30.12.12

Pronti? Via!

Ci risiamo, è appena iniziata (ma forse non è mai finita) la campagna elettorale e già sono allegramente partiti insulti, attacchi personali e sputazzi vari. Tizio si scaglia contro Caio, Caio  inveisce contro Sempronio. Poco importa se fino al giorno prima andavano a braccetto,  se si lanciavano offerte di collaborazione condite da apprezzamenti reciproci, in vista di un nuovo sviluppo e un radioso futuro insieme. E' bastato il "rompete le righe" per vederli, l'un contro l'altro armato menarsi fendenti: "non capisci nulla", "sei inaffidabile", "hai fatto solo danni", "sei di rango inferiore", "io sono il più democratico", "come me contro la mafia nessuno", "voi dei poteri forti", "massoni, demo pluto giudaici", "cancro per il paese"... Il tutto condito da ridiscese e salite, passi avanti e passi indietro, dubbi sulla candidatura trasformatisi in poche ore in annuncio di corsa per la premiership con tanto di lista col proprio nome e simbolo già stampato. Sembra impossibile una campagna elettorale in cui semplicemente ognuno presenta le sue proposte vedendo negli altri dei concorrenti  e non dei nemici,  anzi sembra che a nessuno passi neanche per l'anticamera del cervello, quasi si trattasse di infrangere una tradizione intoccabile. Sarà anche vero che essendo un popolo latino siamo inevitabilmente portati ad accalorarci, e non mi illudo quindi di poter vedere uno scambio duro ma civile stile Obama-Romney,  però non sarebbe male riuscire a vedere una campagna elettorale  in cui si contrastano le idee e non le persone, dove chi vince tende la mano allo sconfitto, e chi perde dice "ho perso" invece di "abbiamo non vinto". Insomma mi piacerebbe una campagna elettorale in cui il tema di discussione non è chi tra i contendenti nostrani è più infame, ma come pensano di risolvere i non pochi problemi presenti e futuri. Ammesso che lo sappiano.

25.12.12

Oggi, 25 dicembre

Un 25 dicembre di pensieri che si rincorrono, immagini che si accavallano. Una giornata in cui per la prima volta le assenze pesano come mai avresti pensato, perchè te lo eri sempre raccontato che da certe cose non saresti stato sopraffatto. Ancora una volta devi invece ammettere che loro, sì proprio loro, avevano ragione quando a te bambino raccontavano le cose che succedono ai grandi. E allora i pensieri oggi li occupi con loro, perchè vuoi che sia così e vuoi che siano pensieri di gioia e sorrisi, i loro sorrisi che per lunghi anni ti hanno accompagnato anche quando non te ne accorgevi. Sia allegria dunque, sia questa una giornata di affetti contagiosi che si diffondano come un'onda che tocca tutti. Sia un giorno di ricordi su cui costruire il prossimo passo che ti aspetta.

19.12.12

#iostoconmarco

Il tema non è Marco, la sua salute, non è il rischio di vederlo morire. Il tema è osservare senza muovere un dito la morte dello stato di diritto, della legalità, la putrefazione di uno Stato che ogni giorno si comporta da criminale calpestando le sue leggi. Marco,  quel bestione abruzzese, come lui stesso si definisce, sta facendo lo sciopero della fame e della sete non per portare i detenuti fuori da quelle fogne disumane che sono le nostre carceri, ma sta lottando per ridare dignità e onore a questo paese, per imporre, sì imporre, ad una classe dirigente ipocrita e corriva il rispetto delle leggi scritte così che le carceri smettano di essere delle fogne.  Sta lottando, non protestando, per far terminare le condanne che costantemente le corti internazionali ci infliggono per l'eccessiva lunghezza dei processi,  per i trattamenti degradanti che i detenuti sono costretti a subire. Quello a cui si deve prestare attenzione non è se Marco, lo chiamo così perchè sempre così l'ho chiamato, mangia un mandarino o si fa una flebo per non dire addio ai reni, quello di cui si deve discutere sui giornali, alla televisione, in autobus, al bar, in piazza, a casa, è della urgenza non più rinviabile di riconquistare il rispetto della legalità, perchè un paese senza legalità è un paese che non ha futuro, che non può garantire dignità e benessere ai suoi cittadini. Perchè quando in un paese ci si rassegna alla strage di legalità, ci si rassegna alla strage di vite umane.

15.12.12

La violenza di Ratzinger

L'amore come atto da condannare, l'amore come pericolo per la pace. Difficile non indignarsi per una  affermazione che ha tutto il sapore di una fatwa pronunciata da uno qualsiasi tra i mille fanatici integralisti. In tutto identica a quelle affermazioni fatte da chi uccide senza pietà accecato da un Dio fatto di sopraffazione ed intolleranza. La storia dell'uomo è piena di guerre combattute in nome di Dio, ma non se ne ricorda una fatta in nome dell'amore tra persone. Allora Benedetto XVI, cortesemente, continui ad occuparsi di ciò che conosce bene, come i suoi ricchi averi e le preziose vesti, e lasci l'amore alle persone che lo sanno vivere.

