5.8.12

Contratto di matrimonio

Escludendo a priori le affermazioni dei non pochi personaggi beceri e volgari e focalizzando l'attenzione su quanti tentano di argomentare l'avversione per il matrimonio omosessuale con apparente pacatezza, quelli cioè che non dimenticano mai di dire in premessa di non avere alcun pregiudizio verso gay e lesbiche ("persone come tutte le altre", "ne conosco tantissimi", "sono miei amici", e via andare di banalità), resta comunque difficile seguire la logica percui una cosa che non toglie nulla a nessuno, non arreca danno o sofferenza è da contrastare.
Personalmente mi interessa poco, anzi nulla, l'istituto dele matrimonio, mi interessa invece molto vedere garantita, anzi accresciuta, dalle istituzioni dello stato la libertà di scelta e la parità di diritti e doveri. Proprio su questo aspetto, la parità di diritti e doveri, diventa evidentemente insostenibile per uno stato che voglia definirsi democratico il fatto che due persone sole se di sesso diverso possono recarsi presso gli uffici comunali e stipulare un contratto. Perché di questo si tratta, di un contratto tra due persone che nulla ha a che fare con questioni di carattere religioso. Questioni che sono sempre la vera base delle obiezioni al marimonio omosessuale. In comune davanti al Sindaco non si trattano temi di fede ma normative dello Stato. Laico per definizione, vorrei ricordare.

Nessun commento:

Posta un commento