30.3.13

Il Presidente necessario

La situazione sembra sempre più ingarbugliata e drammatica, anche se le azioni tentate per sbrogliare la matassa sembrano sempre meno serie. Ci si aggrappa al Presidente della Repubblica che però non ha pienezza di poteri perchè vicinissimo all'uscita di scena, ci si affanna quindi anche nelle trattative per individuare la persona adatta da far salire al Colle che possa, con tutte le carte a disposizione, evitare al paese di franare e chiudere una partita che potrebbe restare altrimenti bloccata. Allora come dovrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica? Beh, che dire, dovrebbe essere persona con grande rispetto della costituzione, quella scritta intendo, in grado di essere garante senza sconfinare in comportamenti non consentiti. Una persona con massimo rispetto delle istituzioni, con grande e riconosciuta autorevolezza in ambito internazionale, una persona che abbia dato prova di non agire per interessi personali ma per il bene comune e lo sviluppo sociale, che della trasparenza non si sia limitata a parlare ma l'abbia praticata. Una persona stimata nel paese, magari una donna, ad indicare anche simbolicamente un voltar pagina. Ma una persona così c'è in questo paese? Sì ci sarebbe, ma forse proprio perchè è così non verrà scelta Emma Bonino.

22.3.13

Cafonal

Si possono riassumere in poche battute le caratteristiche salienti viste sino ad ora del Sen. Vito Crimi, una certa propensione all'insulto ed al turpiloquio e la fedeltà assoluta ai padroni della ditta Casaleggio & Grillo srl. In effetti non si è visto molto altro provenire dal valente capogruppo al Senato del movimento 5 stelle. Di certo non si è vista la presentazione di una sola proposta di legge, cosa abbastanza strana per chi è arrivato al seguito di un movimento che annuncia di avere idee e proposte chiare per cambiare le cose nel paese. Forse non gli hanno detto che non vanno presentate su di un blog. In compenso in quanto a scempiaggine e volgarità non si è fatto mancare nulla, dal convocare una conferenza stampa per non rispondere a domande, sarebbe stato sufficiente fare un comunicato, al "i giornalisti mi stanno sul cazzo", che lo si può anche dire se sei in mutande sul divano di casa a guardare un tablet (stavo per scrivere tv ma si sa i 5 stelle usano solo dispositivi che hanno un mac address (sanno cos'è vero?)), ma se sei al Senato in qualità di rappresentante della nazione, cioè di tutti i cittadini e non solo di quelli della tua ditta, sarebbe meglio evitare, per arrivare allo sbeffeggiamento del Presidente della Repubblica per la sua età. Ecco, quest'ultima cosa oltre a disturbarmi per la mancanza di rispetto, mi puzza di razzismo. Sì razzismo, perché razzismo non è solo gridare sporco negro dalla tribuna di uno stadio, o  malmenare una persona semplicemente perché rom, razzismo è anche deridere una persona  per le sue caratteristiche fisiche, comprese quelle anagrafiche. Cosa ne direbbe il Senatore Crimi se venisse apostrofato come il grasso e sudaticcio capogruppo 5 stelle, se si facessero battute sul suo profilo  non proprio filiforme? Immagino non ne sarebbe lieto, penso anzi che griderebbe al complotto per sminuire la grandezza del movimento (sì, del movimento di pancia…). Allora se come amano raccontare Crimi e i suoi compagni (si può dire compagni?), i parlamentari sono dipendenti dei cittadini, essendo io un cittadino vorrei avvisare che dai mie dipendenti pretendo un minimo di educazione, un alto rispetto delle istituzione, ma soprattutto un assoluto rispetto per le persone. Nel caso in cui non sia in grado di soddisfare questi semplici prerequisiti invito il mio dipendente a cambiare lavoro.

9.3.13

Parole mancanti

Immigrazione, immigrati, omosessuali, carcere, amnistia, coppie di fatto, testamento biologico, eutanasia, antiproibizionismo, aborto, divorzio breve, diritti civili.
Nessuna di queste parole trovo nel programma di chi afferma di essere una novità rivoluzionaria per il paese. Ritrovo il vecchio nei nuovi.

7.3.13

Giacca e cravatta

Emilio Colombo vuole farla mettere ai grillini, Dario Fo vuole farla togliere a Mario Monti. Proprio non ci voleva questo nuovo lacerante problema.

5.3.13

un altro giorno è andato...

Una settimana è passata dalla chiusura delle urne e in questo paese che sembra ormai abituarsi a giocare sul filo, non si dirada la nebbia che avvolge la costituzione di un governo. Guru, leader, presidenti di partiti e non partiti almanaccano senza giungere a nulla di concreto. Detentori di vecchie e nuove verità assolute si guardano in cagnesco, da un lato chi ha ottenuto un pezzo di maggioranza solo per merito di una porcata, da un altro lato chi grazie alla stessa porcata ha impedito si formasse una maggioranza piena, infine chi ha preso più voti di tutti ma non intende governare nel nome di una poco rassicurante teoria del: tutto o niente. Ci si "sputazza" l'un con l'altro incuranti del fatto che il mondo ci guarda e attende, non per un tempo infinito, che si definisca la squadra destinata a governare questa scalcinata barca dal nome Italia. Ci si muove come se fossimo soli, se non dipendessimo dagli altri e gli altri non dipendessero da noi. "Siamo troppo grandi per essere lasciati affondare" continuiamo a ripeterci con spirito auto consolatorio, intanto però i buchi nello scafo aumentano e la barca si inclina sempre più.
E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?

4.3.13

Giorno dopo giorno

Certamente salutari, ma sono solo uno sfogo e nulla, o poco, di più le lacrime che si versano dopo. Quando è troppo tardi per ritrovare ciò che si è perso e non può tornare. Sono un modo forse per ammettere pubblicamente i proprio sbagli, per cercare di dire a chi non può più sentirti che ti dispiace non avere saputo fare quanto forse avresti dovuto fare. Se non vogliamo che ci rimangano solo rimpianti utili unicamente ad aggiungere tristezza alla tristezza, rallentiamo la quotidiana corsa che ci fa dimenticare quanto le persone vadano vissute e godute giorno dopo giorno.

3.3.13

Strano paese

Che strano paese è questo, un paese in cui si vota in massa chi fino a poche settimane prima era sbeffeggiato in ogni bar e luogo d'incontro, un paese che si infastidisce per gli insulti rivolti da politici stranieri ai propri capi partito, ma che al tempo stesso plaude a capipopolo che fanno dell'insulto agli avversari politici la nota distintiva della propria campagna elettorale. Un paese che fino ieri a malapena sapeva quali fossero i palazzi delle istituzioni e che improvvisamente al richiamo di un nuovo pifferaio si precipita a mettersi in fila per visitarne le sale. Un paese perennemente con il dito puntuto sulle colpe altrui e costantemente indulgente verso le proprie. Un paese in cui pare legittimo mettersi al disopra della costituzione e dove viene accettato quasi come un merito non sapere nulla del funzionamento delle istituzioni. Un paese in cui ci si rallegra quasi più per la sconfitta dell'avversario, considerato nemico più che avversario, che per la vittoria della propria compagine politica. Un paese in cui si immagina di poter regolare le proprie beghe interne senza curarsi del mondo che ci sta attorno, pensando che questo resti a guardare in attesa che la si smetta di azzuffarsi. Un paese in cui la memoria è a tal punto inesistente da poter ancora accettare come nulla fosse proclami, parole d'ordine e ragionamenti che hanno contribuito alle peggiori tragedie umane del secolo scorso. Un paese così verso quale futuro cammina?