18.8.15

Solo invidia!

Critiche da tutto il mondo, testate giornalistiche internazionali che pubblicano in prima pagina resoconti, non certo benevoli, su quanto accade a Venezia in queste settimane. Di Venezia si occupa il mondo, come è normale per chi ha consapevolezza dell'importanza della città e del conseguente livello di attenzione di cui gode a livello mondiale. Non a caso all'esplosione dello scandalo mose sulla stampa estera finì Orsoni e non Galan, le cui accuse erano certamente più pesanti. Difronte a questa situazione la giunta comunale, con il Sindaco in testa, non sente la necessità di fare, o non è in grado, alcuna analisi o riflessione approfondita, non sente il dovere di dare una qualche argomentata risposta per confutare ciò che dal mondo viene detto. Come ci si potrebbe aspettare da un piccolo paesino dove le principali problematiche riguardano la riparazione dei tombini e la pulizia delle strade, la Giunta veneziana si limita a considerare quanto viene detto e scritto oltre i confini cittadini e nazionali come sguaiati ed immotivati attacchi provenienti da chi ha perso le elezioni. Insomma, il tutto viene trattato come fosse un banale problema d'invidia tra paesani. Il massimo che si riesce a sentire, o meglio, a leggere su twitter, come “ragionamento” politico sono frasi del Sindaco tipo: “i cittadini mi hanno chiesto questo”, frase che peraltro fa pensare a poteri telepatici visto che molti cittadini non ricordano di aver mai chiesto “questo”. Oppure “Elton John fora i schei!” dimenticando che proprio Elton John contribuì in modo notevole per la riapertura della Fenice. Non sono da meno i suoi assessori, a partire da quelli “ggiovani”, nel riprendere le frasi di spessore del primo cittadino in modo tanto convinto da farle diventare un mantra del pensiero fucsia: “le elezioni le abbiamo vinte noi e tu te la mangi”. Certo, il livello del confronto dialettico tra una città internazionale come Venezia ed il resto del mondo non pare particolarmente elevato, ma del resto cosa aspettarsi da chi per riassumere il proprio pensiero politico non va oltre un'espressione dialettale.
(Naturalmente parlo per invidia).

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