26.12.14

Anche questo è andato

Dai diciamolo, senza paura o timidezza, non succede nulla, in fondo lo pensiamo in molti: finalmente anche questo natale se ne è andato e per un anno stiamo tranquilli. Perchè è vero che il natale è un momento di festa in cui si stacca un po' la spina dai mille problemi quotidiani, un'occasione per ritrovarsi tra amici e parenti che non vedevi da tanto tempo... Ecco, appunto vogliamo parlare di queste figure? Sì, quelle persone che non vedi mai, non senti mai perchè non ti interessano e, con sentimento ricambiato, un po' ti stanno sulle scatole, ma che a natale inevitabilmente ti chiamano o ti vengono a trovare. Ma perchè devo passare del tempo con persone che non vedrò come minimo per un altro anno, persone alle quali non ho nulla da dire e nulla di quello che mi dicono mi interessa? Perchè devo stamparmi sul viso un finto sorriso di soddisfazione per un regalo che, essendo fatto da chi di me non sa nulla, risulta generalmente inutile se non addirittura fastidioso? Perchè è natale, mi dirai, e a natale siamo tutti più buoni, tolleranti e disponibili verso gli altri. Scusatemi, non vorrei apparire il mister Scrooge della situazione, ma una persona che mi è indifferente, quando non proprio antipatica, 364 giorni all'anno, lo è anche il trecentosessantacinquesimo. Sì lo so, anche se in realtà vorreste darmi ragione, state pensando che sono un orrendo cinico, uno a cui non piace il natale. Ma non è vero, a me piace il natale, mi piace un sacco fare l'albero, grande e con palline rigorosamente di vetro selezionate con cura negli anni. Adoro incontrare persone e stare in compagnia. Il punto è tutto qui, vorrei che il natale non fosse uno stanco rito sempre uguale, ma fosse per tutti l'occasione di stare più a lungo con le persone che, anche se distanti, compongono la nostra vita, quelle con le quali si condividono veramente passioni ed interessi tutto l'anno. Continuate pure a guardarmi storto, ma lo spirito del natale in fondo dovrebbe essere questo, mettere la sincerità al primo posto e lasciar cadere le formalità, spesso contornate da un leggero velo di falsità, della vita quotidiana.

20.12.14

Un silenzioso discorso

Una strana sensazione mi avvolge mentre a passo lento percorro un tranquillo sentiero nel bosco. Un sentiero che mi porta a sfiorare, uno dopo l'altro, alcuni forti della grande guerra. Li sento compagni immobili del mio camminare, testimoni di un orrendo passato che mi pare abbiano voglia, quasi bisogno, di raccontarmi la loro storia di terrore e morte. Sembra cerchino di fermarmi per farmi ascoltare quelle grida di dolore e paura di cui sono impregnati i loro muri, un farmi ascoltare per chiedere di non dimenticare. Perchè gli uomini che si sono uccisi in questi luoghi, forse senza neanche sapere il motivo, non vengano dimenticati, perché non si dimentichi la follia di quel massacro e di tutti quelli che, non avendo voluto imparare la lezione, sono venuti dopo. Mi fermo ed ascolto il loro silenzioso discorso con il quale mi avvolgono, mi sento indifeso vicino a queste fortezze che sembrano ancora in grado di reggere alle cannonate, mi sembra di sentire tutto il dolore di chi è passato qui molto prima di me. Resto immobile, in silenzio, quasi temessi di essere visto, ad aspettare che tramonti il sole. Con i miei pensieri riprendo  con passo lento il cammino, lungo un tranquillo sentiero dentro ad uno splendido bosco.

