6.11.15

La normalità può attendere

Un viaggio, alcuni giorni per staccare dalla routine quotidiana e ritrovare te stesso facendo ciò che veramente ti piace. L'occasione di vedere luoghi e persone nuove o rincontrare chi ti è caro. Un viaggio, lo sai, che come gli altri avrà una fine e un ritorno a quella vita che rapidamente ti riassorbe, sfuma i ricordi e ti riporta nella normalità. Può capitare però che il viaggio riesca a rimanerti dentro, nel profondo, avvinghiato alla mente come se volesse impedire alla quotidianità di spegnere i tramonti che infuocano il cielo, di intorbidire le acque cristalline, di silenziare le fragorose risate tra amici. Ecco, il mio ultimo viaggio è così, non vuole farsi chiudere nell'armadio dei ricordi, vuole continuare a proiettare nei mie occhi le bellezze viste, a farmi sentire le gioie provate e il calore degli amici. Mi tira a se per rallentare quanto più possibile il ritorno alla normalità. Mi piace questo essere strattonato, e non ho intenzione di opporre resistenza.

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