24.5.10

Il bavaglio degli imbavagliati

Per quanto se ne sa il disegno di legge sulle intercettazioni appare come un atto destinato a peggiorare ulteriormente il già disastroso stato dell'informazione. Sì, il già disastroso stato, perchè non è che senza la cosidetta legge bavaglio la qualità dell'informazione nel nostro paese sia alta, anzi diciamolo pure è veramente bassa. Oggi però molti giornalisti e non gridano al pericolo bavaglio, al rischio  di non poter fare un'informazione completa, sembra quasi non si siano minimamente accorti di quanto i media siano già da tempo imbavagliati, che l'informazione è tutt'altro che completa, che di fatto alla gran parte dei cittadini non da oggi, e neanche da questi ultimi due anni, è preclusa la reale possibità di conoscere. L'atttuale alzata di scudi di giornalisti ed editori personalmente mi sa di ipocrisa se continua a non venire accompagnata da un'altrettanto forte denuncia del sistema dei media, il quale, grazie alla distruzione giorno dopo giorno di quello strumento indispensabile per lo sviluppo del senso critico che si chiama conoscienza, ha di fatto consentito di far sprofondare il paese e le coscienze dei suoi cittadini in uno stato di profondo torpore. I molti professionisti dell'informazione che denunciano un paese allo sbando a causa di un governo attento solo ai propri interessi e di una opposizione incapace di fare proposte perchè tutta impegnata in giochi di potere interni, non mi pare si siano distinti negli anni nell'impegno per dare possibilità di espressione alle altre voci che pure esistono nel paese, per consentire di far crescere un dibattito attorno a proposte diverse, per dare ai cittadini un panorama ampio di opinioni attraverso il quale costruirsi la propria. 
Coloro i quali oggi salgono sulle barricate con la motivazione di combattere contro il rischio di vedere ridotti i propri diritti, quanto hanno realmente fatto per difendere il diritto dei citttadini ad essere informati? Potrei sbagliarmi ma non mi pare di averne visti molti impegnati in prima persona per cercare di far circolare idee e pensieri diversi da quelli che il potere faceva giungere alle loro orecchie, mi pare invece di aver assistito molto più spesso ad accondiscendenti opere di amplificazione del potente di turno, a comodi e poco rischiosi copia e incolla di pruriginose sbobinature o di veline del palazzo. 
Mi auguro non si stia combattendo contro un cancro al solo scopo di poter continuare a non occuparsi delle metastasi che stanno rendendo agonizzante il diritto all'informazione nel nostro paese.

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