12.12.12

Parole, quelle sprecate e quelle non dette

Se in questo paese le parole avessero un valore, se fossero prese come cifra di chi le pronuncia, non sarebbe certamente priva di conseguenze l'affermazione "quelle cose le dico solo per scopi elettorali", detta da Berlusconi a chi nel PPE chiedeva spiegazione per le sue dichiarazioni dal sapore antieuropeista. Una frase del genere dovrebbe portare inevitabilmente se non fuori almeno margini del dibattito ogni altra affermazione fatta dalla stessa persona, sarebbe infatti più che legittimo ritenerla pronunciata non perchè espressione di un proprio convincimento ma solo per una convenienza elettorale di breve periodo, per un interesse di bottega. Invece in questo paese su chi ammette candidamente di pronunciare frasi a cui lui per primo non da valore, si sprecano valanghe di parole, si discute per giorni, ci si interroga, si riempiono colonne sui giornali, si costruiscono retroscena e prospettive, ci si accalora con commenti su ogni tipo di social network.
Se in questo paese le parole avessero un valore non si sarebbe invece rimasti indifferenti a quelle pronunciate da chi in tutta la propria vita pubblica ha dato dimostrazione di coerenza tra parola e azione. Emma Bonino afferma di non dare per scontato la sua presenza alle prossime elezioni, che se i cittadini non ritengono lei e i Radicali utili al paese, se non ritengono di doverli sostenere concretamente, forse non è il caso di insistere con una presenza elettorale. Passano quasi senza nessuna eco queste parole, non si sente il bisogno discuterne, non ci si interroga sul come e il perchè sia possibile che in questo paese non si senta la necessità di avere nel panorama politico la presenza di una donna, e del suo movimento di appartenenza, che ha dimostrato di saper lottare con convinzione e tenacia per i diritti e le libertà di tutti, che ha fatto del rispetto della legalità il punto di riferimento del proprio agire, che ha pagato in prima persona le proprie scelte, che si è spesa in Italia e nel mondo non per interessi di parte ma per quelli generali.
In questo uso sciatto della comunicazione che la trasforma da strumento di confronto e crescita a mezzo per raggiri e sopraffazione, c'è uno dei grandi problemi di questo paese. Un problema che sta tutto tra le parole sprecate e quelle non dette.  

9.12.12

Non c'è niente da ridere. O quasi


Sì, me ne rendo conto, il momento politico è dannatamente serio e complicato. Il paese è in difficoltà, gli ultimi avvenimenti sembrano rendere ancora più oscuro l'orizzonte, il futuro è incerto, il rischio che altre nuovole nere arrivino sulle nostre teste portando disgrazie è tutt'altro che remoto. Insomma, non c'è proprio nulla di cui ridere. Poi però uno legge i nomi nuovi di Berlusconi: Flavio Briatore, Ennio Doris, Gerry Scotti, Paolo Maldini e Franco Baresi...

30.11.12

Due euro

"Questo è oro", esclama il ragazzo nero come la notte alla vista dei due euro che gli porgo. Il solito incontro che comincia con un "ciao capo" seguito da un sorriso un po' ruffiano, però questa volta alla mano tesa a chiedere qualche spicciolo si aggiunge la domanda per un posto di lavoro. Lui ha famiglia, vorrebbe lavorare. E allora mentre tiro fuori la moneta scambio qualche parola, nasce un ragionamento, parla proprio bene l'italiano, e quando vede i due euro si illumina e parte l'esclamazione. Ma non è solo una sparata per farmi sentire un grande benefattore, no, me la motiva. "Sì questo è oro, credimi, oggi è difficile riceve queste monete, la gente non ce la fa, ti da pochissimo",  e tira fuori dalla tasca una manciata di monete da due e cinque centesimi, "ma non è per cattiveria, magari vorrebbero anche darti di più  ma proprio non possono, è dura per tutti". Io resto colpito dalle parole di questo ragazzo che pur vivendo sicuramente una quotidiana  difficoltà non pensa  solo alla sua situazione ma si guarda attorno, vede e capisce gli altri. Risalgo in macchina pensando alle sue parole, pensando che se questa capacità, questa disponibilità a comprendere gli altri fosse più diffusa vivremmo in una società migliore, e forse sapremmo donare qualche moneta in più. Che tu possa trovare presto un lavoro, fratello.

21.11.12

Logico?

A. vuole vendere dei mattoni a B. che ne ha bisogno per rinforzare le pareti del suo castello. A. decide che per venderli non andrà da B. a dire "questi sono i mattoni che ti servono, costano tot.", ma si recherà da un amico di B. per rapirlo un po' di ore e chiedere a B. un riscatto pari al costo dei mattoni. Logico no? No.

18.11.12

Prese di distanza

Le precisazioni, i distinguo, le prese di distanze... Improvvisamente, ma non sorprendentemente, vari leader (??) di partito si lanciano in rimproveri al governo Monti per i suoi provvedimenti. Ora sono prodighi di indicazioni su come si devono fare le cose, quale le priorità da rispettare, quali i punti irrinunciabili, e via discorrendo. Ma cari leader (??) dalla memoria cortissima, vi siete dimenticati che quando avevamo la merda ad un dito dalla bocca e rischiavamo di finirne soffocati, siete stati proprio voi a rifiutare l'invito di Mario Monti a far parte del governo per collaborare  allo "spalamento" della merda medesima? Troppa difficile per voi allora fare quello che andava fatto, troppo facile oggi promettere di sapere cosa si dovrà fare.

