5.3.13

un altro giorno è andato...

Una settimana è passata dalla chiusura delle urne e in questo paese che sembra ormai abituarsi a giocare sul filo, non si dirada la nebbia che avvolge la costituzione di un governo. Guru, leader, presidenti di partiti e non partiti almanaccano senza giungere a nulla di concreto. Detentori di vecchie e nuove verità assolute si guardano in cagnesco, da un lato chi ha ottenuto un pezzo di maggioranza solo per merito di una porcata, da un altro lato chi grazie alla stessa porcata ha impedito si formasse una maggioranza piena, infine chi ha preso più voti di tutti ma non intende governare nel nome di una poco rassicurante teoria del: tutto o niente. Ci si "sputazza" l'un con l'altro incuranti del fatto che il mondo ci guarda e attende, non per un tempo infinito, che si definisca la squadra destinata a governare questa scalcinata barca dal nome Italia. Ci si muove come se fossimo soli, se non dipendessimo dagli altri e gli altri non dipendessero da noi. "Siamo troppo grandi per essere lasciati affondare" continuiamo a ripeterci con spirito auto consolatorio, intanto però i buchi nello scafo aumentano e la barca si inclina sempre più.
E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?

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