Oggi un'altro, siamo arrivati a quarantuno suicidi dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane, uno ogni cinque giorni.
Quarantuno persone sotto tutela dello Stato non hanno retto alle infernali condizioni in cui erano costrette a vivere. Condizioni che fanno assomigliare le nostre carceri a quelle di un paese del terzo mondo, luoghi destinati al recupero dei valori della legalità e del rispetto delle regole dove ogni giorno legalità e regole vengono calpestate: quasi 70.000 detenuti in carceri che ne possono contenere al massimo 44.000, celle per due persone che ne ospitano sei, letti a castello a tre piani dove si deve dormire legati per non rischiare di cadere di sotto, materassi a terra perchè non c'è più posto per le brande, spazi talmente limitati da dover fare i turni per poter stare in piedi, strutture fatiscenti, nessuna attività lavorativa, nessun programma di recupero, mancanza di beni elementari come i prodotti per la pulizia delle celle, carta igenica razzionata quando non assente, epidemie di malattie come la scabbia, agenti penitenziari pesantemente sotto organico costretti a fare i salti mortali per cercare di gestire la situazione e ridurre i danni per loro e per i detenunti.
Un morto ogni cinque giorni nelle carceri italiane: a quale livello deve arrivare la barbarie perchè diventi insopportabile per le coscienze di questo paese?
Quarantuno persone sotto tutela dello Stato non hanno retto alle infernali condizioni in cui erano costrette a vivere. Condizioni che fanno assomigliare le nostre carceri a quelle di un paese del terzo mondo, luoghi destinati al recupero dei valori della legalità e del rispetto delle regole dove ogni giorno legalità e regole vengono calpestate: quasi 70.000 detenuti in carceri che ne possono contenere al massimo 44.000, celle per due persone che ne ospitano sei, letti a castello a tre piani dove si deve dormire legati per non rischiare di cadere di sotto, materassi a terra perchè non c'è più posto per le brande, spazi talmente limitati da dover fare i turni per poter stare in piedi, strutture fatiscenti, nessuna attività lavorativa, nessun programma di recupero, mancanza di beni elementari come i prodotti per la pulizia delle celle, carta igenica razzionata quando non assente, epidemie di malattie come la scabbia, agenti penitenziari pesantemente sotto organico costretti a fare i salti mortali per cercare di gestire la situazione e ridurre i danni per loro e per i detenunti.
Un morto ogni cinque giorni nelle carceri italiane: a quale livello deve arrivare la barbarie perchè diventi insopportabile per le coscienze di questo paese?
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