22.11.10

Le regole

Ci ho fatto l'abitudine a quella espressione che sta tra il compatimento per un povero illuso e la catalogazione nella categoria dei fessi. Sì, perché ormai è quasi una costante ogni volta che mi ritrovo magari accidentalmente a parlare del rispetto delle regole, una pratica che da noi sembra essere ai più sconosciuta o evitata con molta cura. In linea di principio siamo tutti convinti assertori della necessità delle regole se si vuole vivere in una società civile, il loro rispetto però è sempre preteso negli altri mentre per noi stessi siamo pronti a trovare innumerevoli e validissimi motivi per non rispettarle. Non mi riferisco solo a quelle regole il cui non rispetto causa danni enormi alla collettività, ma anche quelle assai meno "impattanti" le quali tuttavia mi paiono dei tasselli fondamentali del vivere comune. Cose normali di tutti i giorni, perfino banali come il rispetto delle norme del codice della strada oppure delle procedure per la richiesta di una autorizzazione o un permesso comunale, le regole deontologiche della professione o, perché no, il rispetto di una coda allo sportello postale.
Non penso che una regola in quanto tale sia automaticamente giusta, trovo però inaccettabile che di fronte ad un regola a nostro giudizio errata ci si senta in diritto di non rispettarla anziché chiederne la modifica. Diritto oltretutto valido solo per noi, perché se a non rispettare le regole è un altro diventiamo subito feroci censori e strenui difensori della legalità.
Sono assolutamente convinto che il rispetto delle regole debba essere il faro che guida ognuno all'interno della vita quotidiana, non mi pare possibile per una società definirsi civile se i suoi membri non sentono questo come un dovere fondamentale. Come altrettanto fondamentale dovrebbe essere sentire il desiderio di agire concretamente per modificare ogni regola che appaia errata o dannosa anziché cercare scappatoie per eluderla senza curarsi del fatto che la nostra "furbizia" porterà sicuramente danno a qualcun altro. Ecco la "furbizia" di cui molti vanno fieri mi appare come un male pericolosissimo, da denunciare costantemente.
Sì lo so, stai facendo la faccia di uno che pensa: povero illuso questo deve essere un po' fesso, gli passeranno sempre tutti sulla testa.

Nessun commento:

Posta un commento