18.2.15

Cambiamo maschera

Anche questo carnevale è andato, si ripone la maschera finta e si torna ad indossare quella vera. La maschera che portiamo tutti giorni, quella imposta dal ruolo, dalle consuetudini o, ed è la peggiore, dalla convenienza. Viviamo tutti, chi più chi, per fortuna sua, meno, fingendo e celando il vero io, siamo talmente abituati a farlo che spesso non sappiamo più quale sia la nostra vera identità, la nostra maschera diventa il nostro io. A carnevale puoi vedere donne occidentali travestite da orientali, un padano assumere i costumi di un moro, un borghese indossare gli abiti di un nobile, una bella indossare la maschera da strega, e tutti, così camuffati, sorridere assieme e divertirsi a divertire. Le altre maschere, quelle quotidiane, invece assai poco divertono, sono spesso maschere feroci indossate per mettere paura, dividere, emarginare, prevaricare. Il carnevale ogni anno è li a ricordarci quello che pur sapendo sembriamo condannati a dimenticare nel volgere di una notte: l'importanza di sorridere e far sorridere. E se provassimo a spezzare questo terribile incantesimo? Proviamo ad allungare i tempi delle maschere gioiose del carnevale ed accorciare, fino a farli scomparire, quelli delle maschere cupe della quotidianità. Chissà, forse potremmo scoprire che quella del carnevale non è una maschera ma il nostro vero volto.

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