13.11.12

Evidenza invisibile

I sondaggi, si sa, vanno presi con le pinze e rigirati per bene, non sono verità assolute e a volte possono fornire dati contraddittori. Però se su di un dato argomento, sondaggi fatti da istituti diversi da anni continuano costantemente a confermare che la maggioranza assoluta dei cittadini di questo paese ritiene giusta una certa cosa, non sarà che chi amministra dovrebbe smetterla di sostenere che sul tema il paese non ha le idee chiare? Mi spiego meglio: testamento biologico. Non si trova sondaggio realizzato in maniera decente che confuti il fatto che gli italiani in maggioranza assoluta, abbondantemente oltre il 50%, vogliono poter decidere sul proprio fine vita, se farsi oppure no attaccare a delle macchine, quali terapie mediche e a quali condizioni accettare, vogliono insomma poter dichiarare in modo vincolante cosa desiderano per se in caso di impossibilità ad esprimersi. Perfino sull'eutanasia, che è cosa assai diversa dalle disposizioni anticipate di trattamento, il dato dei favorevoli è in aumento ed in alcune zone, come nel nordest, è già oltre il 50%. Non sarebbe allora il caso di smetterla con la favola che i cittadini sono spaccati, non sono informati, sono preda di condizionamenti emotivi e cose di questo tipo? Non sarebbe prova di maturità e democrazia di uno Stato assecondare quanto da anni i cittadini vanno chiedendo in modo pacato, con argomenti non ideologici ma dettati da convinzioni profonde cresciute nel tempo e testimoniate spesso in prima persona? Non sarebbe il caso di riconoscere l'evidenza? Credo di sì, credo soprattutto che sarebbe il caso di riflettere su come il continuare a scegliere di compiacere una potente minoranza di porporati, significhi accrescere le sofferenze nel corpo di quel popolo che, se pur senza potere, nel paese è maggioranza.

7.11.12

Michelle e Barack

I detti sono spesso delle solenni banalità senza alcun valore, sono come i proverbi che il più delle volte non rappresentano la saggezza ma la stupidità di un popolo. Ma c'è un detto che oggi si può usare essendo certi di dire qualcosa di appropriato: "Dietro un grande uomo c'è una grande donna".

30.10.12

Oggi no, ma domani...

Una cantilena ripetitiva, quasi ossessiva quella del rinvio. Il rinvio ad un altro momento, ad una situazione più giusta, "oggi no non si può fare, ma domani vedrai ci penso io". Quante cose in questo paese non si sono fatte perchè non è  il momento giusto, perchè è meglio aspettare, perchè la gente non capirebbe, perchè bisogna essere cauti, perchè, perchè...
Quello di rinviare sperando che la richiesta di oggi domani venga dimenticata è forse la strategia più vecchia del mondo per non fare dando l'impressione di volere fare. In realtà dietro il rinvio c'è la volontà di non fare perchè faticoso o perchè si teme non convenga, anche se magari, è questo è l'aspetto peggiore, si sa che sarebbe la cosa giusta da fare. Così questa sera mi è toccato sentire dal responsabile carceri del Partito Democratico: "no, l'amnistia no, oggi non ci sono le condizioni, domani quando saremo al governo ci penseremo noi alle carceri".  Peccato che le persone in carcere, detenuti ed agenti, muoiono oggi, che lo Stato è fuori dalla legalità costituzionale oggi, che oggi è condannato, come ieri e l'altro ieri, dalle Corti internazionali, che la situazione carceraria è tale da farci vergognare davanti all'Europa (parola di Presidente della Repubblica). Ma no, oggi no, oggi non si può, ma domani......
Cantava Gaber: "la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente".

24.10.12

Direttrici

Nell'ampio spazio che da un po' tempo un quotidiano del nordest concede a Roberto Gervaso per le sue fondamentali riflessioni, oggi si può leggere una delle originali frasi ripetute dallo scrittore solo qualche milione di volte: "Nessuna donna è così sciocca da prendermi sul serio". Peccato siano pochi i direttori di giornale donna.

17.10.12

Notizie da L'Avana

Non so se sia più da commentare la notizia che i cittadini cubani, non tutti, da gennaio potranno finalmente recarsi all'estero senza dover chiedere il permesso alle autorità, o piuttosto il fatto che un paese in cui ai cittadini sono negate libertà basilari continui ad essere considerato da molti come un paese da portare ad esempio.

15.10.12

Cernie

E' una brutta bestia, ha una capacità distruttiva impressionante, lascia ferite che richiedono molto tempo per essere rimarginate, sicuramente è il nemico peggiore, il più pericoloso perchè di lui tu non ti accorgi e non  lo riconosci:  è il nemico che sta dentro di te. Quello che si nutre delle tue insicurezza e al tempo stesso le fa crescere, quello che ti convince di non valere nulla, di non essere mai all'altezza. Le sue vittime preferite sono le persone più sensibili, quelle che  affrontano la vita ponendosi domande e magari stando attente a non calpestare o ferire il prossimo. Un nemico che non riesci a vedere ma che chi vuole ferirti vede benissimo e riesce con grande facilità ad usare a suo favore. Naturalmente di questa alleanza tu non riesci ad accorgerti perchè sei troppo impegnata a cercare inadeguatezze da attribuirti e il modo di buttare via te e le tue capacità. Così impegnata da non riuscire a credere agli amici che dopo aver sgranato gli occhi ascoltandoti descrivere una persona che non corrisponde minimamente a quella che conoscono, cercano di farti vedere una realtà che lui, la bestia, ti ha reso invisibile. Ma la bestia può essere sconfitta, e con lei quelli che se la sono fatta alleata, basta cominciare a volere bene a quella persona che trovi alla mattina dentro lo specchio.

P.S. non chiedetevi cosa c'entrano le cernie, è una cosa per pochi.

