2.1.16

Percezione

La realtà spesso è così ricca di sfumature da apparire ai nostri occhi offuscata, di difficile comprensione. Sempre più frequentemente occorre uno sforzo aggiuntivo per comprendere ciò che, proprio perchè realtà, dovrebbe essere di facile lettura per tutti. Ma in un mondo complesso qual è il nostro, di facile lettura c'è sempre meno e quello sforzo aggiuntivo diventa indispensabile. Molti, però, non sono disponibili per questa nuova fatica e cercano il modo di evitarla, e allora eccola, arriva lei a togliere le castagne dal fuoco e rendere nuovamente chiara per tutti la “realtà”: la percezione. E' ormai questa per molti la chiave di lettura del nostro tempo, si fa prevalere cioè non la realtà basata su fatti e dati certi, verificabili, ma la percezione della realtà. Sempre più è la base sulla quale si fondano scelte e decisioni anche da parte di interi organi di governo. La sicurezza, l'immigrazione, sono solo i più eclatanti esempi di come la percezione, e non la realtà sia il punto centrale del dibattito politico nel nostro paese, e non solo. I recenti terribili atti di terrorismo nel cuore dell'Europa hanno fatto alzare, giustamente, la soglia di attenzione nelle forze di sicurezze, ma al tempo stesso hanno scatenato una serie di reazioni dettate solamente, e per questo inutili, dal bisogno di soddisfare la percezione di insicurezza che si venuta a creare nella gente. Una percezione in gran parte alimentata ad arte per poter essere usata per fini che nulla hanno a che vedere con la protezione delle persone. Ecco quindi la richiesta, subito esaudita, di avere in strade e piazze militari armati: poco importa se con dubbi compiti e se non sapendo che fare si occupano più dei fatti loro che di quanto gli accade attorno. Ma questo vuole la percezione dell'assedio, dell'invasione per essere placata, questo si dà perchè conviene dare. Irrilevante se i dati oggettivi dimostrano che non c'è una invasione, che il pericolo non arriva da fuori ma è portato da chi è parte della nostra società, che i più terribili attentati non avvengono da noi ma in quei paesi che guardiamo con sufficienza e paura e dei quali continuiamo a non voler conoscere nulla. Sempre più la percezione assomiglia ad un credo religioso a cui affidarsi per qualsiasi cosa, dalla più importante alla più irrilevante, nessuno chiede su cosa si basa una affermazione o una notizia. Faccia caldo o freddo, piova o nevichi, è sempre l'evento più “grande”: rispetto a cosa o a quando non importa. L'analisi oggettiva non interessa, anzi infastidisce, annoia con i suoi dati e imbarazza se dimostra che il tuo sbraitare, il tuo indicare responsabili è del tutto infondato. Sapere è un'altra cosa dalla percezione, richiede, appunto, uno sforzo aggiuntivo richiede di porsi domande, avere dei dubbi e pretendere risposte vere, verificabili. Ecco perchè allora è meglio assecondare la percezione, perchè far crescere la conoscenza rende le persone non più manipolabili, libere. E questa sì, per molti sarebbe oggettivamente la più grande sciagura.

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