5.11.13

Comportamenti sospetti


L’impazzimento del sistema informativo sembra ormai inarrestabile, il parlare senza aver accesso il cervello è diventato quasi un obbligo e sei meritevole di sospetto se prima di emettere giudizi provi a fermarti un attimo a riflettere. Questo non vale solo per i social network, sempre più spesso trasformati da mezzi di dialogo a più voci a cloache dove scaricare le proprie miserie e frustrazioni, ma anche per i mezzi d’informazione più classici come i quotidiani, luoghi in cui nell’immaginario collettivo i professionisti della parola ragionano e soppesano prima di riempire di caratteri le colonne di stampa. Prendiamo il caso della Ministra Cancellieri sulla quale Repubblica ha aperto una pesante campagna di delegittimazione pur non avendo, la Ministra, commesso alcun atto illegittimo. Certo ha usato parole probabilmente inopportune ma comprensibilmente dettate, come normale e giusto che sia, da un forte sentimento di affetto per un’amica in grande difficoltà. Alle parole però ha fatto seguito un comportamento rigorosamente all’interno delle prerogative del suo ufficio. Si obbietta che la Cancellieri non riservi la stessa attenzione a tutti i detenuti, ma anche escludendo i numerosi i casi di intervento per detenuti ignoti, pare aberrante questa sempre più diffusa logica regressiva, come ben ha scritto Luigi Manconi, che vuole, a fronte di uno stato incapace di garantire il rispetto dei diritti per tutti, vederli sottratti anche a chi fortunatamente riesce a beneficiarne. Si chiede Manconi: "Se non possiamo essere uguali nei diritti è meglio esserlo nei non diritti?". Per molti novelli arruffapopolo la risposta sembra essere obbligatoriamente sì. Ma non è solo la Cancellieri a godere di un simile trattamento da parte dei professionisti della penna o della tastiera. Tocca infatti anche alla Bonino la quale oggi, se pur con minor eco, viene accusata da lanotiziagiornale.it di aver calpestato la sua storia politica per bassi interessi di potere. La colpa? Non ha concesso i benefit previsti per i coniugi ad un diplomatico gay sposatosi all’estero. Irrilevante evidentemente per l'estensore dello scritto che l’Italia non riconosca il matrimonio tra persone delle stesso sesso e che un Ministro, ma non solo, sia tenuto a rispettare le leggi del suo paese, anche quando non le condivide e lotta per modificarle. Diceva oggi Massimo Bordin durante la rassegna stampa di Radio Radicale: si potrebbe anche fare un bel titolo accusando la Bonino di non permettere di fumare marijuana alla Farnesina. Ecco, visto lo stato dell’arte non mi meraviglierei se qualche star dei media seguisse questo suggerimento, d'altronde cosa c’è di più sospetto e pericoloso in questo paese delle persone serie.

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