6.10.12

Quelli che preferisco

Sono quelli che mi piacciono di più. Quelli che anche se ti incrociano solo un attimo in velocità ti gettano uno sguardo e capiscono subito che non sei a mille e allora ti chiamano un po' preoccupati per chiederti: "tutto bene?". E non sono soddisfatti fino a quando non li rassicuri. Ecco, questi per me sono gli amici migliori.

2.10.12

Quelli di una volta...

Non è la prima volta che vivo la sensazione di essere sempre nel tempo sbagliato, anzi è successo così spesso che ormai dovrei averci fatto l'abitudine. Oggi però me lo aspettavo, sapevo che sarebbe successo dopo il film tv su Enzo Tortora, ed è successo: "I Radicali, quelli dei tempi di Tortora sì che erano in gamba, mica quelli di adesso". Peccato che quando in quattro gatti ci sbattevamo con e per Enzo Tortora nella denuncia di un sistema giudiziario incivile mi sentivo dire: "I Radicali quelli di una volta, quelli del divorzio sì che erano in gamba, mica quelli di adesso che difendono i camorristi". Non c'è niente da fare, il mio presente deve diventare passato perchè sia condiviso.

28.9.12

Opinione personale

Ok, ognuno del suo tempo fa quello che vuole, lo usa come ritiene meglio e nessuno può sindacare. Ma mettersi ore se non giorni in coda per essere il primo a comprare un telefono per me è da deficienti.

12.9.12

Primo giorno di scuola

E' un ricordo così lontano per me che proprio non avevo minimamente pensato al fatto che oggi è il primo giorno di scuola, me ne sono accorto solo per alcune battute lette sul social network. Allora ho realizzato che il mio primo giorno di scuola è stato ne '68, insomma sono un ex sessantottino, credo. Devo ammettere però che non ho memoria di quel periodo di contestazioni e barricate, di un inverno che sicuramente deve essere stato molto caldo, ero troppo piccolo ma soprattutto ero troppo impegnato a saltare dentro le pozzanghere ghiacciate davanti alla scuola.

10.9.12

Tutto normale, o quasi

Niente di particolare, un incontro come tanti altri, con persone varie per parlare di cose normali. Uno scambio di idee su politica e attualità seduti attorno ad un tavolo. Ci si guarda in faccia, alcuni visi sembra di averli già visti in altri posti, altri si vedono  per la prima volta, alcuni sono di qui, altri di luoghi lontani che magari vorresti potere visitare. Si  parla, ci si ascolta cercando di capire e se non si capisce ci si fa delle domande, si controbatte, si obietta, ognuno dice la sua opinione cercando di dare e ricevere qualcosa. Insomma, roba normale tra persone normali che non sembrano molto diverse le une dalle altre.
Alla fine ci si saluta normalmente, stringendosi la mano,  rimandandosi alla prossima. Solo allora ricordi dove sei, perché tu esci e loro rientrano in cella.

8.9.12

Yoda e l'Europa

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con fervore da Mestre ha sostenuto come sia sempre più necessario realizzare un'Europa federale, come questa prospettiva debba entrare nell'azione politica. Si nota in effetti da un po' di tempo, diciamo da quando la crisi è diventata più presente, un continuo aumento del numero di politici che con grande oratoria spiegano come sia indispensabile ed ineludibile andare verso gli Stati Uniti d'Europa, superare gli interessi localistici e dare vita ad istituzioni e partiti transnazionali attraverso i quali affrontare con forza la competizione mondiale. Anche tra chi fino a ieri non aveva mai riservato un solo pensiero all'Europa, non è certo il caso del Presidente Napolitano, e magari guardava con sufficienza chi ostinatamente richiamava l'importanza del progetto federalista europeo, improvvisamente si possono trovare convinti assertori della necessità di una unione politica sovranazionale. Viene recitato quasi come un mantra da ogni conferenziere il "serve più Europa", peccato che queste ferme e convinte affermazioni normalmente non superino i confini della sala in cui si tiene la conferenza e non portino mai ad azioni concrete per la realizzazione di quella premessa fondamentale alla costruzione di un'Europa unita che si chiama coscienza europea. Comincia ad essere irritante questa orda crescente di affabulatori impegnati  in esercizi retorici con i quali tratteggiano ipotesi su ciò che si dovrebbe provare a fare, viene voglia di prenderli a calci e spedirli in orbita. Chissà, magari potrebbero arrivare sul pianeta Degobah dove anche a loro il maestro Yoda potrebbe impartire una fondamentale lezione: "Fare, non provare devi tu!".

30.8.12

Respiro

Tornare li dove la vita ti aveva lasciato senza respiro, dove per un momento ti sembrava si fosse fermata. Ma la vita, si sa, non si ferma, e allora tornare esattamente nello stesso punto forse può  essere il modo giusto per riprendersi quel respiro interrotto.

26.8.12

Regalo

Per molti anni mi ha fatto compagnia questo campanaccio, regalo ambito dal bambino di un tempo. Ora, che dov'era non c'è più nessuno che lo possa far suonare di tanto in tanto suscitando ricordi, è andato nel posto più giusto.
Un ciao a chi so io.

