Veramente il genere umano impara dai propri errori? Davvero la storia non si ripete? Personalmente ho sempre avuto dei dubbi al riguardo, soprattutto relativamente alla prima domanda. Se poi vado a vedere Agorà questi dubbi non possono che aumentare.
Ipazia, uccisa perché non accettava di sottomettersi ai dogmi cristiani e riteneva indispensabile per la sua vita continuare a mettere in dubbio le convinzioni del tempo, comprese le sue. E cosa c’è di diverso in questa folle uccisione rispetto a quanto avviene, duemila anni dopo, in molte parti del mondo sempre con la scusa dell’infallibilità della fede, la propria? Dov’è la differenza tra l’ostracismo riservato ad Ipazia e alle sue riflessioni sul cosmo e quello che spesso oggi si trova ad affrontare chi prova ad analizzare il mondo senza preconcetti, superando luoghi comuni e abitudini consolidate, per cercare soluzioni che possano migliorare la comprensione e la convivevenza tra le genti?
Riusciranno mai gli uomini a capire che la libertà inzia con la possibiltà di mettere e mettersi in discussione e che l’ostacolare questa possibiltà è sempre il preludio di tempi cupi?
Ma forse sono troppo influenzato dalla visione di Agorà. O forse, putroppo, no.
Ipazia, uccisa perché non accettava di sottomettersi ai dogmi cristiani e riteneva indispensabile per la sua vita continuare a mettere in dubbio le convinzioni del tempo, comprese le sue. E cosa c’è di diverso in questa folle uccisione rispetto a quanto avviene, duemila anni dopo, in molte parti del mondo sempre con la scusa dell’infallibilità della fede, la propria? Dov’è la differenza tra l’ostracismo riservato ad Ipazia e alle sue riflessioni sul cosmo e quello che spesso oggi si trova ad affrontare chi prova ad analizzare il mondo senza preconcetti, superando luoghi comuni e abitudini consolidate, per cercare soluzioni che possano migliorare la comprensione e la convivevenza tra le genti?
Riusciranno mai gli uomini a capire che la libertà inzia con la possibiltà di mettere e mettersi in discussione e che l’ostacolare questa possibiltà è sempre il preludio di tempi cupi?
Ma forse sono troppo influenzato dalla visione di Agorà. O forse, putroppo, no.
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