10.10.09

Dio non creò la terra, errata traduzione

Pochi giorni fa l'ANSA ha ripreso una notizia apparsa sul sito del britannico Daily Telegraph riguardante un'argomento che sotto l'aspetto teologico non è certo di marginale importanza. Non credo  esista una sola testata giornalistica, televisiva o cartacea, che non  riceve i “lanci”  messi in rete dall'agenzia  ANSA, ma credo che difficilmente questa notizia troverà spazio sui principali mezzi d'informazione. Almeno in Italia.

Ellen van Wolde, 54 anni, rispettata scrittrice e studiosa dell'Antico Testamento afferma che nella Bibbia da nessuna parte c'è scritto che Dio creò la terra. Dopo un'attento studio del testo originale scritto in ebraico è arrivata alla conclusione che la Genesi è stata per millenni tradotta malamente e pertanto la frase "in principio Dio creò il cielo e la terra" sarebbe errata. Attraverso l'analisi di altri testi scritti nell'antica Babilonia e la revisione della Bibbia calata nel suo contesto, la studiosa si è accorta che il verbo 'bara', presente nell'incipit della Genesi, non significa 'creare' ma 'separare' nello spazio. Ecco allora che la frase significherebbe in realtà "Dio separò il cielo e la terra". Dio pertanto non avrebbe creato la terra dal nulla, così come vuole la tradizione giudaico-cristiana e la teoria creazionista, ma sarebbe intervenuto separando la terra e il cielo in un corpo che già esisteva.
La van Wolde in base al suo studio, che sarà presentato alla Radboud University di Amsterdam, sostiene quindi che "l'interpretazione tradizionale di Dio come Creatore è assolutamente insostenibile".
Ora Ellen van Wolde, che ha studiato teologia ed esegesi all'Università cattolica di Nimega (Olanda) e al Pontificio Istituto Biblico di Roma  si è laureata con una tesi sul racconto del paradiso nella Genesi, è docente di esegesi dell'Antico Testamento e di Ebraico alla Facoltà di teologia cattolica dell'Università di Tilburg ed è membro del Comitato di Direzione della rivista internazionale di teologia Concilium, spera di riuscire a dar vita ad un robusto dibattito attorno ai suoi approfonditi studi. Personalmente non escludo che l'auspicato dibattito possa aprirsi in Olanda, dubito fortemente invece possa accadere in Italia dato che difficilmente avremo la possibiltà di conoscere l'esistenza delle tesi della Professoressa Ellen van Wolde.


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