31.7.10

Il governo più amato

Nessuna presenza di membri del del Governo a Palermo alla commemorazione di Paolo Borsellino, nessun Ministro presente a Bologna nel trentennale della strage alla stazione, il Ministro dei beni culturali non sarà a Venezia  ne per l'inaugurazione della biennale d'architettura ne per la mostra del cinema.
Ma com'è che non si fanno vedere in giro, non è questo il governo dall'altissimo indice di gradimento?

30.7.10

Intrecci linguistici

Ordino un caffè, la gentile e giovane barista cinese mi porge la tazzina mentre rapidamente dice qualcosa in cinese al suo collega, la ringrazio e lei mi rimanda un ben scandito: "di nulla, grazie a lei". Sorseggio, distrattamente mi guardo intorno, alle mie spalle una donna parla in dialetto quasi fosse un pope sotto il ponte di Rialto. Mi giro, è lei, la gentile e giovane barista cinese. Sorrido ascoltandola e pensando alla sua capacità, da immigrata, di superare le barriere in una regione sempre più ghetto linguistico con gli indigeni spesso incapaci di farsi comprendere a pochi chilometri da casa.

29.7.10

Proposte pericolose

Esame d'italiano per chi vuole lavorare nel nostro paese!
Si prevede crisi occupazionale per i trevigiani.

Il colore in tavola

Prima la mozzarella blu ora la ricotta rossa.
Cosa vi aspettavate dalle mucche lilla?

28.7.10

L'ultima madre

Ci sono questioni intorno alle quali si sviluppano dibattiti talmente accesi da far pensare di trovarsi davanti a temi mai trattati prima, problemi la cui risoluzione è tutta da scrivere e per la quale non si dispone di un punto di partenza. E' il caso del dibattito su desistenza terapeutica ed eutanasia, questioni tra loro ben distinte, nel quale sembra sempre che l'argomento del fine vita sia una novità di questi ultimi anni con il quale le persone non hanno mai dovuto fare i conti. Al contrario invece la morte, e il suo modo di giungerci, fa parte del vissuto di tutti ed è una realtà da sempre affrontata, seppur in modo silenzioso. La sofferenza, la malattia che porta a rendere non più accettabile e dignitosa la propria condizione di vita, sono situazioni nelle quali da sempre si cerca il modo di andare incontro alle richieste espresse dell'individuo o da coloro che sicuramente sanno rappresentarne il pensiero autentico. Non è la ricerca di una scorciatoia a portare alla richiesta d'aiuto per compiere, o non compiere, un atto, ma la volontà di porre fine ad uno stato che si sa essere non più accettabile innanzitutto per la persona a cui siamo vicini. Tutto ciò è noto ai più, è una realtà manifesta, facilmente riscontrabile in mille occasioni se solo si volesse per un attimo porre al centro della discussione la realtà delle cose.
Di questa "semplice" realtà ne è una illuminante rappresentazione il romanzo di Michela Murgia dal titolo "Accabadora" (Einaudi), un libro che attraverso le parole, i silenzi, gli sguardi dei protagonisti rende evidente come la morte, anche la più dura, sia parte integrante della vita, ineludibile e alla quale si devono dare risposte a volte pesanti. Una pesantezza resa sopportabile dalla consapevolezza di aver compiuto un atto d'amore e di rispetto. Una cosapevolezza che manca nelle molte parole di fasulli dibattiti.

Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.

25.7.10

Un pesce in redazione

Chi bazzica dentro i mezzi d'informazione, parlo di quelli seri come tv e giornali, lo sa, d'estate è più difficile trovare notizie con cui riempire colonne o minuti di trasmissione. Un po' perchè le grandi penne sonno in vacanza un po' perchè, ammettiamolo, in estate non succede nulla di rilevante. Allora le riunioni di redazione diventano tutto uno spremersi di meningi per trovare qualcosa con cui mantenere fede al sacro impegno di'nformare, di fornire al cittadino gli strumenti della conoscenza. Sono questi momenti di difficoltà che fanno emergere la forza di un direttore, rendono evidente come non si diventa direttore per caso. In assenza di scandali su cui indagare, gruppi di loschi figuri da stanare, complotti per condizionare le istituzioni da svelare, crisi mondiali da illustrare, ci pensa lui, il direttore, ad estrarre il coniglio dal cappello e rendere, ancora una volta, il telegiornale della sera un fondamentale momento di informazione.
Ecco quindi un grande approfondimento su una storia di vita, un reportage ricco di particolari sulla continua lotta per la soppravivenza, per arrivare a vedere l'alba di domani: 22 anni, la lunga vita felice di un pesce rosso.

22.7.10

Con la morte a fianco

Non è finzione, non si tratta di un fotogramma da un film, è la realtà di chi  ogni giorno, a qualunque ora, qualunque cosa faccia deve avere accanto a sè persone con la mano sul calcio di una pistola e il dito sul grilletto in attesa di ammazzare o essere ammazzati. Potrà apparire un'immagine consueta e già vista molte volte ma davanti a questa realtà non riesco a restare indifferente.

