31.5.11

Nemici mai

No, non piace la politica da stadio fatta di insulti tra curva sud e curva nord. Non mi piace la rappresentazione dell'altro come di un nemico. La politica è fatta di idee e soluzioni diverse, di schieramenti contrapposti, nei quali, però, non ci sono nemici ma solo avversari. Comprendo appieno e condivido l'entusiasmo per una vittoria elettorale che certifica l'aver saputo far comprendere e condividire la propria proposta per il futuro del paese. Però la politica, quella che vuole guidare ed indicare la strada da percorrere si fa sempre avendo al centro del proprio pensiero l'interesse di tutti i cittadini, non la si fa con spirito di vendetta, per offendere o colpire chi la pensa in modo diverso. Anzi, la si fa cercando di convincere e comprendere attraverso il dialogo innanzitutto chi non la pensa come te. Per questo mi è parsa assolutamente deprecabile e rivelatrice di un approccio sbagliato la frase pronunciata da chi aspira ad essere sempre più uomo delle istituzioni, da chi come Nichi Vendola delle parole conosce bene il significato e l'uso: "Abbiamo vinto alla faccia loro". La politica non  vince contro qualcuno ma per tutti.

30.5.11

Il peso delle parole

Ogni persona deve essere libera di esprimere il proprio pensiero anche se questo non è condivisibile, mi domando però  quale livello di ripugnanza deve raggiungere una affermazione perchè ne venga chiesto il conto a chi la pronuncia. Cioè, fino a che punto  siamo disposti ad accettare da un politico che rappresenta l'intero paese affermazioni demenziali senza sentire il dovere, l'urgenza morale, di esprimere ad alta voce l'indignazione e il disprezzo per tali parole e chi le ha pronunciate.  Per quanto continueremo a non dare peso alle parole, nostre e altrui, a giustificare qualsiasi cosa detta come se questa non incidesse minimamente sulle persone, sul modo di vivere di una comunità, sul futuro del paese, sulla visione di noi. Quanto ci siamo assuefatti al "giochino" del fraintendimento o della "bizzarria" del personaggio per farci praticamente scivolare addosso, quasi senza curarcene, la definzione di patriota riservata dall'europarlamentare Borghezio al responsabile di oltre ottomila morti a Srebrenica e di mille giorni d'assedio a Sarajevo con dodicimila vittime.

24.5.11

Rischio Stalingrado

Non ha torto Berlusconi a temere che in caso di vittoria di Pisapia Milano si possa traformare in una Stalingrado. Sì, la Stalingrado del centrodestra.

19.5.11

Nuova strategia

Con voce stentorea Giancarlo Gentilini dichiara: "La nostra gente pensa che dobbiamo realizzare un blocco navale militare in modo che nessuno superi le nostre acque territoriali ed utilizzare le forze armate per blindare i nostri confini". Prima però, spezzeremo le reni alla perfida albione.

17.5.11

Spin doctor

Verdini: "Escludendo dove abbiamo perso, abbiamo pareggiato". Nel PDL devono avere un nuovo spin doctor: Max Catalano.

16.5.11

Futuro da leader

Per Dominique Strauss-Kahn si prepara un futuro politico radioso e duraturo. In Italia.

14.5.11

Un sistema che funziona

Detenuti ammassati come bestie in spazi così angusti da essere costretti a fare i turni per stare in piedi, a legarsi alla branda per non precipitare dal terzo piano del letto a castello, suicidi continui, celle fatiscenti, servizi igenici inadeguati, agenti penitenziari in gigantesca carenza di organico, costretti a turni massacranti e ad inventarsi soluzioni per evitare che esplodano rivolte, direttori d'istituto senza fondi per l'ordinaria gestione costretti ad elemosinare per ottenere la carta igenica dalla caritas.
Questo per il ministro di "giustizia" Angelino Alfano signifca avere un sistema carcerario che funziona.