25.8.12

Terra

Li cerco con sempre maggiore frequenza, per una voglia, forse un bisogno, di  trovare racconti di storie che pur non dipingendo esattamente la mia storia ne richiamino però i frammenti più belli,  che riportino alla mente odori che ho conosciuto e più volte riassaporato, facce ed espressioni amate e familiari, luoghi visti e rivisti sempre con la gioia nel cuore. E allora il raccontare di Marcello Fois, Michela Murgia, Salvatore Niffoi stanno riempiendo la mia libreria. Non ho mai sentito di essere legato  alla terra in cui sono nato,  il senso di appartenenza al luogo in cui da sempre vivo, o ad un qualsiasi luogo, non è mai entrato nei miei ragionamenti, eppure per la terra di Sardegna sento una passione ogni anno più forte. Non so se è il mio sangue, nella sua metà sarda, che in qualche modo con il passare del tempo si sta prendendo una rivincita, cosa anche questa che richiamerebbe una certa "sardità", ma non credo. Credo piuttosto che sia qualcosa tipo quello che scrive  Michela Murgia  sulla possibilità di essere più fratelli tra compagni di giochi che tra figli della stessa madre. Ecco, se esiste una "mia" terra non è quella in cui sono nato, ma quella che mi ha fatto, e continua a farmi, crescere il cuore.

23.8.12

Fratelli per davvero

"Abbiamo giocato nella stessa strada. È così che si diventa davvero fratelli, che venire dalla stessa madre non ha mai reso parenti neanche i gatti." (M. Murgia - L'incontro).
Sottoscrivo.

20.8.12

Alla fine dei giochi


Si racconta che in origine le olimpiadi decretassero una tregua nelle guerre, si smetteva di combattere con le armi e si andava competere pacificamente. A giochi conclusi si tornava alla quotidianità della guerra e della morte. Per Samia Yusuf Omar le cose non sono cambiate a distanza di secoli dai primi giochi olimpici, per Samia dopo Pechino 2008 è ripresa la guerra, ha smesso i panni dell'atleta ed ha ricominciato a combattere per la sua vita. Samia Yusuf Omar a 21 anni ha perso la guerra morendo su un barcone diretto in Italia. Probabilmente nessuno fece attenzione alla sua prestazione olimpica, riusciremo a fare attenzione tra qualche giorno alla sua e altrui quotidiana guerra per sopravvivere?

17.8.12

La fatica della democrazia

"La democrazia è faticosa", diceva qualche giorno fa una donna intervista a Roma davanti al teatro Valle. Verissimo, costa fatica far vivere la democrazia, una fatica quotidiana, perchè quotidianamente la democrazia dev'essere accudita e difesa. Come tutte le fatiche però a lungo andare anche questa si cerca di evitarla, di demandarla ad altri con la scusa che in fondo se non me ne occupo io ci sarà certamente qualcun altro che lo farà. Ogni giorno aumentano quelli che delegano questa fatica e la democrazia inesorabilmente si trasforma da bene comune a cosa che non ci riguarda, sconosciuta, diventa oggetto nelle mani di pochi i quali possono, grazie al disinteresse generale, farne strame. Dilagano così populisti che gareggiano tra loro nell'affermare che le regole della democrazia sono solo degli impicci, delle anticaglie inutili di cui non tenere conto. Come con la goccia che scava il sasso, si smussa e si consuma quella pietra preziosa che è la democrazia fino a farle perdere brillantezza convincendo così che non vale veramente la pena di faticare per accudirla e proteggerla, e che chi si ostina a farlo in fondo non è altro che un perditempo nostalgico incapace di vedere la bellezza dei nuovi luccicanti vetri colorati.

13.8.12

Optional

Ilva deve chiudere, non deve chiudere, non si capisce (o forse sì), certo è che chi deve decidere sarà bene lo faccia in fretta. Deprimente però che al centro dell'attenzione ci sia un provvedimento nato a seguito di una richiesta di attuazione di norme di legge, quelle leggi che chi oggi fa la faccia stupita, preoccupata e indignata ha voluto, scritto e promulgato, ma mai preteso venissero applicate. L'obbligo al rispetto delle leggi rimane in questo paese un optional di cui non si sente la necessità.

9.8.12

Farenheit 451

Uno di quei film abbastanza facile da trovare su un qualche canale in estate, stagione in cui si tende a riproporre sempre pellicole datate. Nonostante gli anni farenheit 451 mantiene un fascino inquietante, una vivezza che  porta a guardare quelle scene con attenzione. La storia è nota, è quella di una società futura in cui i libri vengono bruciati perchè ritenuti pericolosi, destabilizzanti per l'ordine costituito. Se nessuno legge si è tutti uguali e nessuno si sente superiore o insoddisfatto,  viene  spiegato al pompiere titubante davanti ad una enorme libreria che sta per essere bruciata. Una società in cui la conoscenza, il pensiero, la memoria sono visti come pericoli perchè impediscono l'omologazione, rendono gli individui capaci di sviluppare analisi e critica. Certo quando il libro venne scritto nel 1951 (il film è del 1966), Ray Bradbury immaginava una realtà fantascientifica, a noi oggi forse fa sorridere questa fantascienza  in cui mancano spade laser, mega razzi o personaggi color ottanio  dalle orecchie a punta.  Guardandomi attorno però mi viene un po' il dubbio che ci siamo adesso in quella fantascienza, ho l'impressione che in modo molto più tecnologico e sottile di quello raccontato da Bradbury si stia facendo un'opera di rimozione della memoria, della storia di cui siamo fatti, si cerca di far dimenticare tutto in fretta per meglio poter convincere che la tal cosa non è mai successa, che la situazione data non sia frutto di azioni passate, ciò che è stato è stato, andato, non val la pena di conservarlo, riguardarlo, analizzarlo, raccontarlo. Si cercano di eliminare le visioni diverse per convincere che il modello valido è uno solo, che tutti si deve tendere a quello. In fondo non è certo difficile trovare sostenitore del "con la cultura non si magia", e se non serve per mangiare vuol dire che non serve a vivere, e se non serve a vivere la si può buttare...
Non so, ma non vorrei che come accade nella meravigliosa scena finale del film di Francois Truffaut,  fosse il caso di mettersi recitare a memoria i libri per essere sicuri di salvare loro e la nostra storia nell'attesa di tempi migliori.