21.7.10

Priorità

Dura la vita per i membri del Governo, ogni giorno mille impegni, agende sempre fitte di appuntamenti. Difficile riuscire a inserire tutte le richieste, partecipare a tutti gli eventi  in cui è necessario rendere evidente al popolo l'attenzione e la sensibilità del Governo. 
A volte ci si trova a dover fare delle scelte, declinare alcuni inviti,  facendo però sempre attezione a salvaguardare ed evidenziare le priorità e la scala dei valori: Nessuna presenza di membri del Governo alla commemorazione Paolo Borsellino, Presidente del Consiglio e Ministro degli interni alla presentazione del Milan.


20.7.10

Renato Brunetta e i numeri

Secondo il Ministro Renato Brunetta il 99% degli italiani ha risolto i problemi con la pubblica amministrazione grazie al portale linea amica. Che Brunetta abbia problemi con i numeri non è una novità, però per amor di patria qualcuno gli chieda di spiegare come  165.400, il numero dei casi trattati dal portale, corrisponda al 99% dei cittadini del bel paese.

18.7.10

Morte naturale

Morte per cause naturali, recita il referto. Ma nella morte del tunisino di trentanove anni Sabi Tauzi detenuto nel carcere due palazzi di Padova l'unica cosa naturale è la prevedibiltà. Perchè quando delle persone vivono ammassate con meno di due metri quadri di spazio a testa, quando con oltre 35 gradi  in cella oltre all'inferriata tieni chiusa, anche se non dovresti, pure la porta blindata, eliminando ogni speranza di una misera corrente d'aria e facendo salire la temperatura a 40 gradi, è naturale che qualcuno faccia un colpo e muoia.
Ma si sa, sono solo dei delinquenti, potevano fare a meno di finirci in galera.

17.7.10

Notte famosissima


Previsioni politiche

In Australia affidano le previsioni sulle prossime elezioni ad un polpo. Nel caso non fosse bravo com il polpo Paul ma volessero comunque qualcuno di viscido ad occuparsi di politica potremmo mandargli Bruno Vespa.

Interim fino a quando?

Nessuno ormai se lo chiede più, eppure da oltre due mesi stiamo aspettando di sapere dal Presidente del Consiglio il nome del sostituto di Scajola alla guida del ministero dello sviluppo economico. Non è questione da poco perchè quel ministero, di cui al momento Berlusconi ha l'interim, ha importanti deleghe relative a temi fondamentali per lo sviluppo, appunto, di questo paese come quelle sulla politica energetica, sul commercio internazionale, sulle telecomunicazioni. Ecco, non vorrei apparire formalista, cosa peraltro secondo me non disdicevole perchè spesso la forma è anche sostanza, ma non mi sembra degno di uno stato moderno e democratico che le decisioni sul settore delle telecomunicazioni siano prese da chi proprio in quel settore ha ingentissimi interessi personali. Il fatto che a decidere del futuro della RAI sia il proprietario della principale azienda concorrente mi lascia assai perplesso e preoccupato. Ma non è questo l'unico motivo per essere preoccupati, mi pare infatti che un ministero così strategico non possa essere gestito nei ritagli di tempo ma debba avere a capo una persona che se ne occupi in modo esclusivo.
Sarebbe bello che questo paese dalla memoria corta, distratto e disattento, che dimentica oggi quello che ieri è stato motivo di polemiche da prima pagina, riuscisse un giorno a prestare attenzione al suo futuro e pretendesse, senza urlare ma con fermezza, risposte chiare, il rispetto degli impegni e magari comportamenti degni di un paese civile.

16.7.10

Destra e sinistra

A giudicare da quanto si danno danno da fare per finire "al fresco" dev'essere proprio vero quello che dice il Ministro Fazio:  L'aria condizionata è di destra.

15.7.10

Uomo dell'ottocento


Ormai dovrei averci fatto l'abitudine perchè mi è capitato più di una volta, invece resto sempre un po' stupito dalla reazione che suscitano gesti per me normali ma che evidentemente ai più devono essere sconosciuti o sapere di antiquato e quindi da evitare.
Sto parlando di piccolissimi gesti come tenere aperta la porta ad una donna per farla entrare in un locale o salire in macchina, augurare buona giornata uscendo da un negozio, lasciare il passo ad una persona anziana, aiutare a sollevare un passeggino per attravesare un ponte, reggere una giacca per facilitare ad indossarla. Sarà forse perchè li ho sempre visti fare da mio padre, uomo dell'altro secolo educato con i modi della borghesia ottocentesca, ma queste piccole gentilezze mi paiono di una normalità unica, non sono gesti pensati o compiuti per un qualche fine, vengono fuori spontaneamente.
Comunque devo ammetterlo, se da un lato mi stupisce dall'altro mi dà un sottile piacere vedere quell'espressione di leggero imbarazzo sul viso di chi non si aspettava una piccola galanteria, forse antiquata ma sempre gradevole da ricevere.

14.7.10

14 Luglio

Liberté, Égalité, Fraternité.
A quando?

