9.11.10

Occhio alle penne

Un altro. L'ennesimo giornalista massacrato nella Russia dell'amico Vladimir. Nel paese del "dono del Dio" i giornalisti vengono uccisi come mosche, quando non muoiono subito ci rimettono come minimo le mani.
Questa volta è toccatto a Oleg Kachin trovare sotto casa la squadra di picchiatori i quali dopo averlo massacrato di botte gli hanno spezzato le dita. Anche Oleg Kachin era un giornalista scomodo. Sarebbe meglio dire un giornalista normale, un giornalista che non si accontenta di fare da megafono del potente di turno, ma un giornalista che cerca di capire come stanno veramente le cose, che cerca di fornire ai suoi lettori gli strumenti della conoscenza attraverso i quali possano formarsi una propria ed autonoma opinione.
L'aggressione di Oleg Kachin non ha fatto grande scalpore da noi, in fondo non ci interessa molto se un giornalista, per di più russo, viene malmenato e ridotto in fin di vita. I giornalisti tutti i giornalisti, si sa, sono in fondo semplicemente dei ben pagati scribacchini dei quali si potrebbe fare a meno. Lo dicono tutti, e se lo dicono tutti sarà vero…
Sono sempre di più quelli che farebbero volentiere a meno dei giornalisti, a cominciare dal nostro amico di Vadimir che non perde occasione per scagliarsi contro il mondo dell'informazione. Normalmente io non sono molto tenero con i giornalisti, spesso, essendo da tempo contiguo al loro mondo, non risparmio critiche feroci rischiando a volte di apparire anche sgarbato agli occhi di amici. Sicuramente il mondo dei media è pieno di persone che svolgono con superficialità e sciatteria la loro professione, che tirano semplicemente alla busta paga. Ma non tutti sono così, non facciamo di tutt'erba un fascio, sarebbe un'errore gravissimo, facciamo molta attenzione perché il lavoro di chi fa informazione è di una delicatezza ed importanza unica, la forze delle notizie e della loro conoscenza è enorme, non è un caso se i golpisti di tutti i tempi si preoccupano sempre come prima azione di mettere le mani sui mezzi di comunicazione.
Cerchiamo di essere molto attenti, di sorvegliare gli spazi di comunicazione e pretenderne sempre di più, perchè non sono mai troppi, perché l'informazione è un bene prezioso da difendere e curare, perchè serve per respirare. Se l'informazione, soprattutto quella non ossequiosa dei potenti, frana, tutto ciò che ci sta attorno viene ricoperto da un pericoloso e soffocante manto oscuro difficile da rimuovere.

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