8.8.12

Pensando a domani

Qualche pensiero sul caso di Alex Schwazer mi va di buttarlo giù, non per il riflesso collettivo che in questi casi non tarda mai ad arrivare di fare il giudice, il censore feroce, ma per me, per provare a non fermarmi all'oggi. Innegabilmente Alex ha fatto una  cazzata, una di quelle che per voglia di strafare a volte fanno i ragazzi a quell'età, quelle che molti di noi nel proprio piccolo hanno fatto finendo poi magari con non pochi brutti lividi. Sì, perchè forse su questa cosa varrebbe la pena di fermarsi a riflettere, sul fatto cioè che quelli che noi con tanta velocità trasformiamo in divinità, in eroi invincibili senza macchia dietro cui spesso nascondiamo le nostre incapacità e frustrazioni, sono semplicemente dei ragazzi, a volte poco più che bambini, buttati al centro del mondo con tutte quelle fragilità che naturalmente si hanno a quell'età e che solo gli anni, a volte neanche quelli, insegnano a conoscere e gestire. Una cazzata quindi fatta da un  ragazzo, ma non per questo scusabile, che però è stata affrontata senza cercare rifiugio in attenuanti o alibi, senza accampare scuse o scaricando su altri, ma invece attribuendosi interamente la colpa, assumendosi in pieno una responsabilità individuale. Un atteggiamento che pur non togliendo nulla alla dimensione dell'errore per cui viene estromesso dalle competizioni, sconfitto, il ragazzo di oggi, spero, e perchè no mi auguro, possa aiutare a farsi valere nella vita l'uomo di domani Alex Schwazer.

6.8.12

Senza sosta

Come non lo facevo da un bel po'. Tutto d'un fiato, senza fermarsi, senza provare fatica o stanchezza, come se non ci fosse altro modo per farlo, chiudendo fuori il mondo per ore, continuando con voglia ed accrescendo la voglia di continuare, senza una pausa se non per fare un profondo respiro per rituffarsi nella ricerca di saziare una voglia che sembra insaziabile. Fermarsi solo all'ultima pagina. Bello!

5.8.12

Contratto di matrimonio

Escludendo a priori le affermazioni dei non pochi personaggi beceri e volgari e focalizzando l'attenzione su quanti tentano di argomentare l'avversione per il matrimonio omosessuale con apparente pacatezza, quelli cioè che non dimenticano mai di dire in premessa di non avere alcun pregiudizio verso gay e lesbiche ("persone come tutte le altre", "ne conosco tantissimi", "sono miei amici", e via andare di banalità), resta comunque difficile seguire la logica percui una cosa che non toglie nulla a nessuno, non arreca danno o sofferenza è da contrastare.
Personalmente mi interessa poco, anzi nulla, l'istituto dele matrimonio, mi interessa invece molto vedere garantita, anzi accresciuta, dalle istituzioni dello stato la libertà di scelta e la parità di diritti e doveri. Proprio su questo aspetto, la parità di diritti e doveri, diventa evidentemente insostenibile per uno stato che voglia definirsi democratico il fatto che due persone sole se di sesso diverso possono recarsi presso gli uffici comunali e stipulare un contratto. Perché di questo si tratta, di un contratto tra due persone che nulla ha a che fare con questioni di carattere religioso. Questioni che sono sempre la vera base delle obiezioni al marimonio omosessuale. In comune davanti al Sindaco non si trattano temi di fede ma normative dello Stato. Laico per definizione, vorrei ricordare.

19.7.12

I numeri della vergogna


67000 detenuti nelle nostre carceri
45000 posti disponibili
87 morti dall'inizio dell'anno di cui
31 suicidi ovvero
14 decessi al mese
68 agenti carcerari si sono tolti la vita dal 2000
600 sucidi tra i detenuti negli ultimi 10 anni
9000000 i processi pendenti
200000 processi prescritti all'anno
1% del pil cioè circa
15000000000 di euro persi per il non funzionamento del sistema giudiziario
365 giorni da quando Napolitano pubblicamente definì umiliante per l'Italia la situazione delle carceri
100 e più tra costituzionalisti e docenti di diritto penale hanno scritto a Napolitano per uscire dalla condizione criminale rispetto alla nostra Costituzione
12000 detenuti hanno già aderito ai
4 giorni di sciopero della fame e di silenzio indetti dal Partito Radicale per richiamare l'attenzione sulla necessità di un'amnistia per avviare il ripristino della legalità ed il rispetto dei diritti umani.

Questi i numeri della vergogna del nostro sistema giudiziaro, della mancanza di legalità, della negata giustizia. Ma forse ancor più dei numeri è vergognoso il silenzio con cui media e politica li occultano.

17.7.12

Ricominciamo

Ripartire con Forza Italia, tornare al '94, sembra questa la linea di Berlusconi per le elezioni politche del prossimo anno. Insomma, tornare indietro di diciotto anni come nulla fosse accaduto e ricominciare da capo con il progetto politico messo in piedi nel momento della caduta della cosidetta prima repubblica. In pratica Berlusconi si prepara a chiedere di essere votato per guidare il futuro dell'Italia con una campagna elettorale che poggia sull'ammissione implicita di aver sprecato diciotto anni, che quanto promesso all'epoca è ancora da fare, che quanto fatto dal '94 ad oggi se non proprio da rinnegare è da considerare inutile. Mi sembrano ottimi motivi per fargli fiducia, non dubito che in questo paese molti lo voteranno.

