23.10.10

I primi quarant'anni

Anche dopo averli raggiunti non sono mai riuscito a capire la storia dei quarant'anni. Il traguardo, la tappa a cui fermarsi a riflettere e fare un consuntivo, il punto di svolta. Ci metto anche impegno nell'ascoltare le spiegazione dell'ennesimo amico giunto sulla soglia dei quaranta, ma niente da fare resto sempre con quell'aria un po' smarrita e un po' ebete di chi proprio non vede tutte queste cose fondamentali. Il mio quarantesimo "tagliando" è stato identico al trentanovesimo e al quarantunesimo, nulla di più o di di meno. Perchè mai deve esserci una data precisa in cui fare i conti con il passato e definire il futuro, un giorno per dire: "ora sono grande". Ogni giorno è un punto di svolta o un momento per riflettere su noi stessi, per fare scelte con le quali imboccare una strada nuova o restare convintamente sulla stessa via. E se i quaranta sono un traguardo, i cinquanta cosa sono, e i trenta?
Forse il vero punto di svolta nella vita di ognuno è quello in cui si riesce a raggiungere un equilibrio con se stessi, a capire come ogni giorno sia un traguardo e un punto di partenza, come il domani sia un qualcosa di unico ed irripetibile in cui dipenderà molto da noi riuscire ad usare il tempo senza esserne solamente consumati. E tutto questo può accadere a ventisette, trentacinque, quarantotto anni, o mai.

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