Il più delle volte si tratta semplicemente di roba scritta da chi ci tiene a far sapere al mondo di essere un perfetto idiota.

26.12.13

Curiosità della mente


A volte capita di farsi prendere dal desiderio di interpretare i pensieri di una persona, si prova con impegno a capire il suo stato d’animo, si cerca di dare una spiegazione alle espressioni, ai movimenti del corpo, allo sguardo. Allora può capitare che dietro a quel viso gentile che incornicia un sorriso delicato, ti sembri di vedere uno sguardo velato di una leggera tristezza. Improvvisamente ti assale una lieve frenesia e vorresti fare mille domande per capire il perchè di quella tristezza, una tristezza che ad una tua prima sommaria analisi non dovrebbe avere nessun motivo di esistere e che al tempo stesso vorresti poter far sparire. Eppure sei consapevole di non conoscere la persona che stai fissando, e di non poter quindi ne chiedere, ne pensare di trovare risposte che abbiano un qualche fondamento di realtà. Però quando arrivano quei momenti non riesci a fare a meno di cercare d'interpretare, di capire. Forse perché in quella persona ti sembra di scorgere qualcosa d’interessante. E’ strana la mente a volte sembra voler correre in campi sconosciuti, addentrarsi in cose misteriose, o forse semplicemente si diverte a farti credere di essere più saggio di quanto tu non sia nella realtà. Boh, non so, probabilmente sono solo considerazioni da psicologo del bar sport, da analista delle feste che dispensa saggi consigli dopo la settima fetta di panettone. A proposito: Buone Feste!

17.12.13

Vedere i colori

Ridurre tutto ad uno schema minimale, a semplificazione estrema dove esiste solo il bianco o il nero. Affermare l'esistenza di una sola verità, di un unica posizione giusta. Sta ormai dilagando questo modo di approcciare la realtà e sembra sempre più l'unico ad avere diritto di cittadinanza. Ma la realtà non è così banale e piatta, fortunatamente è ricca e complessa, e deve essere contrastata questa sciatta logica che tende a negare le mille sfaccettature della vita, per evitare prenda definitivamente il sopravvento. Perchè la vita è un caleidoscopio di colori con mille sfumature, ed il bello, ed anche il difficile, sta nel cercare di creare un'immagine quanto più possibile armoniosa, consapevoli comunque che non sarà mai perfetta. Avremo un futuro solo sapendo vedere i colori.

10.12.13

Manganellatori 2.0

Insulti, dileggio, liste di proscrizione, inviti alle forze dell'ordine a non protegger i politici, sta diventando sempre più un miscuglio di machismo e squadrismo il movimento di Grillo. Sono i nuovi manganellatori, sicuramente 2.0 ma tanto, tanto simili a quelli che potevi incrociare per strada anni fa. Allora come oggi non è mai piacevole incontrarli, perchè sai che il loro obiettivo è quello di romperti le ossa, un tempo realmente oggi virtualmente. Ma non è detto che sia meno doloroso. Quelli di una volta però avevano un pregio, sapevi dove stavano e li riconoscevi subito anche da lontano, ma soprattutto accettavano il rischio di poter essere loro a finire in strada con le ossa rotte. Quelli di oggi invece si nascondano dietro la balla della democrazia diretta, della rete, di quella rete che trasformano sempre più in una cloaca dove scaricare miserie e frustrazioni personali. Fanno pensare ad una pericolosa avanguardia di aspiranti non tanto ad una repubblica dei "social" quanto ad una "sociale". Di Salò.

