18.7.14

Libertà di scelta fasulla

A sentire il vigore con cui recitano quello che sembra diventato un mantra, viene quasi voglia di unirsi al coro. Le preferenze sulla scheda elettorale come panacea della cattiva politica, lo strumento principe per consentire all'elettore di decidere chi deve essere eletto al Parlamento. Ancora una volta sparisce dai radar del ragionamento politico la memoria storica, le preferenze appaiono come una rivoluzionaria novità da conquistare per il bene del paese e dei suoi cittadini. Le preferenze sono state presenti per decenni sulle schede elettorali di questo paese, sono state il punto più alto (sarebbe meglio dire il più basso) e feroce dello scontro politico nelle campagne elettorali, ma sono state, soprattutto, il più formidabile strumento di corruzione, manipolazione e controllo dell'elettorato. Un potentissimo mezzo per imporre l'elezione di figure, non di rado losche, decise in posti assai lontani dalle cabine elettorali. Un metodo di elezione che ha portato alla continua crescita i costi delle campagne elettorali, agevolando così il candidato che disponeva, lecitamente o meno, di grosse somme e relegando ai margini chi invece non poteva contare su grandi mezzi economici.  Sembra che pochi vogliano ricordare quanto diffuso fosse, soprattutto in certe zone del paese, il controllo del voto, così diffuso e persuasivo che ben prima della comparsa degli exit poll, e soprattutto con maggiore precisione, c'era chi poteva dire i risultati appena chiuse le urne. Se in tempi passati questo “pilotaggio” riusciva ad essere così capillare, non ci vuole molto ad immaginare come potrebbe essere oggi con tutto quello che offre la tecnologia per verificare come il “libero” elettore si è espresso. Dietro questa voglia di ritorno ad un sistema del passato che ben poco di buono ha lasciato in questo paese, mi pare di scorgere la voglia di cavalcare un argomento di facile presa, un cercare nuovamente di seguire le “pance” piuttosto che fare la fatica di tracciare una strada nuova. Forse la vera questione su cui varrebbe la pena spendere energie non è il poter scegliere un nome, ma poter conoscere realmente i candidati, le persone, per poter votare con consapevolezza. Se proprio si deve recuperare qualcosa dal passato che sia l'enaudiano “conoscere per deliberare”.

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