10.5.11

Povera chiesa

Me lo sono perso e non me ne dispiaccio, anzi onestamente ne sono felice visto soprattutto come ho passato le 48 ore in cui il papa è stato a Venezia. Ho però potuto leggere ed ascoltare  molti commenti entusiastici e grati per le parole del papa, per i suoi appelli a favore dei più deboli, dei migranti, dei lavoratori, degli ultimi. Non datemi banalmente del laicista, anzi fatelo pure che la cosa mi fa piacere, ma mi domando che credibilità possanno mai avere parole pronunciate in un contesto che appare come una loro evidente contraddizione, come si possono rivolgere inviti ad aiutare chi è in difficoltà quando senza un briciolo di vergogna si arrivano a spendere 400.000 euro per un palco dal quale dire messa, oltre 200.000 euro per far confezionare i paramenti del papa da usare per l'occasione. Come si può essere credibili fustigatori dello spreco e della mondanità quando per una visita pastorale si accetta di sostenere una spesa di 2.000.000 di euro. Non è solo facile retorica chiedersi quanta gente si sarebbe salvata dalla morte per fame con quei soldi, oppure quanti migranti e famiglie bisognose si sarebberro potute aiutare. Non sono credente e per me il papa è solo il capo di uno stato estero, ma penso che chi in lui riconosce il vicario di Cristo dovrebbe provare almeno un po' di imbarazzo.

3.5.11

Dietro il cancello

Il grosso cancello si chiude alle spalle e un po' d'ansia ti assale, il rumore è proprio quello sentito nei film con anche la grossa chiave che fa due giri nella serratura, ma questo non è un film, non sei in poltrona a guardare qualche attore famoso, questo è un carcere vero con persone vere e anche se sai che il cancello che ti hanno chiuso alle spalle per te si riaprirà un po' d'ansia rimane.
Non è la prima volta, eppure è sempre la stessa sensazione quando ho la fortuna di entrare per una visita in un carcere. Sì, la fortuna, perchè è utile fare un giro in questo luogo che è parte integrante della città, anche se molti, troppi, fanno finta non esista e non vogliono conoscerlo. Un luogo dove persone affidate allo stato, i detenuti, e servitori dello stato, agenti di custodia e direttori, sono costretti in una situazione invivibile fatta di sovrannumero e carenze strutturali: 8 in celle per 4, letti a tre piani dove di notte ci si deve legare per non cadere di sotto, materassi per terra, spazi così ristretti da dover fare i turni per stare in piedi, servizi igenici indecenti, carenze enormi di organico, agenti costretti a valanghe di straordinari, fondi per il normale mantenimentio del carcere concessi con il contagoccie, direttori costretti ad elemosinare alle associazioni di volontariato la carta igenica o le lampadine per sostituirle nelle celle. Fa bene entrare in un carcere, si scopre una umanità che non si immagina, perchè le carceri non sono piene di feroci delinquenti autori di crimini efferati, sì ci sono anche quelli, ma per lo più ci sono poveracci, gente che conduceva una vita sul filo e che da quel filo è caduta, gente, molta, troppa, che forse non dovrebbe esserci in cella perchè in attesa di giudizio e che probabilmente uscirà perchè non colpevole. Non è poi così difficile finire dietro le sbarre e può capitare a chiunque di noi. Può succedere di trovarsi rinchiusi, magari per poco, magari facendo parte di quella percentuale che poi esce perchè innocente.
In carcere si vede come ad una persona basta poco per risollevarsi, basta la possibiltà di occupare il tempo con un piccolo lavoro, comprendere di avere un ruolo, trovare la possibilità di parlare, una mano per una nuova possibità. Li dentro scopri un modo fatto di "guardie" e "ladri" che spesso si aiutano, si rispettano e si trattano vicendevolmente da persone, perchè chi è li è, e rimane sempre, una persona.
Il mondo oltre il muro di cinta non è un mondo esterno al nostro ma è un pezzo del nostro mondo e sarebbe bene esserne consapevoli e sforzarsi di conoscerlo, si capirebbe così che il modo migliore per avere sicurezza è creare le condizioni perchè il carcere non sia un ghetto dal quale uscire con un marchio indelebile addosso, ma un luogo in cui indicare una nuova strada per ricomciare. Questo si può fare e un un paese che voglia dirsi civile lo deve fare.