31.1.11

L'amore

Forse è la domanda che con varie formulazioni più frequentemente si pone, agli altri e a se stessi: Cos'è per te l'amore?
Per quanto mi riguarda sento assolutamente mie le parole usate per rispondere da Arnoldo Foà: "Ho una tendenza all'amore, non fisico con una donna, ma l'amore per le persone, per gli spiriti, per le personalità, che sono le cose più belle sulla faccia della terra, perché sono diverse l'una dall'altra".

30.1.11

Messaggi subliminali

Cosa stanno cercando di dirmi a pochi giorni dal mio compleanno quelli di facebook?

Diplomazia in prima linea

La crisi egiziana al centro dell'attenzione dei governi di tutto il mondo, tutte le diplomazie sono in fibrillazione. Quasi tutte.


28.1.11

TATAO!

Ci sono giorni in cui sono veramente fulminato e devo guardare la carta d'identità per assicurami di essere un adulto. Giorni?

27.1.11

La memoria

"Il primo germe distruttivo della Shoah è stato ed è quello dell'intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e odio del diverso e dello straniero. Ci fu la persecuzione infatti anche contro i Rom e i Sinti. È necessario vigilare perché questo germe non si riproponga anche nei Paesi che si sono dati Costituzioni democratiche".
Come vorrei non fossero lette come parole di circostanza, parole solo per oggi, per il giorno della memoria. Sono parole che andrebbero ripetute ogni giorno e soprattutto comprese, assimilate. Sempre più la memoria viene cancellata, dimenticata, ridotta a roba vecchia utile al massimo per ridere di chi cerca con ostinazione di mantenerla viva quale strumento per conoscere e capire, quale difesa contro il ripetersi di tragici errori. Senza la memoria del passato anche ciò che abbiamo, che crediamo avremo sempre, diventa fragile e rischia di essere perduto. 
"I principi devono farsi vivere, devono sempre richiamarsi perché siano pienamente rispettati".

Frasi del Presidente della Repubblica nella giornata della memoria

26.1.11

Rispetto delle istituzioni

Come tutte le epoche, anche le più tragiche, pure questa si chiuderà. Resteranno brutte ferite da curare e cercare di  far rimarginare in fretta. Mi domando però se e come sarà possibile ridare dignità e credibiltà alle istituzioni, dopo che sono state maltrattate a tal punto da arrivare a poter dare in diretta tv, a ragione e senza  timore, del cafone al capo del Governo.

23.1.11

Siamo alla frutta

Veramente mal messo un paese in cui Totò Cuffaro può perfino essere d'esempio. Dopo i cannoli siamo arrivati alla frutta.

22.1.11

Anno nuovo, nulla di nuovo

Come sempre il nuovo anno è iniziato augurandosi che sia migliore del precedente. Il nuovo anno per le carceri italiane sembra essere assolutamente identico al vecchio: 21 giorni 5 suicidi.

Qualunquemente

Nelle sale l'ultimo lavoro di Antonio Albanese: un documentario.

21.1.11

Domande

Vivere l'oggi nella speranza di trovare domani le risposte che avresti dovuto avere ieri.

18.1.11

Amici miei

Sì, è vero. Se qualcuno ve lo ha detto non vi stava prendendo in giro: io parlo con i pupazzi. Parlo con cavalli e cani di pezza, papere di pannolenci e anche con porcellini di terra cotta. Sul social network scambio battute con un orso di peluche. Guardatemi pure strano, sogghignate sotto i baffi, prendetemi per matto, ma io non ci trovo nulla di strano nel parlare con i pupazzi. Visto che mi rispondono.

Sedi proprie

Il ministro degli esteri si dichiara preoccupato per il nostro paese perchè si sta celebrando un processo davanti ai mezzi d'informazione invece che nelle sedi proprie. Bravo ministro, ben detto.
Scusa Franco, lo dai tu l'indirizzo della procura al capo o gli mando io due righe?

17.1.11

Invecchiare male

Oggi mi sono trovato davanti un signore del quale non so dire esattamente l'età ma che certamente era anziano. Non sono mai bravo ad indovinare l'età delle persone, ma questa volta mi è stato impossibile anche solo farmi un'idea per quanto era artefatto questo omino, capelli tinti e probabilmente posticci, abito simil giovane manager, viso pesantemente truccato con uno stratto di cerone spesso un dito, occhi, ciglia e sopracciglia evidentemete ritoccati con chissà quali diavolerie, rughe spianate da litri di botox. Questo signore che si pavoneggiava in pubblico raccontanto ad alta voce improbabili storie a me ha fatto un gran tristezza, ma non solo a me, ho avuto infatti la certezza, guardando le faccia imbarazzate degli altri, che tutti stessimo pensando la stessa cosa, che poi è quella che sempre si pensa davanti a queste persone: "Poveretto, che pena non saper invecchiare dignitosamente. Spero di non ridurmi così".
Non so che età avesse l'anziano signore ma se proprio dovessi dire un numero direi settanta, anzi, settantaquattro.

16.1.11

Vandali in paradiso

Non facciamo finta di niente, non fermiamoci solo a guardare, facciamo che si sappia. Chi può intervenga, prima che non resti più nulla da fare.

13.1.11

Sono fatto così

Sappiatelo: io non ho nessuna predisposizione all'assistenza. Verso nessuno. Ditemi cinico, senza cuore, ingrato, fate pure, ma non ho nessuna pazienza con chi ritiene di essere l'unico a stare male, che sofferente come lui non c'è nessun altro, che non ci pensa neanche a guardarsi intorno per vedere come stanno gli altri, che non mette un briciolo di impegno e pazienza per superare un momento difficile, che si aspetta di avere il mondo ai propri piedi ma non accetta di adeguarsi a ciò che gli viene detto, che vuole siano gli altri a fare le sue cose e si incazza se non sono fatte come le farebbe lui. Di solito se posso, e anche se posso poco, dico di sì a chi mi chiede una mano, ma non sopporto, e non supporto, chi a quella mano si aggrappa a peso morto senza neanche provarci ad aiutarsi da solo. Dite pure che sono un bastardo, ma io sono così e se non vi piace non so cosa farci.

