3.5.16

Famiglia d'anima

Non mi è mai appartenuto il concetto di famiglia inteso come quell'insieme di legami dettati dalla consanguineità. Non ho mai sentito quella cosa che molti con orgoglio chiamano il “richiamo del sangue”. Per me la famiglia è, è sempre stata, quell'insieme di persone che completano, fanno crescere il mio essere, persone che io ho scelto, che per motivi, a volte uguali a volte diversi, sento essermi indispensabili. Sono persone alle quali ho deciso di donare un pezzo del mio cuore e alle quali nulla chiedo in cambio. I membri della mia famiglia, la mia famiglia d'anima, spesso neanche si conoscono tra loro, forse non sanno neanche di farne parte, nella mia famiglia, quella che mi serve per vivere, per fare un passo dopo l'altro, non ci sono cognomi uguali e se ci sono è un fatto irrilevante, a me bastano i nomi. Allora nel mio sangue scorrono nomi come, Monica, Pier, Elena, Bobo (ma vi pare un nome Bobo?), Andrea, Annalisa, Antonella, Marco, Emma, Mitia... e molti altri. Perchè ho la fortuna di essere ricco di persone che mi hanno donato tanto, senza le quali non sarei quello che sono e non potrei fare quello che ancora devo fare. No, non confondo l'amicizia con la famiglia, queste persone sono assai più degli amici, sono pezzi di me, mi compongono e quando ne perdo una è un pezzo di me che si perde. Questa è la mia famiglia, l'insieme di ciò che è simile a me in cui cercare certezze, ma anche diverso da me, in cui trovare quei dubbi che mi costringono a non fermarmi.

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