12.4.10

Vicini e lontani

 "La politica è lontana dalla gente". Certamente questa è la frase che tutti pronunciano e sottoscrivono durante dotte discussioni in cui si analizza la situazione della politica nel nostro paese. Forse però c'è anche un'altro verso da cui potrebbe essere utile formulare la frase: “la gente è lontana dalla politica”. Si lo so, starai pensando: “questo è un idiota, la frase è la stessa ed è assolutamente noto e da tutti detto che la gente è lontana dalla politica”.
E' vero (non che sono un'idiota...forse), anche messa nel secondo modo la frase è spesso pronunciata ma non con il senso che intendo io. Provo a spiegare. 
Innegabilmente molta della nostra classe politica è ogni giorno sempre più impegnata a guardarsi l'ombelico e a consumarsi in riti e consuetudini autoreferenziali, certo funzionali alla voglia di autoconservazione ma che inevitabilemente portano al distacco dalla realtà e dal vivere quotidano della gente. La reazione conseguente del cittadino a questo stato di cose è quella di considerare gli attori della politica come personaggi estranei e non degni di attenzione nel momento in cui si chiede di assegnare con il voto una delega a rappresentarlo, convinto com'è che comunque gli eletti non si interesseranno di lui. Facile a questo punto per chi si diletta con analisi politiche, filosofeggia sul perchè di vittorie e sconfitte, sforna per riviste patinata o siti di tedenza ricette vincenti, inbastire un pregevole e condiviso discorso sulle colpe della politica e dei politici. 
Dal mio punto di vista però, la politica ha potuto concentrarsi su se stessa e curarsi sempre più solo dei propri interessi di bottega anche perchè la gente ha deciso di disinteressarsi e non “mettere i piedi” nel piatto della politica, di non controllare costantentemente l'operato degli eletti dando così involotantariamente leggitimità all'attuale modo di agire. Mi pare grave, forse addirittura colpevole, la non azione dei molti che usando come alibi  l'affermazione “tanto sono tutti uguali, non cambia niente” hanno scelto di diventare dei mugugnatori di professione. Molto più grave poi se questo inazione appartiene filosofeggiatori e produttori di tattiche vincenti di cui sopra, perchè è vero che siamo un paese di allentori, vincenti, della nazionale ma quelli che da seduti sanno sempre come si dovrebbe fare proprio non li reggo. 
So benissimo che la gente comune, di cui peraltro faccio parte, ha mille problemi che  costringono ogni giorno ad una lotta estenuante e spesso perdente, ma il disinteressarsi della “cosa pubblica” non riduce o semplifica questa lotta, anzi sicuramente la acuisce perchè molte delle difficoltà hanno nella politica e nei politici la loro origine. Per questo credo sia utile avvertire quanti affermano “Io non mi occupo di politica” di fare attenzione, perchè certamente si può decidere di  vivere senza occuparsi di politica ma altrettanto certamente la politica si occuperà della nostra vita in ogni momento.

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