31.5.10

Dietro la maschera

Assassino! Nazzista! No all'eugenetica! Ogni vita è degna di essere vissuta!
Erano queste le parole scagliate con violenza addosso a chi voleva solamente porre fine ad inutili trattamenti sanitari a chi non si sarebbe mai ripresa,  a chi voleva eseguire un'esame per evitare di mettere al mondo un figlio destinato a sofferenza certe ed indicibili o, ancora, a chi voleva poter scegliere per se una morte dignitosa a fronte di una vita che non lo era più. Brandite come armi da un'esercito di politici senza scrupuli, queste parole sono servite per poter indossare la maschera di paladini della vita e di strenui difensori dei valori di santa romana chiesa. Per emanare leggi retrograde e antiscentifiche, porre divieti e condannare ad inutili sofferenze, al solo scopo di ottenere i favori di potenti prelati. Ma questo agire è, appunto, solo una maschera dietro la quale celare la propria grossolana rozzezza.
Perchè solo rozza, a voler essere gentili, può essere definita la classe politica che  in Veneto ha approvato una delibera, la 851 del 31 marzo 2009, che prevede come controindicazioni assolute al trapianto d’organo un quoziente intellettivo inferiore a 50 e come controindicazioni relative, cioè bisognose di un’attenta valutazione, un QI minore di 70.
Cade la maschera, con questa delibera che puzza di discriminazione dei più deboli, di sfregio volgare alla vita, si  dissolve la cortina fumogena fatta di proclami sulla dignità di ogni vita e si svela la concezione  esclusivamente utilitaristica sui cui poggia il pensiero dell'attuale classe di governo. Ora ci si affretterà a spiegare, motivare, cambiare, aggiornare, ma il fatto stesso che una tale normativa sia stata formulata, sia stata approvata, che non sia stata denunciata con forza da chi quel testo ha avuto sotto gli occhi, rende evidente la pochezza di chi avrebbe per mandato il dovere di agire per il bene comune.
A quanti hanno avallato, con l'azione o con il silenzio, questo provvedimento va riconosciuto però di aver svolto, certamente a loro insaputa, un servigio alla comunità, hanno reso noto a tutti il valore del loro QI:  un valore che certamente li escluderebbe dalla possibiltà di un trapianto.

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