31.5.13

La bellezza dei vent'anni...

...è poter non dare retta a chi pretende di spiegarti l'avvenire, e poi il lavoro e poi l'amore. (e.j.)

28.5.13

Non usate quella parola


Non usatela, non usatela più, non usatela mai, neanche per sbaglio, neanche per aggettivarla negativamente. Non usate mai la parola amore o amante. Non usatele per facili titoli da prima pagina. Chi picchia, stupra, ammazza una persona, una donna, non ha nulla che possa accostarlo a quelle parole. Non ne conosce il significato, non le sa vivere. Chi picchia, stupra, ammazza una persona, una donna, è solo qualcuno che commette un atto criminale. Amare può significare solo volere il bene dell’altro, anche a sacrificio del proprio. Tutto il resto è voglia di possesso, di soprafazione, può essere molte cose ma non certo amore.

27.5.13

Lezione incompresa

Ascoltare, cercare il confronto con il diverso da te, questa è sicuramente la strada migliore, forse l'unica, per agevolare la convivenza tra le persone, per smussare gli angoli delle differenze che appartengono a ciascuno. Parrebbe una cosa semplice da comprendere, ma per molti sembra inaccettabile o meglio inattuabile. Tutti si concorda sull'importanza del confronto e del dialogo, ci si spella le mani ad applaudire chi fa dell'apertura agli altri, ai più diversi, la caratteristica della propria vita. Poi però alla prima occasione si sprofonda nella più banale e becera logica dell'appartenenza. Quella logica per la quale chi non la pensa come te è un nemico. Il funerale di Don Gallo è stato l'ennesima dimostrazione di questa miseria umana. La bellezza di una chiesa gremita di persone sedute per terra, come si fa a casa tra amici, che volevano salutare un compagno di strada, sporcata dai fischi e le urla rivolte a Bagnasco. Peccato, non per Don Gallo, ma per quanti hanno dimostrato di non aver appreso nulla della lezione di quel compagno di strada.

20.5.13

Enzo Tortora 25 anni fa


Indignazione e sdegno come se piovesse, censura, riprovazione. Un esercito di commentatori, armati di penna e tastiera, desiderosi di dimostrare quanto imparagonabile fosse la tortura giudiziaria subita da Enzo Tortora e dalla sua famiglia con la vicenda di Berlusconi. In questa moltitudine anche chi, per essere coerenti con il proprio pensiero che ha elevato a categoria sacra ed intoccabile quello dei giudici, di fronte a un vero nuovo Tortora, un uomo ricco e famoso che si scaglia contro la magistratura, non potrebbe che stare dalla parte dei giudici, e puntare, proprio come allora, il dito contro Tortora. Forse è per questo che il 18 maggio nessuno, dell'esercito di cui sopra, ha pensato di dover dedicare un vero ricordo ad Enzo Tortora a 25 anni dalla morte. Non un editoriale o un servizio televisivo, neanche una citazione tra le notizie della settimana che ogni sabato vengono riassunte da quel bravo ed amato giornalista in quella bella e amata trasmissione della democratica rai 3. Forse troppo difficile o imbarazzante, per i seri e compunti commentatori, ricordare la storia di un uomo che vistosi travolto da una montagna di fango e di calunnie costruite ad arte e gonfiate dalla voglia di avere un bel mostro da sbattere in prima pagina, decise di combattere una battaglia civile nel nome della legalità e dello stato di diritto. Un uomo che trovò la forza per andare ad una guerra che sembrava, e molti auspicavano, persa in partenza con la sola compagnia di quel piccolo e scalcinato esercito del Partito Radicale. Forse troppo difficile o imbarazzante ricordare come quella vicenda che distrusse un uomo innocente, premiò con brillanti carriere dei giudici certamente colpevoli di una immane ingiustizia.
Tortora lo urlò ai giudici: “io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi”, oggi forse quell’urlo andrebbe rivolto ai tanti che prontissimi ad usarlo per una personale guerra, hanno deciso di non raccontarlo nel venticinquesimo dalla morte.

17.5.13

Ma qual è il suo mestiere?


In campagna elettorale diceva che non era un politico ma solo un comico, l’altro giorno ad una delegazione degli operai della fincantieri di Ancona ha detto che non poteva risolvere i loro problemi perché lui è solo un ex comico (chissà allora perché li ha incontrati). A giudicare dalla bislacca sparata contro Napolitano per i controlli fatti sui commenti sul suo blog non deve essere neanche un blogger, visto che anche il più scalcinato blogger (tipo il sottoscritto) sa che si è responsabili per quello che si pubblica, commenti compresi. Ma allora qual è il mestiere di Grillo e soprattutto a che titolo interviene su qualsiasi argomento?

5.5.13

La storia di Piera e...

E' la storia di Piera...di Vittorio...di Luca...di Paolo...di Piergiorgio, che con una forza superiore a quella che il fisico gli concedeva hanno dato corpo alla lotta per vedere riconosciuto il diritto di scegliere, per conquistare per gli altri ciò che a loro era negato. Ma è anche la storia di Marta, Lucia, Luca, Alfredo, Carmelo, Angela, Federica, Giuseppe... e di tutti quei cittadini che forti del proprio vissuto, con ostinazione e convinzione, continuano giorno dopo giorno a chiedere il diritto di decidere della propria vita e della propria morte. Dei tanti che non chiedono di decidere la sorte degli altri, ma non vogliono che gli altri decidano la propria. Dei molti, e sono sempre di più, che non si stancano di ribadire, ad una classe politica barricata dietro ad un muro di ipocrisia, la volontà di avere l'ultima parola. E' la storia, anzi la battaglia, di quanti in questi giorni stanno facendo la fila per firmare la proposta di legge per l'eutanasia legale ed il testamento biologico. La battaglia non per la libertà di morire, ma per la libertà di scegliere.

Grazie Piera, Vittorio, Luca, Paolo, Piergiorgio...