11.11.11

La crisi non è finita

Alcuni commenti e reazioni su Mario Monti e sul suo eventuale governo ripropongono arabeschi linguistici tipici della politica nostrana, sembra che  i problemi economici del paese siano superati, che il rischio del baratro di due giorni fa sia scomparso. Ci si balocca con argomentazioni che paiono scollegate dalla situazione, che puzzano di interessi di bottega nel più classico malcostume politico. Ma la crisi non è superata, il fatto di aver recuperato qualche punto su tassi di interesse e valori di spread astronomici non mette al riparo da disastri, siamo ancora assolutamente nel mezzo della bufera dalla quale si deve uscire rapidamente prima di vedere la barca sfasciarsi e colare a picco. E' curioso che alcuni tra quelli che invocavano a gran voce la fine immediata del governo Berlusconi, ora indichino come strada maestra da seguire quella che consetirebbe a questo governo di rimanere in carica altri mesi. Improvvisamente la crititca feroce per le mancate riforme e l'assenza di un freno alla crescita del debito pubblico sembra possa sopirsi e con essa l'urgenza di fare quanto per troppo tempo rinviato e necessario per riacquistare credibilità al paese.  Per alcuni azzeccagarbugli della politica nostrana pare talmente normale non mantenere fede agli impegni presi da non risultare credibile il fatto che i mercati davanti ad un'altra prova di inaffidabiltà ed inerzia, davanti ad un altro rinvio, ci metterebbero un attimo a far precipitare gli italiani in un panorama argentino.
Sarebbe il caso che finalmente la classe politica di questo paese  avesse il coraggio di apparire impopolare per non continuare ad essere antipopolare.

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