4.7.12

Amico mare

Sembra che sia a disposizione di tutti, che chiunque possa trattarlo come crede, avvicinarlo con leggerezza. Ma non è così, il mare ti accoglie in modo confortante e ti abbraccia ma vuole rispetto e attenzione, perché non perdona chi lo sottovaluta credendosi più forte di lui. Gioca e divertiti con lui quanto vuoi ma non sfidarlo,  sii sempre pronto a chinare il capo in segno di rispetto e a fare un passo indietro se lo chiede, e stai certo che ti ricambierà regalandoti sensazioni uniche.

6.6.12

Il collaudatore

Sei li, nel disperato tentativo di non darla vinta alla classica pancetta da cinquantenne, dentro la tua maglietta da 5 euro comprata da decathlon accompagnata da dei pantloncini dal colore ormai indefinito dai quali spuntano delle gambe che reclamano disperatamente un po' di sole. E  mentre con il tuo look approssimativo sudi come un cammello (i camelli non sudano ok...), arriva lui: maglietta iper tecnologica, iper aereata, in materiale antisudore, insgualcibile, che non scolora neanche dopo 100 lavaggi; pantaloncini perfettamente intonati alla maglietta, modello non in commercio in serie limitata, iper sponsorizzati; scarpe in fibra di carbonio, silico, tungsteno e chissà che altro (sicuramente però dentro c'è dello stronzio...). Lui non si dirige come tutti verso uno dei generatori di fatica, no, lui si dirige verso uno dello staff e comincia a parlare degli ultimi ritrovati in fatto di proteine, vitamine, aminoacidi, illustra le nuove macchine nei più piccoli dettagli, da quelli meccanici a quelli funzionali spiegando come riescano a sviluppare muscoli di cui tu ignori totalmente l'ubicazione corporea, e che anzi escludi di avere. Visto il tono di voce non puoi fare a meno di ascoltarlo e allora, mentre grondi sudore in una maglietta dall'aspetto ormai racapricciante, ti chiedi chi sia quel tipo che continui a vedere solo di spalle,  dato il trasporto e l'apparente competenza con cui parla immagini che debba essere il progettista degli infernali attrezzi, o almeno il loro collaudatore. Poi si gira e dal profilo capisci esattamente qual è la sua professione: collaudatore sì, ma di arancini.

4.6.12

Nuovi mendicanti

Vederli non è difficile li trovi agli angoli della strada, davanti alle vetrine dei negozi, numerosi forse più di un tempo. Però tra quei volti oggi ti sembra di vederne qualcuno di diverso, qualcuno che non ti appare quello di un mendicante "professionista". Un volto, un abbigliamento, dei modi che trasmettono il disagio di chi probabilmente è la prima volta che chiede la carità. Noti la difficoltà nel gesto di porgere la mano o il piccolo bicchiere di carta per chiedere qualche spicciolo, l'imbarazzo di chi forse fino a ieri la faceva e non la chiedeva l'elemosina. Sono i nuovi poveri, quelli che improvvisamente sono stati travolti dagli eventi. Sono persone che magari abitano, o abitavano, in una casa simile alla tua, conducevano una vita simile alla tua, forse bevevano il caffè nello stesso bar dal quale stai uscendo. Lo senti che ti assomigliano, e allora porgi un po' di spiccioli ma lo fai rapidamente quasi per non fargli notare che stai facendo loro la carità, ma anche, forse, per non incorciare un volto che potrebbe assomigliare troppo al tuo. 

2.6.12

Indifferenza

Un altro. Nel carcere di Vercelli un ragazzo di 25 anni si è suicidato. Nella tragica conta  delle persone affidate allo Stato che decidono di togliersi la vita siamo arrivati per quest'anno a 21, una ogni settimana. Cresce ogni giorno la dimensione dell'emergenza carceraria ma è nulla di fronte all'indifferenza da cui è circondata.

28.5.12

Vita di partiti

Intrighi, correnti, faide, soldi, riciclaggio... No, non è la descrizione della vita interna di un partito ma quella del Vaticano. Ma c'è poi differenza?

25.5.12

Schettino's strategy

Bobo Maroni sta pensando di abbandonare assieme alla Lega il Parlamento. Si sta consolidando la prassi di abbandonare la nave dopo averla fatta schiantare.

21.5.12

La felicità nel cirillico

E quando capisci che la signora elegante e distinta che sta parlando con te in perfetto italiano della bellezza e del calore di un libro in carta è semplicemente una badante russa, e che questa è felice perchè ha ricevuto da suo figlio un libro originale dei primi del '900 scritto con i caratteri cirillici antichi, vieni avvolto da un piacevole senso di stupore misto ad allegria che per un attimo riesce a spazzare via la tristezza del luogo in cui ti trovi.
Non ho mai creduto che con la cultura non si mangia, ma soprattutto sono assolutamente convinto che con la cultura ci si riempe l'anima e si diventa belli.

20.5.12

Tutto nella norma

Nulla di cui meravigliarsi nell'uscita del leghista di turno che sul terremoto in emilia trova il modo di evidenziare il proprio livello intellettivo con la frase: "ci scusiamo per i disagi ma la padania si sta staccando". Cosa può uscire di meglio dalla mente di chi fonda la propria visione politica su una colossale idiozia come la padania.

