3.4.16

Macchine ferme e luci spente

Per sei giorni in un mese le macchine non si sono mosse, per tre giorni consecutivamente, un giorno assieme a tutte le altre del paese. Per sei giorni non un pezzo di carta ha incontrato una goccia d'inchiostro, per sei giorni migliaia di lettori non hanno avuto il loro giornale da leggere, mentre nel mondo succedeva di tutto. Centinaia di lavoratori, che solitamente non brillano per compattezza e solidarietà, si sono ritrovati convintamente uniti con un unico obiettivo. Sei giorni di sciopero in un mese da parte di una azienda, non passano inosservati, in un paese democratico normalmente diventano una notizia. Un avvenimento del quale cercare di comprendere e far conoscere le motivazioni, soprattutto se sulla vicenda giungono, in modo trasversale, dichiarazioni di solidarietà e preoccupazione dal mondo della politica locale e nazionale. Invece nulla, quanto accaduto non è diventato notizia. Il mondo dei media, alle rotative ferme, ai lavoratori in piazza, ha fatto corrispondere luci spente ed obbiettivi chiusi. Un strano velo di omertà sembra essere calato su chi ha il compito di fare informazione, un senso di paura ha assalito chi, con telecamere e microfoni, migliaia di volte si è buttato senza esitazione in manifestazioni e scioperi delle più varie categorie produttive del paese. Se ne sono stati in disparte perfino quei reporter che fatichi a capire se siano interessati a fare informazione o a cercare occasioni per alimentare qualche gazzarra. L'informazione non parla dei problemi dei lavoratori dell'informazione. Chissà forse è solo per pudore, perchè i panni sporchi si lavano in casa, o forse molto più semplicemente, e molto più drammaticamente, perchè i padroni delle macchine non consentono che di loro si parli e si sappia.