5.8.13

Vecchie usanze


La televisione non c'è, la radio è spenta, il cellulare, qui su, riceve poco e male. Niente sms, chat, mail, social vari, quel coso che costantemente tieni in mano all’improvviso ha poco più dell’utilità di un fermaporta. Allora ti ritrovi quasi costretto a parlare direttamente con le persone che hai attorno, che siedono al tuo stesso tavolo, e questa cosa, che per molti sembra essere ormai inconsueta, si scopre non è poi così spiacevole. Si scopre, o meglio si riscopre, che le parole inviate all' interlocutore senza strumenti tecnologici hanno un gran fascino e sono un meraviglioso strumento per socializzare veramente. Si ritrova il fascino e il significato degli sguardi, dei respiri, dei gesti che si fanno durante un discorso. Si ritrova il gusto, o forse la difficoltà, di trovare le parole giuste senza poter contare su correttori o vocabolari online. Dopo un breve momento di imbarazzo quasi tutti si lasciano avvolgere da questa antica usanza, qualcuno forse arriva perfino a scoprire che scambiarsi un sorriso guardandosi negli occhi è assai più bello di digitare uno smile.

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