24.9.13

Porta d'Europa

Non li vedi, non riesci nemmeno a capire dove stanno, l'isola è assolutamente tranquilla immersa nella sua bellezza fatta di un panorama che mescola la durezza della terra alla dolcezza di un mare cristallino. Sai che ci sono, ti aspetti di vederli ovunque condizionato come sei dalle cronache che ne danno un'immagine simile a quella di uno sciame di cavallette infestanti che al loro passaggio distruggono tutto. Alla fine, di sera, ne incroci alcuni, sono piccoli gruppi di tre quattro persone, uomini e donne. Anzi no, non uomini e donne perchè sono giovanissimi, ragazzi e ragazze che sfoggiano un sorriso bello come solo quello dei ragazzi può essere. Un sorriso che sa di speranza nel futuro, un sorriso in tutto identico a quello dei coetanei che gli passano affianco senza mostrare alcun fastidio. Allora non puoi non fermarti a guardarli e a pensare a quello che hanno passato questi ragazzi per rincorrere una speranza di vita migliore, alle carrette del mare sulle quali hanno trascorso giorni e notte ammassati gli uni sopra gli altri cercando solo di non morire. Pensi ai molti ragazzi che invece non ce l'hanno fatta e la cui vita è finita a pezzi proprio come e quelle carrette che ora giacciono a riva in attesa che il tempo le distrugga. Pensi a questo luogo sempre pronto ad accoglierli per il quale si fa troppo poco, a quella porta d'Europa aperta su una Europa sempre più chiusa a quei sorrisi.

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