30.1.13

Fan di d'Annunzio al terzo braccio

"...ma quale, o quali, degli argomenti trattati in quest'anno d'incontri vi ha più interessato, stimolato all'approfondimento?".
"Beh, certamente la ricostruzione della storia del '900, ma anche il tema della psichiatria e la conoscenza di Freud estremamente interessanti ed avrebbero meritato altri approfondimenti, però più di tutto Gabriele d'Annunzio....".
La domanda sucessiva è solo per te stesso: "Veramente sto parlando con dei detenuti?".

25.1.13

Quasi...

Quando dopo aver zigzagato tra apertura a giorni alterni, orari ristretti ed incompatibili con quelli della maggior parte delle persone, riesci finalmente  a giungere davanti all'ufficio comunale preposto e trovi il cartello "torno tra poco", ecco quando accade questo ti viene quasi voglia di dare ragione a Brunetta. Ho detto quasi…

18.1.13

Non è colpa mia

C'è sempre un valido motivo, una ben argomentata spiegazione con cui sostenere che la responsabiltà di quanto accade, soprattutto se diverso dalle aspettative, è da ricercarsi negli altri. Sono sempre gli altri a non capire, a respingere, a chiudere porte ed accessi vari, a non essere all'altezza delle nostre innovative strategie, dei nostri nobili sentimenti. Del resto si sa, noi siamo dalla parte della ragione e quindi non può che essere sbagliata la rozza e semplicistica spiegazione che se qualcuno non ci capisce è solo perchè noi non ci siamo fatti capire.

14.1.13

Buttafuoco, i giornalisti e la politica

Interessante visione del rapporto tra politica e giornalisti espressa ieri su la sette nella trasmissione "in onda" dal giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco. Con un misto di elegante ironia e seria purezza intellettuale, sosteneva essere giusto che un giornalista esprima idee e proposte politiche ma che mai si deve infilare in una candidatura di partito, che i partiti sono orrendi organismi burocratici in cui si deve stare agli ordini, alla disciplina di gruppo. Al di la della discutibile idea che in politica ci si deve obbligatoriamente comportare da servo obbediente, in realtà chi si comporta così lo fa per personale scelta, la cosa più interessante per la categoria dei giornalisti e che sì, ci si prodighi pure in affermazioni, reprimende, commenti e proposte, si punti il dito sulle incapacità altrui, ma restando puri dietro ad una scrivania senza sporcarsi tentando di realizzare quanto si dice. Giusto Buttafuco, hai visto mai si scopra che oltre alle chiacchiere non sapete andare.

11.1.13

E lui ringrazia

Impresentabile! disgustoso! falso! ridicolo! farabutto!...and so on.
Intanto lo guardano, lo ascoltano, ne parlano, ne scrivono, lo invitano, lo trasmettono, lo ritrasmettono. Lui divertito ringrazia e si rafforza. Siamo veramente un paese di babbei.

10.1.13

Stracciamoci le vesti


Diciamolo tranquillamente, senza timore di smentita: ci fosse il campionato mondiale dello stracciarsi le vesti arriveremmo primi. Sì, perché non è seconda a nessuno la nostra abilità nell’indignarci per eventi tragici che abbiamo contribuito a far accadere. Si potrebbe fare un lungo elenco di azioni e scelte fatte nel nostro paese, da cittadini e governanti, per le quali appena dimostratesi deleterie si è dato il via ad affermazioni così piene di sdegno e indignazione da far apparire quelle azioni prive di ogni paternità. Ultima performance in ordine di tempo è quella messa in scena dopo la sentenza con cui la corte europea ha condannato l’Italia per trattamenti disumani e degradanti nelle carceri, ordinando un risarcimento di 100000 euro ai tre detenuti ricorrenti ed imponendo azioni per eliminare le cause della condanna entro un anno. Sono bastate poche ore dalla sentenza perché non si contassero più le serie e forbite dichiarazioni per stigmatizzare come la situazione delle carceri non sia più tollerabile, come questa sia una vergogna per il paese, una macchia da eliminare al più presto. Non sono naturalmente mancate affermazioni di doveroso rispetto al monito che giunge oggi dall’Europa, quasi fosse la prima volta che veniamo condannati per questo motivo. Le frasi più contrite giungono ovviamente da chi per anni non solo ha fatto finta di non vedere il problema, ma ha addirittura deriso chi con costanza e argomenti cercava di portare alla luce quanto il livello di degrado stesse salendo oltre ogni limite accettabile. Quante battute, sorrisi ironici, frasi sarcastiche ed offensive sono state rivolte da quanti oggi si stracciano le vesti ad esempio a Marco Pannella, sì proprio quel fastidioso, insopportabile, logorroico Pannella, quel vecchio che ha l’orrendo vizio di farsi dare spesso ragione dal tempo, mentre metteva a rischio la sua vita per dare speranza di vita al Diritto e alla legge che lo stato per primo violava. Quante volte i lesti compositori di frasi inneggianti a “prepotenti urgenze” e “provvedimenti non rinviabili” hanno fatto finta di nulla dinanzi alle condanne settimanali che giungevano dalle corti internazionali. Come mai gli attenti esaminatori dell’economia non hanno prestato la minima attenzione ai dati che segnalavano come la malagiustizia costasse al paese, ai suoi cittadini, ogni anno un punto percentuale di pil, cioè 15 miliardi di euro. Quante volte gli odierni contriti davanti ai 100000 euro che dovranno uscire dalle casse dello stato, e saranno solo i primi di molti visto che altre centinaia di cause sono pronte, hanno fatto spallucce davanti alle centinaia di suicidi dentro le carceri.
Tranquilli comunque, a breve tutto questo sdegno ed indignazione finirà, perché c’è una cosa in cui siamo ancora più bravi dello stracciarci le vesti: rimettercele uguali subito dopo.