9.12.13

Bello. Anche senza carta

Devo ammettere che non mi trovo ancora a mio agio a leggere libri in formato elettronico, gli ebook per capirci. Eppure sono uno che con i computer ci bazzica ormai da un bel po' di anni, che ne ha usato un po' di tutti i tipi, ci ha infilato dentro le mani e la testa, nel senso letterale del termine. Sono uno che farebbe fatica a vivere senza email, che le scriveva quando la email non esisteva ancora, e non scherzo. Ecco, nonostante questo i libri preferisco ancora leggerli su carta, perchè mi piace poter mettere le dita tra le pagine, sottolineare con la matita, fare le "orecchie" ai fogli, sentire l'odore che hanno. Non mi sono ancora abituato a non avere queste cose, e non so se mi voglio abituare. Comunque qualche ebook comincio a leggerlo e proprio oggi ne ho divorato uno, infatti me lo sono letto tutto d'un fiato in poche ore. Le pagine scorrevano veloci quasi ci fosse un vento a girarle, e forse era proprio così, perchè dentro quel libro il vento c'è. Un vento fresco e allegro, di quelli piacevoli che ti mettono di buon umore. Il libro si chiama, si lo so che si dice si intitola ma si chiama a me pare in questo caso ci stia meglio, "La castagna matta". Un libro di storie raccontante da un uomo e da un albero, che però sono la stessa cosa, cioè sono due cose diverse ma sono un tutt'uno, perchè l'uno diventa l'altro e viceversa. Insomma un misto di racconti veri, o verosimili, e fiabeschi. Sono storie lievi ma anche forti di queste parti, del nordest, quel nordest campione di produttività ma che forse non lo è più, quel nordest fatto di uomini e donne talmente concentrati su se stessi che sembrano non saper in realtà chi sono e aver dimenticato o seppellito i propri sogni e desideri. Un libro, "la castagna matta", che con un tono fiabesco, delicato, ti butta addosso anche una realtà, la tua realtà, quella che forse un po' tutti ci nascondiamo perchè non ci piace. Allora tra un sorriso, uno stormir di fronde, puoi girando pagina andare a sbattere addosso ad un di quei barbanera che ti spaventa quando lo incroci, oppure trovarti a riflettere su un amore per una persona dello stesso sesso che non pensavi, o forse si, di poter provare, scoprendo che è ugualmente amore, ugualmente bello. Poi però alla pagina dopo ti ritrovi a ridere della suora che bestemmia o del netturbino e il nero che si sfottono. Insomma "La castagna matta" scritto da Mitia Chiarin, blonk editore (clicca qui per acquistarlo), a me è piaciuto tanto, e non perchè lo ha scritto una mia amica, ma perchè leggendolo mi sono divertito, ho pensato, mi sono eccitato, sono stato bene. E questo è quello che voglio da un libro, sia fatto di carta o di bit. Di carta però è meglio.
 
P.S. devo trovare un riccio con cui fare quattro chiacchiere

6.12.13

Nelson Mandela

Oggi è uno di quei giorni in cui ci si sente più soli, con la sensazione che la speranza abbia subito un colpo dal quale non potrà riprendersi. Ci vorrà qualche giorno perchè il suo insegnamento, il suo sorriso, torni a illuminarci ed a farci comprendere che si può, anzi si deve, sperare in un domani migliore e lottare perchè lo sia. Addio e grazie Signor Mandela.

5.12.13

Improcrastinabile


Ecco un'altra questione che dopo essere stata per anni segnalata come doverosa di un attento intervento, viene ufficialmente dichiarata improcrastinabile. Da oggi è improcrastinabile la riforma della legge elettorale, ma lo è anche il riassetto del sistema idrogeologico, al pari della riforma del sistema giudiziario e la soluzione dell’emergenza carceraria, ma lo è anche la risoluzione della questione esodati, assieme a quella della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico. Naturalmente è improcrastinabile un intervento risolutivo per la questione immigrazione. Tranquilli, siamo nel bel paese dove non c’è nulla di improcrastinabile oggi che non diventi domani "procrastinabilissimo".

1.12.13

Massimo quindici righe

"Quanto lunga è?" Prima, spontanea e leggermente impaurita reazione ad un invito a leggere in internet la recensione di un bar, insomma non proprio guerra e pace. Resto perplesso, anzi preoccupato, davanti ad una reazione di questo tipo tanto più se proviene da una liceale che ritengo, evidentemente sbagliando, dovrebbe essere abituata a leggere e documentarsi. Se un testo che difficilmente si può immaginare superi le 10/15 righe istintivamente suscita timore, viene da chiedersi se e come ci si avvicini ad un testo d'approfondimento di un tema sociale o ad un'opera letteraria. Piccola desolante conferma che la capacità ricettiva non va oltre gli slogan o i micro messaggi generici? Che in una società ricca come mai prima di mezzi d'informazione l'interesse per la conoscenza basata sulla documentazione è sempre più roba di nicchia destinata a pochi strani individui? Non lo so, certo il tema meriterebbe analisi ed un lungo approfondimento, ma temo non verrebbe letto.