13.7.10

Il delfino, anzi la trota

Umberto Bossi ha dichiarato che suo figlio Renzo, designato alla successione nella guida della Lega Nord, gli sta dando molte soddisfazioni: "Ha dato otto esami all'università".
Nel senso che ha ripetuto otto volte lo stesso esame?

11.7.10

La mattanza delle donne

Eleonora, Daniela, Cristina, Simona, Maria, Sonia, Debora, Anna Maria, Roberta, Chiara, sono solo alcune delle donne che hanno in comune l'essere state uccise da uomini in preda ad attacchi di folle gelosia, di un'accecante voglia di annientare ed annientarsi. Una voglia di colpire il corpo della donna che si dice di amare.
Non sono un sociologo ne uno psicologo e non dispongo dei mezzi per poter fare analisi approfondite o fornire spiegazioni convicenti, ma ho l'impressione di essere difronte a qualcosa che va perfino oltre la terribile piaga della violenze sulle donne, mi sembra che la patologica convinzione di poter possedere la persona con cui si condivide un periodo della propria vita non sia sufficente a spiegare questa follia che assomigila ad una mattanza per la ferocia con cui si manifesta. Non so se ancora una volta il risalto dato dai media a questi fatti modifichi la percezione della reale dimensione del fenomeno, ma la sensazione è che la frequenza di questi omicidi sia cosa nuova. Sembra sia scattato qualcosa che ha generato un diffuso senso di follia nel genere maschile il quale sembra sempre più incapace di intrattenere rapporti con l'altro sesso basati sul confronto, sul rispetto, sul rapporto paritetico, sembra ci sia un'assoluta incapacità di affrontare un rifiuto, un "no". La chiusura di un rapporto genera un tale senso di frustrazione, di fallimento personale, di inacettabile insulto da far sprofondare la mente in un buio assoluto dal quale riemergere solo attraverso la distruzione dell'altra e, spesso, di se stessi.
Sono attonito davanti a questa sequela di donne barbaramente uccise, di uomini in preda della follia più cieca. Credo sarebbe un errore gravissimo limitarsi a confinare tutto ciò nelle pagine di cronaca nera, credo che in molti ci dobbiamo fare molte domande nella speranza ci sia chi può darci delle risposte. Quale follia è entrata, o si è destata, nelle menti dei maschi?

10.7.10

Informazione scorretta

"La libertà di stampa non è un diritto assoluto". Ancora una volta i mezzi d'informazione  falsificano le parole di Silvio Berlusconi: assoluto lui non lo ha detto.

9.7.10

Bavagli

Forse per la netiquette è un comportamento deplorevole, una di quelle cose che fanno inorridire i guru dei blog e ti mettono all'indice. Io però ho deciso di autocitare un mio post scritto un paio di mesi fa, perchè sulla questione della legge bavaglio e le manifestazioni per la libertà di stampa la penso ancora così. Repetita iuvant? Boh...

8.7.10

Analisi politiche

Interpellata sulle tensioni interne al suo partito, l'europarlamentare del PDL Iva Zanicchi grazie alle capacità di analisi e riflessione certamente affinate tra Bruxelles e Strasburgo ha potuto indicare una soluzione di grande spessore politico: "Fini? Vada fuori dalle palle".

7.7.10

Peccati di gola

Non sono sicuro rientri nella categoria prevista dai sette peccati capitali, ma anche fosse la pena mi pare eccessiva in questo caso.

6.7.10

Un mondo oltre Treviso

Trovandosi in vacanza in un posto sconosciuto la cosa più normale da fare è  certamente quella di andare nella pro loco a chiedere  informazioni. Meno normale è chiederle in dialetto trevigiano quando la pro loco è quella di Arbatax, Sardegna.
Certo quando vivi in un paese in cui ogni giorno ti senti dire che il dialetto viene prima dell'italiano, che deve essere insegnato a scuola, che il parlare in dialetto nei concorsi pubblici deve fare punteggio, è facile convincersi del fatto che questo possa essere l'unico linguaggio da usare anche quando esci dal limitato territorio in cui viene parlato e compreso.  Al sorridente vacanziere trevigiano, quindi, deve essere parso del tutto naturale  rivolgersi in dialetto all'impiegata della  piccola pro loco di Arbatax per avere informazioni su quell'angolo di mare e terra da sogno, talmente naturale che neanche lo sguardo attonito della gentile impiegata gli ha suggerito di cambiare idioma. Non deve averlo sfiorato neanche per un attimo il pensiero che l'aver ricevuto come unica informazione un semplice, se pur in perfetto italiano, invito a prendere tutti i depliant posti sopra il bancone fosse legato al fatto di non comprendere cosa stesse chiedendo. Il "bottino" esclusivamente cartaceo è comunque stato sufficiente a  farlo uscire dalla pro loco con un raggiante sorriso.
Quegli opuscoli però qualche perplessità gliela  devono aver causata se ha sentito il bisogno di girarsi verso di me e, senza il minimo dubbio sul fatto che io potessi non capire il suo dialetto, esclamare: "beo sto posto, ma xe tuto diverso da Treviso".
Eh già, incredibile: oltre le porte di Treviso esiste un'altro mondo, anche se stranamente non parla il dialetto trevigiano.