11.1.11

Ti aspetto

"Ti aspetto". Frase normale, solita, usata da tutti mille volte in segno di cortesia, ma dietro quel "ti aspetto" a volte si cela qualcosa di triste, ingiusto. Qualcuno che si fa aspettare, che non c'è qui ed ora, che lascia qualcun altro in un limbo, in una attesa in cui nulla si può fare  se non, appunto, aspettare il tempo o la decisione altrui. Un "ti aspetto" che è una ferita inferta a chi lo pronuncia.

10.1.11

Si può fare!

Dunque si può, si può e si fa con la massima semplicità. Gli studenti e le studentesse delle medie hanno delle ore in cui a scuola parlano con dei docenti di educazione sessuale, ricevono informazione sulla contraccezione, parlano di maternità responsabile, rapporti sessuali, profilattici, spirale, pillola del giorno dopo. Nelle scuole medie frequentate da italiani, che seguono i programmi italiani, che rilasciano diplomi italiani, tutto questo è possibile. E' possibile e viene fatto da tempo.
Basta studiare in una scuola italiana. In Cile.

9.1.11

Una giornata in compagnia

L'incontro è alle dodici, si arriva alla spicciolata ognuno con un mezzo diverso, in breve tempo il locale è pieno. Qualcuno è un abituè del posto e appena entra comincia a salutare,  quasi tutti arrivano in compagnia ma per lo più non ci si conosce, rapidamente però si socializza e si crea un' atmosfera quasi cameratesca, tutti parlano con tutti, ci si racconta storie personali come se ci si conoscesse da lungo tempo. Insomma  si diventa tutti un po' amici. Passano le ore, continua ad arrivare gente che ben presto si unisce alla compagnia integrandosi perfettamente nei ritmi del locale e di chi è arrivato prima. Si mangia qualcosa, si beve, acqua, aranciata, coca cola, qualcuno porta caffè per tutti, si passeggia e si parla tenendosi sotto braccio, ogni tanto, ma molto raramente, qualcuno lascia la compagnia e se non fosse per questo quasi non ci si accorgerebbe dello scorrere del tempo. Le ore passano, siamo arrivati a metà pomeriggio ma sono ancora molte le cose da dire e raccontare, nessuno resta in disparte, in alcuni affiora qualche cenno di stanchezza, in fondo siamo tutti qui dalla mattina. Rapidamente arriva sera ma la compagnia è ancora numerosa e ben amalgamata, sembra un unico corpo che si muove in modo coordinato, i più sono ancora i primi arrivati, sembra di essere qui da sempre e che sempre resteremo con questi simpatici compagni. Fa capolino un po' di noia, ma giusto un po', la si allontana con i nuovi arrivati, i ritardatari  che si sono persi questa irripetibile giornata. Un po' dispiace per loro.
E quasi notte, adesso me ne devo proprio andare, mi tocca lasciare questa grande compagnia con la quale ho passato un sacco di ore, quasi mi dispiace, mi ci ero affezionato. Ma non posso fare a meno di lasciarli, la dottoressa ha chiamato il mio nome. Mi ero dimenticato di essere al pronto soccorso e che sto aspettando da nove ore di essere visitato.

6.1.11

Stomachevole ipocrisia

Indignazione e scandalo per la bestemmia pronunciata all'interno di quella idiozia televisiva che si chiama grande fratello. Pie associazioni, organi eclesiastici e fogli d'ordine d'oltre Tevere insorgono per questa televisione degradata, per la perdita di valori, per questi messaggi che minano i cuori puri e le menti innocenti dei ragazzi.
Ma che livello di ipocrosia si può raggiugere, di quanti pesi diversi dispone la morale cattolica per valutare i comportamenti, quale stomachevole falsità si cela sotto le ricche tonache degli alti prelati. Questi pii e dotti educatori, guardiani e difensori delle giovani menti, usino verso il giovinastro televisivo  lo stesso metro adoperato  per le bestemmie, i comportamenti ripugnanti, gli abusi di potere dell'uomo maturo e massimo rappresentante del popolo tutto. Contestualizzino.

5.1.11

Carta e penna

Sospesa l'assistenza informatica nei tribunali, i computer non potranno essere riparati. Per scongiurare la paralisi si torna all'antico, si torna a carta e penna: sempre che i giudici se le siano portate da casa.

3.1.11

Recita a soggetto

Un copione, a volte sarebbe utile averlo. Disporre di un testo da seguire, dove le cose da fare sono definite, note,  dove ad ogni scena si conosce la seguente, ad ogni gesto quale sarà la reazione, dove si sa cosa fare e cosa no. Il più delle volte però non è così, spesso si dispone solo di un canovaccio, e pure molto raffazzonato. Un incomprensibile guazzabuglio di note disordinate. Ma quando disponi solo di quello non ti resta altro che affidarti ad un infuso di istinto e ragione per riuscire a dare prova delle tue capacità. Puoi decidere di non salire sul palco e restare nel buio, oppure puoi prendere il coraggio a due mani aggiungere un pizzico di incoscenza e lanciarti nell'impresa, provare a tirare fuori il meglio di te per far sbocciare un sorriso negli astanti e in te stesso. Sperando di evitare il lancio degli ortaggi.