15.7.11

Tintinnar di padelle

Dentro c'è un'umanità disperata, stipata in spazi angusti costretta ai turni per stare in piedi, soffocata dal caldo opprimente e da letti a castello cresciuti così tanto da impedire l'apertura delle finestre. Un'umanità abbandonata e dimenticata, un'umanità composta da chi ha commesso sbagli a volte gravi e da chi è li per caso ma che una volta uscita si porterà sempre dentro quel passaggio per l'inferno. Un insieme di persone costrette ad essere abbruttite e consumate dal tempo senza poter minimante fare di questo un mezzo per costruire una speranza, una nuova possibiltà.
Sarebbe comprensibile che in simili situazioni ci si lasciasse andare ad una disperata e distruttiva violenza, invece sembra sia giunta a loro per non si sa quali canali un messaggio, una testimonianza di impegno e lotta per, e con, loro fatta di nonviolenza. Un messaggio dai detenuti compreso e assimilato che li porta ad manifestare attraverso scioperi della fame chiedendo che i loro pasti siano devoluti alla caritas. Che quando riescono a sapere che tu sei li sotto le mura per far conoscere le condizioni di vita delle carceri e per cercare che questo paese, con un sussulto di dignità, decida di applicare le leggi che esso stesso si è dato, ti mandano la loro voce per dirti che sanno, che capiscono e ti ringraziano. E la loro voce è fatta di pentole e padelle battute sulle sbarre, in modo ritmico, tutti assieme, e tu capisci ancora di più che li dentro c'è una umanità che merita di essere conosciuta e aiutata.

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