16.3.12

Immensi spazi di tristezza


Dicono che stanno bene, sono felici, che si divertono i delfini negli acquari dove ad orari fissi a comando si devono esibire in salti, capriole, inchini e sorrisi. Dicono che gli piace lavorare con l'uomo, che il fatto si riproducano nelle vasche dimostra quanto sono a loro agio. Sarà, però io l'unica volta che sono entrato nel famoso acquario più grande d'Europa sono andato a vedere, non lo spettacolo no, sono andato prima, da solo a guardarli. Li ho visti tristi nuotare lentamente in tondo senza meta, con la pinna dorsale piegata di lato dentro quelle vasche che sembrano immense ma sono minuscuole al confronto con quel mare che rappresenta il loro mondo, quel mondo in cui sono liberi di scegliere se e quando saltare, se correre davanti ad una prua o no, se avvicinarsi all'uomo o no. Li ho visti tristi ed io ero triste per loro e per la stupidità degli umani che li vogliono in gabbia. Io li ho visti i delfini liberi e quella volta sono sfrecciati davanti a me senza fermarsi in stupidi inchini per elemosinare un po' di cibo. Quella volta avevano tutto un mare che li aspettava, quella volta erano veramente felici, e lo ero anche io.

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