17.12.14

I colori del 2014

Il 2014 ormai è praticamente finito e come quasi sempre accade viene voglia di fermarsi un attimo, ad analizzare quest'anno com'è andato, a cercare qualcosa che lo abbia caratterizzato. Questo 2014 istintivamente mi viene voglia di associarlo a dei colori, colori che mi ricordano momenti di grande allegria e tranquillità. Chi mi conosce molto probabilmente sta già immaginando che questi colori siano quelli del mare e sicuramente non sbaglia, perchè il mare ed i suoi colori mi danno sempre grandissima gioia ed un senso di tranquillità che nient'altro riesce ad eguagliare. Quest'anno però lo associo ad altri colori, colori brillanti, allegri: il rosso e il giallo. Tranquilli, nulla che abbia a che fare con il calcio, attività per la quale continuo a non nutrire alcun interesse, no niente calcio, sono i colori della Spagna, della sua bandiera. Più volte negli anni passati ho avuto il piacere di girare per varie città della Spagna, Bilbao, Madrid, Valencia, Sevilla, Barcelona... ogni tappa una gioia. Ma quest'anno c'è stato qualcosa di più, quest'anno ho avuto la sensazione di viverla, di toccarla, di immergermi veramente nel suo interno. Questo senza andare in una grande città o in una delle mete classiche del turismo, bensì andando in un piccolo ma delizioso paese pieno di sole e, ovviamente, di mare. E' stato meraviglioso sentirsi non turista ma cittadino del luogo, ricevere sorrisi ed abbracci, essere parte di una quotidianità fatta di momenti sereni ma anche di fatica e preoccupazione. Si sono prese un posto nel mio cuore le belle persone che ho avuto la fortuna di conoscere e certamente ci resteranno per molto tempo, assieme a quelle che pur non essendo spagnole, o almeno non ancora del tutto, mi hanno aperto la porta verso questa splendida esperienza. Sì, il 2014 è stato rosso e giallo, spero che anche nel 2015 possano esserci almeno un po' questi colori.

14.12.14

Compiti per casa

Premetto che i miei rapporti con i banchi di scuola, e con ciò che ne consegue, sono finiti il secolo scorso, ma quanto ascoltato qualche sera fa devo dire mi ha lasciato un po' perplesso. In estrema sintesi quanto detto da una giornalista, e mamma, è che le otto ore settimanali di compiti per casa di suo figlio sono decisamente troppe. Lo erano non tanto perchè il figlio facesse già il tempo pieno, ma perchè le portavano un aumento di fatica e stress in quanto anche lei, nella veste di genitore, doveva cimentarsi quotidianamente con calcoli matematici, ricerche geografiche e analisi logiche varie. Lasciando pure da parte la considerazione che otto ore di compiti per casa significano poco più di un'ora al giorno, considerando vietato fare compiti la domenica, e che personalmente ne facevo sicuramente più di otto, ma non facevo tempo pieno e poi ho già detto che si tratta del secolo scorso, quello che proprio non capisco è perchè i compiti del ragazzo deve farli anche il genitore. Cioè i compiti sono parte del lavoro dello studente, sì certo mi ricordo che sono un palla e ogni ragazzo salterebbe nel fuoco pur di non sedersi a fare i compiti, ma non capisco proprio perchè debbano pesare sui genitori aumentandone addirittura lo stress. Il rapporto studente/compiti dovrebbe essere un prosieguo del rapporto studente/insegnante, sì ok gli insegnanti sono mediamente una palla e quasi nessun studente è interessato ad avere un rapporto con l'insegnante (almeno di tipo dialogico), quindi il compito dei genitori dovrebbe essere solo di tipo controllo/supervisione. Se faccio un tuffo nel mio passato ricordo che i problemi con la matematica, l'italiano e i circuiti a transistor me li dovevo sfangare da solo, nonostante i miei genitori fossero molto presenti ed attenti ai miei rapporti con la scuola e gli insegnanti. Pensando a quanto detto da questa giovane madre, che certo non è un caso isolato, e il suo stressato rapporto con i compiti per casa, mi viene spontaneo chiedermi se questo stare costantemente appiccicato al figlio, il farsi carico di quella che dovrebbe essere una sua fatica e responsabilità, non finisca per togliere qualcosa nel percorso di crescita e maturazione del ragazzo. Banalmente, il voler sempre togliere le castagne dal fuoco, non è una delle cause delle pesanti bruciature che molti ragazzi subiscono quando si trovano davanti ad ostacoli che devono affrontare obbligatoriamente da soli, essendoci arrivati però assolutamente impreparati? Non so, forse davvero le mie sono solamente elucubrazioni di uno del secolo scorso, quando l'ordine degli insegnati era: “per i compiti non fatevi aiutare dai genitori”. E di quando se arrivavi a scuola accompagnato dalla mamma venivi sbeffeggiato dai compagni per tutto il giorno.