11.8.10

Un morto ogni 5 giorni

 
Oggi un'altro, siamo arrivati a quarantuno suicidi dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane, uno ogni cinque giorni.
Quarantuno persone sotto tutela dello Stato non hanno retto alle infernali condizioni in cui erano costrette a vivere. Condizioni che fanno assomigliare le nostre carceri a quelle di un paese del terzo mondo, luoghi destinati al recupero dei valori della legalità e del rispetto delle regole dove ogni giorno legalità e regole vengono calpestate: quasi 70.000 detenuti in carceri che ne possono contenere al massimo 44.000, celle per due persone che ne ospitano sei, letti a castello a tre piani dove si deve dormire legati per non rischiare di cadere di sotto, materassi a terra perchè non c'è più posto per le brande, spazi talmente limitati da dover fare i turni per poter stare in piedi, strutture fatiscenti, nessuna attività lavorativa, nessun programma di recupero, mancanza di beni elementari come i prodotti per la pulizia delle celle, carta igenica razzionata quando non assente, epidemie di malattie come la scabbia, agenti penitenziari pesantemente sotto organico costretti a fare i salti mortali per cercare di gestire la situazione e ridurre i danni per loro e per i detenunti.
Un morto ogni cinque giorni nelle carceri italiane: a quale livello deve arrivare la barbarie perchè diventi insopportabile per le coscienze di questo paese?

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