11.2.16

Magari fosse un ente solo inutile

Trasformare, con puntuale incuria, un enorme patrimonio immobiliare in un enorme cumulo di macerie. Potrebbe essere descritta così la "mission" dell'Ater di Venezia, un ente che tra inchieste, osservazioni della corte dei conti e commissariamenti vari, si dimostra ogni giorno di più una palla al piede per la gestione della residenzialità nel Comune più famoso del mondo. Si potrebbero riempire volumi con racconti surreali sulla incapacità di azione a fronte delle problematiche abitative che riguardano centinaia di persone. Appartamenti lasciati nel più totale degrado, lavori di ristrutturazione di vecchi, per non dire storici, palazzi lasciati in sospeso per mancanza di verifiche sui lavori o per burocratici rimpalli di responsabilità. Funzionari che si lanciano frecce avvelenate l'un l'altro (in puro spirito aziendalista) al  solo scopo di chiamarsi fuori anche dalla più piccola decisione. Riunioni per deliberare attività di ristrutturazione e conservazione degli immobili continuamente rinviate, a causa di delegati dell'ente privi di qualsiasi potere decisionale e con il solo compito di riferire ad un non meglio precisato dirigente superiore che si guarda bene dall'esporsi in prima persona. In tutto questo bailamme di inefficienza mista ad ottusa burocrazia, un immenso patrimonio pubblico, cioè di tutti, va letteralmente in malora trascinando con se decine di persone costrette a vivere in situazioni precarie quando non malsane. A fronte di tutto ciò, e della costantemente sbandierata volontà di una corretta ed efficiente gestione dei beni pubblici, viene spontaneo chiedersi quanto si dovrà attendere prima di vedere l'eliminazione di un ente che per come opera appare peggio che inutile, e l'affidamento di questo prezioso patrimonio immobiliare a chi sia realmente interessato alla sua salvaguardia. Auguriamoci che il tempo da attendere non sia troppo, altrimenti al posto di un patrimonio da gestire avremo solo delle macerie da smaltire.

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