15.5.12

Avvitamenti

Ci sono stanchezze per le quali non basta una bella dormita per liberarsene. Ci sono stanchezze che ti pesano dentro e sembra sappiano solo crescere, e più crescono e più ti offuscano la vista rendendoti impossibile trovare un modo per riposarti. Vorresti scappare in cerca di un po' di riposo, ma non puoi farlo. Il non farlo però ti rende difficile continuare a fare quello che sai dover fare. Tutto si avvita e ti sembra di essere un vite senza fine, senza un punto di fine corsa.

7.5.12

Tifoserie felici

Lo sappiamo bene, siamo un paese di tifosi abituati a scalmanarci stando comadamente seduti a guardare gli altri sudare per raggiungere un obiettivo. Oggi gioiscono i tifosi della Juventus per la conquista dello scudetto e quelli della italica sinistra per l'ingresso di Hollande all'Eliseo. In entrambe le tifoserie una gran quantità di persone che non tocca una palla da anni.

3.5.12

22.4.12

Nuova classe politica

Per strada, ma anche in serie riunioni, si possono ascoltare sempre più spesso discussioni sui fatti della politica e sul futuro del paese in cui si fa riferimento, quando non è la tesi di partenza, all'ultimo monologo di qualche comico. Le analasi su cosa si deve fare o su quali siano le strategie da seguire vengono veicolate con le parole di chi ha per professione l'obiettivo di far ridere il pubblico in sala. Certamente la maggioranza della classe politica attuale ha ampiamente dimostrato, a volerla trattare bene, di essere composta da logorroici cialtroni, non mi pare però una grande prospettiva per il paese affidarsi ad una fatta di monologanti comici.

12.4.12

Soldi per la politica

Nel nulla che con impegno stanno pensando di fare relativamente al finanziamento pubblico ai partiti, si spaccia come un'importante conquista di "moralità" l'obbligo per i partiti ad investire solo in titoli di Stato. Ma un partito non è, e non deve essere, una finanziaria che fa investimenti, non esiste motivo percui un partito debba avere avanzi tali di denaro da consentire operazioni finanziarie. Un partito che rispecchi il dettato costituzionale sostiene spese per organizzare dibattiti, conferenze e studi, per fare campagne informative, per la partecipazione alle elezioni, per promuovere l'associazione dei cittadini e concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Per questo usa i soldi un partito, altrimenti è un'altra cosa.

11.4.12

Vuoto

A quel rumore costante ma ordinato eri abituato, faceva parte di te e di quella casa. Poi il rumore ha cominciato a dimimure, in modo lento così da darti la possibilità di non accorgertene. E tu infatti quasi non te ne sei accorto, neanche quando erano voci possenti a zittirsi perchè restava sempre in quella casa un suono che se pur leggero era avvolgente. Poi arriva improvvisa una sera in cui apri la porta e trovi solo il silenzio ordinato dei mobili, vecchi custodi muti del tempo. In quel momento ti si gela il sangue, il cuore si ferma un attimo e puoi solo scappare, richiudere in fretta la porta di quella casa, che riconosci ma non conosci, sperando di poterla presto riaprire ritrovando un suono nel quale rannicchiarti.

1.4.12

Chi l'ha visto?

Titoli, onori, felicitazioni, battimani per la vittoria dei fratelli Taviani dell'orso d'oro al festival del cinema di Berlino con il film "Cesare deve morire": primi parlando degli ultimi. Ma com'è che è quasi impossibile trovare un cinema dove vederlo? Come al solito passata la gioia per i vincitori dei quali tutti ci sentiamo subito parte qualsiasi sia il motivo della vittoria, ci siamo ricordati che degli ultimi non ce ne importa nulla, soprattutto se gli ultimi fanno parte di quella "roba" che sono i carcerati...

30.3.12

Il rimpianto di Nichi

"Il governo Monti peggio di quello Berlusconi!" Eh già, come non concordare con lo statista pugliese, che peccato non ci sià più quella fantastica compagnia messa su dal Silvio con Tremonti, Calderoli, Maroni, Bossi, Sacconi, Brunetta, Larussa, Carfagna, Gelmini, Brambilla...

29.3.12

Ritorno alla politica?

E' auspicio continuo, arriva da tutte le parti, sembra un mantra: dopo la parentesi dei tecnici, nel 2013 il paese deve tornare nelle mani della politica. A sentire però le proposte in materia di riforme costituzionali ed elettorali, l'impressione è che le mani per le quali stanno solertemente lavorando quelli dell'ABC siano in realtà quelle della partitica.

21.3.12

Sono tempi confusi

Sarà anche vero che viviamo in un tempo dove non ci sono più certezze e dove tutto cambia, però non esageriamo...


20.3.12

Amnistia, anzi Amnesty

Il gusto per tutto ciò che ha un sapore anglofono sembra ben radicato nella società, siamo così esterofili che arriviamo ad avere attegamenti che se non fossero tragici sarebbero comici ma che certamente sono da psicanalizzare. In moltissimi siamo sempre pronti a complimentarci con chi sosteniene, si impegna ed invoca, in inglese, Amnistia Internazionale, in moltissimi guardiamo con sospetto quando non con disapprovazione chi sosteniene, si impegna ed invoca, in italiano, Amnistia per la Giustizia e la Repubblica.

17.3.12

I twitt di Pierferdi

Nessun dubbio sull'identità del ghostwriter di Casini: Siamo tutti qui...