10.2.15

Irrilevanti per scelta

Il mondo pare si stia nuovamente avvicinando alla soglia di un baratro nel quale aveva proclamato di non voler ricadere "mai più". Riecheggiano discorsi fatti da piccoli uomini che ancora una volta credono di poter ottenere risultati attraverso l'uso della forza, parole senza senso, piene solo di pericolosa negazione di quanto reso evidente da secoli costellati di inutile sofferenze e distruzioni. Viene da sorridere, se non fossimo davanti ad eventi tragici, a sentir dire con soddisfazione che l'Europa vive in pace da settant'anni; sì certo, basta non guardare un metro oltre il proprio confine. Del resto che l'Europa non sappia guardare oltre il proprio naso è cosa nota, e non certo perchè non possa ma perchè non vuole farlo. E' sufficiente scorrere le notizie su quanto accade subito dietro il confine a sud o ad est dell'Europa, per comprendere, volendo, come l'accozzaglia di staterelli che compongono l'unione europea siano governati, e popolati, da menti ottuse, così assorte nell'anacronistica difesa della propria "sovranità" da non riuscire a vedere il rischio di ritrovarsi sovrani di un mucchio di macerie. Mai come ora è evidente quanto sia necessario poter far parlare l'Europa con una sola voce, una voce potente, di una potenza data dal fatto di parlare a nome di 500 milioni di persone. Perchè questo sia possibile l'unica strada percorribile e quella di chiedere, ma soprattutto agire per realizzare, gli Stati Uniti D'Europa. Creare finalmente un governo politico con reali poteri di decisione che si ponga sopra gli stati nazionali, che lasci a questi poteri locali ma che su temi generali quali politica estera, difesa, economia sia soggetto prevalente. Non è più rinviabile aprire un dibattito non teorico sugli Stati Uniti D'Europa, far comprendere come solo un soggetto europeo fortemente legittimato può sedere al tavolo delle trattative far valere il proprio punto di vista. E invece no, si continua far finta che l'urgenza non sia questa dando spazio a personaggi che costruiscono carriere con anacronistiche teorie basate su parole d'ordine del tipo prima lo Stato o ancor meglio la Regione se non addirittura la Provincia. Si procede tutti in ordine sparso, ogni staterello bofonchia qualcosa più per affermare la propria esistenza che per trovare una soluzione. Così mentre decine di ministri irrilevanti proclamano, asseriscono, illustrano misure e contromisure a favore di telecamera, i morti si ammucchiano nell'ombra e le macerie aumentano. Siamo alla riproposizione del "dividi et impera" di antica memoria, con la novità però che questa volta il "dividi" non è un evento che si subisce ma che si promuove, si incoraggia in preda ad una follia di autoreferenzialità.

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